Tra scadenze e nuovi soci: i nodi al pettine di Inter, Juve e Milan nel 2024

Tra scadenze dei prestiti, aumenti di capitale e ricerca di nuovi soci: cosa aspettarsi per le big italiane in un anno cruciale per le proprietà.

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FOOTBALL AFFAIRS
(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

Nel mondo del calcio il 2023 si è chiuso con la sentenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo sulla Superlega che potenzialmente potrebbe squassare gli equilibri futuri del settore nelle prossime stagioni. Come spiegato nel precedente appuntamento di questo editoriale però difficilmente gli effetti pratici di questa sentenza si potranno vedere, se vi saranno, presto visto che per il momento calendari, pacchetti dei diritti televisivi per le competizioni internazionali sono già stati assegnati.

Nel 2024 pertanto difficilmente si potranno vedere effetti pratici di questa sentenza. Questo non toglie ovviamente che A22, ovvero la società che muove i fili della frangia “separatista”, continuerà con maggior vigore, visto l’esito della sentenza, il suo lavoro in giro per l’Europa per portare a termine il suo progetto che per il momento appare non semplice visto che sinora la gran parte dei club europei che vanno per la maggiore si è detta contraria al progetto Superlega. E nello stesso modo per il momento pare ambizioso quel progetto, svelato dai media spagnoli, di iniziare i tornei targati Superlega dalla stagione 2025/26.

Questo non significa però che l’anno che sta per iniziare non avrà grande significato per quanto concerne i piani strategici del calcio. Anzi, tutt’altro visto che almeno in Italia le tre grandi storiche del nostro campionato, Juventus, Inter e Milan, si apprestano ad affrontare una annata molto importante se non cruciale. Un 2024 che partirà già con il “piede sbagliato” dal punto di vista dei club, dopo che il Governo ha deciso di abolire gli sgravi fiscali previsti dal Decreto Crescita per gli sportivi professionisti, sconfessando l’ipotesi di una proroga della normativa fino al 29 febbraio del nuovo anno. Una scelta che renderà molto più oneroso per le società l’ingaggio dall’estero di calciatori con stipendi particolarmente elevati.

JUVENTUS, L’AUMENTO DI CAPITALE E L’IPOTESI DI NUOVI SOCI

La Juventus, dopo aver fatto segnare una perdita monstre di 123,7 milioni al 30 giugno 2023, sta affrontando questa stagione senza l’ausilio degli incassi e degli introiti da premi delle coppe europee e secondo le stime della stessa società bianconera anche la stagione in corsa terminerà con un passivo sostanzioso (previsto un impatto negativo per oltre 90 milioni a causa degli esiti dei procedimenti sportivi).

Per questo nel mese di ottobre il club ha varato un aumento di capitale da 200 milioni di euro che dovrebbe essere realizzato indicativamente nel primo quadrimestre del 2024 sotto la guida di Unicredit e Citigroup in qualità di joint global coordinators.

Exor, la holding della dinastia Agnelli-Elkann che è il primo socio del club con il 63,8%, come sempre ha fatto la sua parte versando nelle casse bianconere 127 milioni di euro divisi in due versamenti, uno da 80 e uno da 47 milioni. Poi ci sarà da vedere se gli altri azionisti, a cominciare dal fondo londinese Lindsell Train che con l’11,39% del capitale è il secondo socio, aderiranno pro quota.

Sarà quindi interessante vedere se al termine dell’aumento di capitale l’azionariato bianconero sarà lo stesso in termini percentuali oppure se vi saranno modifiche. Azionariato bianconero, per altro, che come ha svelato Calcio e Finanza, include anche se con quote molto piccole, istituzioni economiche di prim’ordine come il Fondo Monetario Internazionale o la Banca Centrale Europea.

Ancora più interessante però sarà notare un altro punto. La società bianconera ha spiegato che dopo quello in corso non sarà necessario un altro aumento di capitale. Una visione opposta a quella degli analisti di Equita Sim che in una nota di dicembre spiegavano che senza l’ingresso di nuovi soci significativi l’aumento di capitale appena varato non sarà sufficiente. Chi è nel giusto? Non è escluso che lo siano entrambi con l’entrata di nuovo azionista importante che potrà affiancare Exor e Linsdsell Train nell’azionariato.

INTER, ZHANG TRA IL RIFINANZIAMENTO DEL DEBITO E LA CESSIONE

La partita più delicata però si giocherà a Milano sulla sponda nerazzurra. Infatti, nel mese di maggio del 2024 il presidente Steven Zhang e la proprietà dell’Inter dovranno rimborsare il finanziamento da 275 milioni di euro che il fondo statunitense Oaktree ha garantito nel maggio 2021. Soldi che sono serviti per le esigenze di cassa del club nerazzurro, in particolare al termine della stagione 2020/21 in cui la squadra allora allenata da Antonio Conte vinse lo Scudetto ma dovette anche accettare la proposta della società di rinviare al termine del campionato la ricezione di alcune mensilità di stipendi.

In questi due anni e mezzo, l’esposizione della famiglia Zhang verso Oaktree è aumentata a 330 milioni al 31 dicembre 2022 e dovrebbe superare i 350 milioni, avvicinandosi ai 400 milioni, al momento della scadenza il prossimo maggio, visti gli interessi al 12% annui. Tutto questo perché l’operazione ha una cosiddetta struttura PIK, ovvero gli interessi non vengono versati anno per anno ma progressivamente accumulati nel tempo sul capitale (e non sul valore iniziale), mentre il pagamento avviene alla scadenza del contratto. Nel dettaglio il finanziamento è stato garantito a Grand Tower Sarl, una delle holding tramite cui gli Zhang controllano l’Inter, nonché il veicolo dato in pegno nell’operazione.

Come spiegato più volte dallo stesso Steven Zhang l’obiettivo della proprietà cinese è quello di tenere l’Inter e quindi quello di trovare mezzi per il rifinanziamento del prestito. Le strade sono due: quello dell’apertura a eventuali nuovi soci, fascicolo su cui Goldman Sachs e Raine Group sono al lavoro da mesi, oppure quella di  un eventuale nuovo finanziamento che potrebbe essere garantito dalla stessa Goldman Sachs (banca da sempre vicino agli Zhang), dato che i tassi di interesse sul mercato sono stabili da alcuni mesi dopo un ciclo di rialzi cominciato nel luglio 2022.

Zhang peraltro non vorrebbe perdere il controllo della società a un anno dal Mondiale per Club che si disputerà nel 2025 negli Stati Uniti (l’Inter si è già qualificata). Una manifestazione che sarà una vetrina importantissima per i club potenzialmente in vendita proprio nel paese che vanta il maggior numero di investitori interessati al calcio.

Questo detto però se la proprietà cinese non centrasse l’obiettivo di trovare denaro sul mercato, Oaktree prenderebbe in mano Grand Tower e a cascata l’Inter, in una struttura dell’operazione simile a quella realizzata per il Milan tra Yonghong Li e il fondo Elliott per il Milan.

In questo quadro è lecito chiedersi il motivo per il quale Oaktree, che secondo Il Sole 24 Ore avrebbe avuto già abboccamenti con altri potenziali acquirenti, dovrebbe accettare il prolungamento del finanziamento quando per la modica cifra di 250 milioni investiti potrebbe diventare proprietario di un asset che secondo stime potrebbe valere attorno al miliardo. E quindi anche vendendolo a un prezzo inferiore al miliardo, il fondo californiano, che ha sempre detto di non essere interessato al calcio, incasserebbe una lauta plusvalenza. Altri osservatori però segnalano che i legami tra la famiglia Zhang e Oaktree sono molto stretti e che la dinastia cinese potrebbe essere stata tra gli investitori del comparto californiano. E quindi vi sarebbero insomma dei legami di lunga data tra le controparti.

MILAN: CARDINALE, IL VENDOR LOAN E LA RICERCA DI NUOVI INVESTITORI

Sull’altra sponda del Naviglio, la situazione sembra più calma anche se comunque si muove qualcosa. Gerry Cardinale è entrato ufficialmente nel Milan ormai da oltre un anno, acquistando il club rossonero tramite il fondo RedBird Capital sulla base di una valutazione di poco meno di 1,2 miliardi di euro. L’operazione si è chiusa con una formula che ha previsto lo stanziamento di capitali propri per 600 milioni di euro e un vendor loan verso il fondo Elliott per ulteriori 550 milioni di euro circa più interessi, (la cifra esatta è attorno ai 585 milioni di euro), da ripagare entro tre anni dal via del prestito (mancano quindi due anni alla scadenza). Va detto che il fondo Elliott da parte sua non pare avere fretta di rientrare del prestito, e allo stesso tempo RedBird può contare su un tasso di interesse in linea con il mercato e difficilmente migliorabile, intorno al 6/7%.

Le ultime indiscrezioni però parlano di un Cardinale alla ricerca di un partner che possa sostituire proprio Elliott, rimborsando il prestito al fondo USA e rilevando allo stesso tempo una parte delle quote del Milan. Le voci portano al Medio Oriente (si è parlato come spesso accade del fondo PIF e di Investcorp), dove Cardinale ha viaggiato negli ultimi tempi, anche perché negli Emirati Arabi la società ha aperto Casa Milan Dubai. Va anche notato del resto che la raccolta di capitali fa parte dell’attività ordinaria di un fondo come RedBird e una chiusura a questa attività andrebbe in controtendenza con gli obiettivi della società.

Secondo indiscrezioni più estreme, l’ingresso di nuovi soci arabi potrebbe portare all’acquisto del club da parte di questi soggetti con Paolo Maldini che potrebbe diventare il nuovo presidente. E’ bene sottolineare che per il momento sono ipotesi che non trovano conferme ma che se vi sarà una tale operazione probabilmente dovrebbe comportare una offerta monstre visto che Cardinale, se mai cercasse di vendere nel breve periodo, vorrà almeno aver prima avviato l’iter per la costruzione del nuovo stadio. Un progetto che contribuirebbe inevitabilmente ad alzare il valore della società.

Se invece si pone lo sguardo oltre le tre grandi tradizionali, si nota che la storica borghesia del calcio italiano –Roma, Napoli, Lazio, Torino e Fiorentina – vive una sorta di tranquillità a livello societario visto che le proprietà di queste piazze sono molto consolidate. Invece non è detto che qualcosa non possa accadere a livello di operazioni nei club al di sotto di questa borghesia, dato per certo l’interesse continuo di investitori stranieri per il nostro campionato, che a loro dire dal punto di vista del costo propone opportunità interessanti di investimento.