Modello Barcellona inchieste e tribunali, il marcio dietro a fatturato, utili e vittorie

Il modello Barcellona raccoglie successi sul campo: quello blaugrana è diventato il club europeo con più titoli internazionali in seguito alla vittoria della Supercoppa Europea di quest’estate. E il…

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Il modello Barcellona raccoglie successi sul campo: quello blaugrana è diventato il club europeo con più titoli internazionali in seguito alla vittoria della Supercoppa Europea di quest’estate. E il modello Barcellona vince anche quando si parla di utili e fatturati (rispettivamente 20,2 mln e 633 mln nell’ultimo bilancio) e che pesa l’1,2% del Pil della sua città.

Non altrettanto buona – tuttavia – è la condotta della società e dei suoi tesserati fuori dal campo. Negli ultimi due anni sono fioccate le inchieste: giocatori, dirigenti (e parenti stretti) stanno passando sempre più spesso dai tribunali per regolare le loro situazioni. 

L’ultima in ordine di tempo è l’ammissione di colpa di Javier Mascherano. Secondo la stampa spagnola il difensore del Barcellona si e’ dichiarato colpevole di un’evasione fiscale di circa 1.5 milioni di euro, cifra relativa allo sfruttamento commerciale dei diritti d’immagine percepiti tra il 2011 e il 2012.

 

In questi mesi C&F ha registrato giorno per giorno tutti gli affari – o malaffari – che ruotano attorno ai blaugrana e tra questi molti sono quelli che hanno incrociato le vie (e le inchieste) dei tribunali.

Il club in questo momento ha il mercato bloccato a causa del divieto imposto dalla Fifa per aver infranto le regole sul trasferimento dei minori (altro fiore all’occhiello tra luci e ombre, la Masia, mitica cantera blaugrana). Per questo il Barcellona ha fatto ricorso avanzando richiesta di tesseramento del giocatore turco Arda Turan al Tribunale Arbitrale dello Sport, il Tas.

Tra le altre questioni annose vi è quella relativa all’acquisto di Neymar, per il quale nei giorni scorsi – dopo il padre – è finita sotto inchiesta anche la madre del brasiliano. Sulla vicenda sia Neymar che il Barcellona sono indagati per corruzione e sono in causa pure con il club che cedette il giocatore, ovvero il Santos.

Il 13 maggio scorso, poi, il presidente (confermato quest’estate) Josep Maria Bartomeu e il suo predecessore Sandro Rosell sono stati rinviati a giudizio: l’accusa è di frode fiscale ai danni dell’erario per circa 13 milioni di euro. 

Guai con il Fisco anche per Leo Messi, una posizione la sua che potrebbe ricadere anche sui conti del club.  Nonostante la solidarietà del club alcuni sponsor della società catalana, infatti, potrebbero temere ripercussioni negative che potrebbero verificarsi a livello di immagine in seguito al procedimento aperto nei confronti del giocatore che – col padre – rischia concretamente una pena detentiva per evasione: il Fisco ha chiesto 22 mesi di carcere per il campione e 18 mesi per il padre.

Ai casi più eclatanti si sommano anche la causa di MCM che ha chiesto un indennizzo da 100 milioni per il mancato rispetto di un contratto commerciale.

Una sequela che non sembra aver finora intaccato la fama del club, la fame di vittorie e la crescita esponenziale sul piano economico, ma che – con alcune scadenze in avvicinamento – può mettere in una luce diversa l’operato della società negli ultimi anni.