La sessione di mercato estivo 2022/23, che si è chiusa in settimana, è terminata con le big del nostro campionato che hanno complessivamente guardato soprattutto al bilancio.
Secondo quanto calcolato da Calcio e Finanza, infatti, l’impatto a bilancio delle negoziazioni di calciomercato produrrà complessivamente un risparmio di poco superiore ai 200 milioni nei conti di Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli, Atalanta, Lazio e Fiorentina.
Dati in euro
Impatto acquisti-cessioni bilancio | Valore |
Juventus | 91.115.500 |
Napoli | 52.000.000 |
Atalanta | 43.490.358 |
Inter | 22.857.820 |
Roma | 22.006.188 |
Lazio | – 5.131.251 |
Fiorentina | – 7.779.000 |
Milan | – 12.814.588 |
TOTALE | 205.745.027 |
In questo contesto come si evince dalla tabella qui sopra, la Juventus è stata la squadra più virtuosa grazie soprattutto alla cessione del difensore olandese Matheijs De Ligt. Un’operazione che ha consentito al club bianconero non solo di incamerare una lauta plusvalenza ama anche un grosso risparmio dell’ingaggio, visto che il suo sostituto, il brasiliano Bremer, pesa molto meno sul bilancio del club.
Risparmi sono stati anche ottenuti da Napoli, Inter, Atalanta, Roma, mentre Fiorentina, Milan e Lazio sono le società a dover subire un impatto negativo a bilancio dalle negoziazioni di mercato.
Sia nel caso dei biancocelesti sia in quello dei rossoneri, si tratta di due situazioni nella quali la dinamica delle finanze sembra sotto controllo. La società di Claudio Lotito ha pagato soprattutto dei riscatti obbligatori (come Zaccagni) ma va anche detto che da anni Lotito gestisce il suo club in maniera molto attenta e quindi questo impatto negativo, peraltro limitato, non impatterà certo sulla gestione strategica del sodalizio laziale. E anche la situazione in casa viola è in controllo e non desta preoccupazione, considerando l’impegno di Rocco Commisso.
Il Milan invece ha registrato l’impatto negativo maggiore, seppur comunque decisamente contenuto in termini assoluti: -12 milioni. La cifra è per lo più legata all’acquisto del giovane belga De Ketelaere, un prospetto ritenuto strategico e nel solco della filosofia della società di questi ultimi anni: investire sui giovani talenti di grande prospettiva. Mentre sul fronte uscite le casse rossonere non hanno beneficiato granché visto che l’unica partenza importante – quella di Kessié – ha visto il calciatore lasciare il Milan a scadenza di contratto e quindi non ha portato nulla.
La società rossonera, passata di mano quest’estate (del tema se ne parlerà più avanti), chiuderà il bilancio 2021/22 ancora in perdita per 40/50 milioni e il peso di questa sessione di mercato se lo porterà sull’esercizio 2022/23, ma si tratterà di numeri comunque ridotti rispetto agli ultimi anni. Va infatti detto che sotto la guida del fondo Elliott i numeri del bilancio rossonero sono migliorati in maniera notevole passando da un rosso di 194,6 milioni del 2019/20 a una perdita dimezzata a 96,4 milioni nel 2020/21 fino appunto a circa -40/50 milioni nel 2021/22. Stagione nella quale si è verificata inoltre un incremento del valore della produzione a 261,1 milioni, in aumento del 36% rispetto al dato di 192,8 milioni dell’esercizio precedente.
Al di là dei numeri, insomma, non c’è dubbio che Elliott consegni a Gerry Cardinale una società con i conti nettamente sotto controllo (il club praticamente non ha debiti) e che ha imboccato una via virtuosa. Inoltre non va neppure dimenticato che nell’ambito del passaggio di proprietà comunque, pur nel percorsi di sobrietà, un colpo ai tifosi il nuovo proprietario doveva pure offrirlo.
Passando alle altre, Atalanta e Napoli hanno proseguito anche in questa sessione di mercato la loro attitudine di gestione molto attente ai bilancio. Diverso invece è il discorso per Juventus, Roma e soprattutto Inter che ha registrato gli impatti positivi più significativi. I bianconeri, dopo l’iniezione di capitale da 400 milioni nel dicembre 2021 e la pesante perdita per 210 nel bilancio 2020/21, sono instradati verso un altro pesante rosso nel bilancio al 30 giugno 2022 visto che la semestrale al 31 dicembre 2021 si era chiusa con una perdita di 119 milioni. Era quindi doveroso il cambiamento di rotta operato già in questa sessione di mercato.
I giallorossi hanno allestito una squadra più vicina ai desiderata di José Mourinho, riuscendo nello stesso tempo a ottenere un impatto positivo dal mercato di 22 milioni sul bilancio. Anche in questo caso un atto necessario dopo che i Friedkin, in poco più di due anni, hanno investito qualcosa come 600 milioni nel club includendo anche l’investimento per il delisting da Piazza Affari.
Più intricata la situazione in casa Inter, club che siede su debiti per 900 milioni (con un indebitamento finanziario netto pari a circa 300 milioni) e che l’anno scorso ha chiuso il bilancio 2020/21 con perdite per 245 milioni. E che per bocca del suo stesso management deve da un lato proseguire un percorso di riduzione delle perdite e dall’altro mantenere la competitività della squadra.
L’idea iniziale era quella di vendere Skriniar incassando una lauta plusvalenza e sostituirlo con Bremer ma non è andata a buon fine sia perché le cifre pervenute in Viale della Liberazione per il giocatore slovacco non sono mai state sufficienti per la dirigenza nerazzurra sia per il blitz juventino sul giocatore brasiliano del Torino che ha privato l’Inter della valida e più economica alternativa per la difesa. Marotta e Ausilio hanno quindi resistito alla tentazione di vendere Skriniar e tentato di far quadrare i conti mettendo sul mercato due giovani come Casadei e Pinamonti che hanno permesso plusvalenze secche e importanti e un impatto a bilancio positivo dal mercato per oltre 20 milioni. Vedremo nel prosieguo se queste operazioni saranno tali da poter soddisfare le molte scadenze finanziere che attendono il club nerazzurro.
SPESE POSTERGATE: NAPOLI IN TESTA POI JUVE E INTER
Questa però è una fotografia statica di quanto successo. La vera domanda è se questa virtuosità della big sia stata ottenuta a spese di spese future: ovvero se questi risultati siano arrivati oppure no con delle spese postergate da saldare nei prossimi esercizi, insomma dei pagherò.
Dati in euro
Calciatore | Acquistato da | Tipo prestito | Riscatto |
Asllani | Inter | Oneroso con obbligo di riscatto | 10.000.000 |
Bellanova | Inter | Oneroso con diritto di riscatto | 6.000.000 |
Paredes | Juventus | Gratuito con obbligo di riscatto condizionato | 22.600.000 |
Milik | Juventus | Oneroso con diritto di riscatto | 7.000.000 |
Dest | Milan | Gratuito con diritto di riscatto | 20.000.000 |
Vranckx | Milan | Gratuito con diritto di riscatto | 12.000.000 |
Barak | Fiorentina | Oneroso con diritto di riscatto | 10.000.000 |
Gollini | Fiorentina | Oneroso con diritto di riscatto | 8.000.000 |
Simeone | Napoli | Oneroso con diritto di riscatto | 12.000.000 |
Raspadori | Napoli | Oneroso con obbligo di riscatto | 25.000.000 |
Ndombelè | Napoli | Oneroso con diritto di riscatto | 32.500.000 |
Cancellieri | Lazio | Gratuito con diritto di riscatto | 7.000.000 |
Wijnaldum | Roma | Oneroso con diritto di riscatto | 8.000.000 |
TOTALE | 180.100.000 |
Complessivamente, le big hanno concluso 13 operazioni in prestito (alcune in prestito oneroso, altre con prestito gratuito) che prevedono un diritto o un obbligo di riscatto del giocatore, per complessivi 180 milioni di euro che i club potrebbero dover versare per il riscatto.
Secondo quanto ricostruito da Calcio e Finanza, tuttavia, non sono state molte le spese postergate di cui non si potrà fare a meno visto che i giocatori ingaggiati tramite i contratti che prevedono obblighi di riscatto non sono stati numerosi: si parla infatti solo di circa 35 milioni di euro.
Senza entrare nella giungla dei bonus per cui un diritto di riscatto si tramuta in obbligo, emerge che a legarsi di più le mani è il Napoli, che dovrà versare necessariamente versare 25 milioni per Raspadori (ma gli azzurri hanno avuto un impatti positivo da questa sessione per 52 milioni), mentre la Juventus potrebbe doversi costretta a versare 22,6 milioni al PSG per Paredes in caso di raggiungimento di alcuni obiettivi sportivi. Mentre l’Inter (Lukaku è prestito secco e peserà a bilancio solo per lo stipendio) avrà soltanto l’obbligo di pagare Asllani (10 milioni, ma a livello di conto economico sarà equiparato ad un acquisto a titolo definitivo) dopo aver avuto impatto positivo per 22 milioni in questo mercato.
Mai come quest’anno insomma i dirigenti delle grandi squadre italiane, chi per strategia gestionale, chi per necessità, sembrano avere imboccato la strada della virtuosità economica cercando nello stesso tempo sia di ottenere un impatto positivo dal mercato per il bilancio 2022/23 sia di non appesantire con negoziazioni di oggi quelli dei prossimi esercizi.
[cfDaznWidgetSerieA]
Ora toccherà al campo dire se le rose allestite saranno in grado di competere nella realtà europea. Tenendo presente però che i risultati in campo internazionale non sono stati eccelsi anche quando non c’è stata tutta questa attenzione verso la finanza visto che una squadra italiana non vince la Champions League dal 2010, non disputa finale dal 2017 e una semifinale dal 2018. E inoltre non si raggiungono i quarti di finale dalla stagione 2019/20.
Quel che è certo che è che nel calcio moderno senza virtuosità economica non si va da nessuna parte e la ricerca dell’equilibrio finanziario è ormai una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per tornare a essere protagonisti. Per questo è bene mettersi in testa che quello di quest’anno è soltanto un primo passo e che i compiti che le società devono svolgere sulla finanza sono ben lungi dall’essere terminati. In numerosi casi, anzi, dovranno essere ulteriormente irrobustiti.
NOTA A MARGINE: GLI YANKEES ASSO NELLA MANICA PER CARDINALE
La notizia della settimana in termini di assetti proprietari della Serie A è stata quella del closing per la vendita del pacchetto di maggioranza del Milan dal fondo Elliott alla RedBird di Gerry Cardinale. Una operazione attesa visto che era già stata presentata a inizio estate ma che in settimana ha portato con sé qualcosa di nuovo. A fianco di Gerry Cardinale nell’azionariato rossonero vi saranno anche i New York Yankees, probabilmente la più nota franchigia del baseball a livello mondiale che dovrebbe avere una quota del 10% nel club, il fondo Main Street Advisor – di cui uno dei soci è il campione di basket LeBron James – oltre all’imprenditore italiano Riccardo Silva, patron tra l’altro della squadra di calcio USA Miami FC.
Molto interessante in particolare è l’ingresso degli Yankees, la seconda società sportiva al mondo per valore – 7 miliardi di dollari – dietro soltanto ai Dallas Cowboys di football americano valutati 7,6 miliardi di dollari secondo la annuale classifica di Sportico.
La franchigia di baseball di proprietà della famiglia Steinbrenner vero e proprio colosso dal punto di vista commerciale visto che il logo degli Yankees è quasi diventato quello stesso della città di New York. E non a caso Randy Levine, presidente della franchigia newyorchese rispondendo a una domanda sul perché dell’investimento nel club rossonero ha spiegato: «Abbiamo una relazione molto lunga e di successo con RedBird e crediamo di poter aiutare a far crescere il marchio e la presenza commerciale del Milan». Parole che potrebbero preludere a una grande offensiva del Milan nel campo commerciale e nel marketing.