Il titolo Juventus è stato tra i protagonisti in negativo della settimana di borsa. Nei cinque giorni appena trascorsi l’azione del club torinese, controllata da Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, ha lasciato sul campo il 20%, perdendo circa 180 milioni in termini di capitalizzazione di mercato.
Nei fatti la Juventus in borsa insomma ha perso molto di più dell’indice generale di Piazza Affari, il Mib 30 che ha lasciato sul terreno il 2% circa, soprattutto perché pesantemente zavorrato dalle notizie provenienti dagli Stati Uniti sulle difficoltà finanziarie di un altro istituto bancario americano, la First Republic Bank.
Nello specifico, a spingere al ribasso le quotazioni del titolo bianconero sono state le indiscrezioni su una possibile decisione dell’UEFA di escludere la Juventus dalla coppe europee per il prossimo anno indipendentemente dai tempi che serviranno alla FIGC per portare a termine le proprie indagini. E indipendentemente dal piazzamento in campionato della squadra di Allegri o se vincerà o meno l’Europa League.
Già sabato scorso, nel precedente appuntamento di questa rubrica, Calcio e Finanza aveva svelato come i tam tam del settore provenienti da Nyon parlassero di una UEFA irritatissima con la Juventus per le recenti pendenze giudiziarie e della possibilità che i vertici del calcio europeo potessero valutare delle misure sulla questione. Anche se, si spiegava, bisognava capire bene gli equilibri tra la stessa UEFA e la FIGC, in teoria la prima chiamata a giudicare.
La spallata al titolo in borsa è poi arrivata nella giornata di martedì quando La Gazzetta dello Sport ha rivelato, aprendo il giornale a tutta pagina, come questi timori fossero fondati e spiegando che la UEFA potrebbe agire di sua sponte togliendo le coppe ai bianconeri per il prossimo anno qualora la FIGC non arrivasse a una sentenza nei tempi necessari.
Di qui il crollo del titolo in borsa che sui listini ha perso il 20% in quattro giorni. Segno evidente che i mercati finanziari ritengono credibile questa ipotesi. E d’altronde non va nascosto che il pericolo è grosso visto che è ben noto quale l’impatto possa avere sui conti di un club la partecipazione alla coppe europee (specialmente alla Champions League). Si pensi pere esempio che il solo ingresso al tabellone principale – senza contare quindi i susseguenti incassi da botteghino e da matchday – vale su per giù 60 milioni.
Nello stesso tempo non necessita di spiegazioni come questi mancati ricavi possano impattare sulle scelte delle società in sede di mercato e come la partecipazione alle coppe possa pesare sulla decisione da parte di un giocatore importante in merito se restare o meno nel club in questione.
LA REPLICA DI CALVO: «ESCLUSIONE? SOLO INDISCREZIONI»
A queste indiscrezioni la Juventus ha replicato soltanto nella serata di mercoledì 26 con le parole del chief football officer Francesco Calvo nell’immediato prepartita della semifinale di Coppa Italia contro l’Inter ai microfoni di Mediaset. «Le indiscrezioni in base alle quali sembrerebbe che la UEFA abbia già deciso di punire la Juventus con un anno di esclusione dalle coppe? La premessa è che sul tema non abbiamo nessuna novità, mi fa però piacere che vengano definite indiscrezioni perché le ho lette anch’io negli ultimi giorni e ci sembravano sentenze già scritte», ha spiegato Calvo.
Il manager poi ha proseguito spiegando le basi della programmazione societaria: «Come si fa a programmare la prossima stagione senza sapere dove sarà la Juventus? La Juventus come società ha una solidità tale che ci permette di programmare indipendentemente dall’esito sportivo della stagione. Poi chiaro che giocare o non giocare le coppe faccia la differenza anche in termini numerici, della rosa, ma la solidità che abbiamo e la calma con cui possiamo programmare la stagione, ci permette di riuscire a farlo nei giusti tempi con i giusti obiettivi», ha concluso Calvo.
LA SERENITÀ DI EXOR SUL CASO JUVE
Ma a che cosa si riferisce Calvo quando parla di solidità? Non tanto alla Juventus in quanto tale, visto che il club ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2022 con una perdita di 239 milioni e che prevede di terminare la stagione in corso ancora in rosso seppur con un netto miglioramento. Quanto piuttosto alla controllante Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann guidata da John Elkann, che controlla la Juventus con il 63,8% all’interno di un impero industriale del quale fanno parte inter alia Stellantis, Ferrari, The Economist e Gedi (il gruppo editoriale che pubblica La Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX)
Exor ha chiuso il bilancio 2022 con un utile di 4,2 miliardi distribuendo dividendi per 106 milioni, di cui 55 milioni che saranno incassati dai vari rami della dinastia piemontese tramite la cassaforte olandese Giovanni Agnelli BV.
In questo quadro è evidente che la holding guidata da Elkann sarebbe la prima a subire un danno patrimoniale qualora la Juventus non dovesse partecipare alle coppe nella prossima stagione. Si tratterebbe infatti di un guaio rilevante e non a caso i legali del club stanno lavorando in sede giudiziaria per far valere le proprie ragioni. Ma al di là della solidità patrimoniale di Exor, economicamente in grado di sopportare anche un evento del genere, va fatto notare che la holding ha dalla sua il fatto che, nonostante l’avvio delle indagini nei mesi scorsi, non risulta per ora avviata nessuna iniziativa disciplinare della UEFA, perché in questo momento la palla è nel campo della FIGC.
In un certo senso si può pensare che in casa Exor si respiri una cauta serenità sul tema, anche perché la holding sa di avere affidato il club a un CdA di notevole competenze giuridiche e legali e soprattutto di avere ottime carte in mano per le vertenze di fronte alla FIGC. Non a caso un primo, seppur provvisorio, successo è già stato ottenuto con la restituzione dei 15 punti tolti in precedenza.
Ed è difficile, per quanto non impossibile che la UEFA, in quanto unione delle varie federazione europee, possa scavalcare una sua associata, ovvero la FIGC, prendendo decisioni che in prima istanza spetterebbero all’organismo nazionale.
Da ultimo va fatto notare anche che le ultime notizie provenienti da Barcellona su una possibile esclusione dei blaugrana dalla prossima Champions (per questioni completamente diverse) parlano di un atteggiamento della UEFA al momento non incline alla severità e questo può essere interpretato come un buon segnale per la Juventus.
In quale modo finirà? Difficile da dirsi ora. Ma quel che è certo è che sui rapporti tra UEFA e la Juventus (e anche quelli tra la stessa UEFA e il Barcellona) vi è sempre l’ombra della Superlega e della sentenza che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea sarà chiamato a emettere. Una variabile che potrebbe aver avuto un certo peso sia sui tam tam di settore di cui sopra provenienti da Nyon sia in un futuro nel tavolo delle negoziazioni, magari extra giudiziali, che intercorreranno tra il club e l’associazione europea.