In un anno – il 2022 – in cui il Ftse Mib è sceso del 12% gli stipendi dei manager delle 40 società quotate sull’indice di Piazza Affari sono aumentati del 14%. Lo scrive Milano Finanza, spiegando che si tratta di un ulteriore incremento dopo il +35% del 2021 rispetto al 2020, quando a causa della crisi legata al Covid le remunerazioni dei manager delle quotate erano scese del 20% perché alcuni avevano rinunciato a una parte dei guadagni per sostenere iniziative legate al contrasto della pandemia.
Il settimanale ha analizzato i compensi totali pubblicati nelle relazioni sulle remunerazioni predisposte dalle 40 blue chip del Ftse Mib in vista delle assemblee sui bilanci (fatta eccezione per Pirelli e Tenaris, i cui dati non sono ancora disponibili). Gli importi non includono i compensi in azioni contabilizzati al fair value.
Se aumentano i compensi dei top manager, lo stesso non si può dire delle buste paga dei dipendenti. Ma quali sono stati i manager più pagati? Sul podio la galassia Agnelli-Elkann. Al primo posto con 23,45 milioni si piazza Carlos Tavares, AD di Stellantis da inizio 2021 dopo la fusione tra FCA e PSA, anno in cui i suoi compensi erano stati di 19,15 milioni.
Segue Scott Wine, AD di Cnh da inizio 2021, con 11,43 milioni (in questo caso di dollari) rispetto agli 8,71 milioni di dollari del 2021. Il presidente di Stellantis John Elkann ha una base di 951 mila euro più 1,12 milioni di fringe benefit e un incentivo a lungo termine di 3,77 milioni per un totale di 5,85 milioni (di cui il 65% variabile). A questi si aggiungono i compensi di 5,39 milioni da Exor di cui è AD (comprese le remunerazioni di 1,27 milioni per la carica nel board di Ferrari). Quindi lo scorso anno nel complesso Elkann ha ottenuto 11,25 milioni.
Discorso a parte merita l’ex AD di FCA Mike Manley, presente in tabella perché nel marzo 2022 Stellantis gli ha pagato 51,1 milioni, importo che fa riferimento agli accordi tra il manager e FCA prima della fusione di quest’ultima con PSA.
Passando a banche e assicurazioni, spicca Carlo Cimbri, ex dg e ad e ora presidente di Unipol, con 6,08 milioni. Poi con 5,5 milioni c’è l’AD delle Generali Philippe Donnet, confermato lo scorso anno alla guida del Leone di Trieste. In aumento anche la retribuzione di Carlo Messina, AD e dg di Intesa Sanpaolo: ha percepito 4,55 milioni. Per il suo primo anno pieno alla guida di Unicredit Andrea Orcel ha percepito 3,54 milioni
Guardando invece le controllate pubbliche c’è Saipem che lo scorso anno ha vissuto una profonda crisi dopo l’allarme utili lanciato a gennaio 2022. Ha cambiato vertici e l’ex AD e dg Francesco Caio ha percepito un compenso totale di 4,1 milioni. Anche in Snam Marco Alverà ha lasciato la carica di AD con 5,9 milioni. Ma non per tutti i vertici di aziende quotate a partecipazione pubblica la busta paga è aumentata. Francesco Starace, orami ex AD e dg di Enel, ha avuto 2,67 milioni (dai 3,2 milioni del 2021). In Eni l’AD Claudio Descalzi ha percepito 5,82 milioni, con una variazione minima rispetto ai 5,85 milioni del 2021.
Stipendi manager Ftse Mib – La classifica dei più pagati
Questi i nomi dei top manager più pagati di ognuna delle 40 società del Ftse Mib e i relativi compensi:
- Carlos Tavares (ad Stellantis) – 23.4509.006 euro
- Scott Wine (ad Cnh) – 11.430.770 euro
- John Elkann (ad e presidente Exor, presidente Stellantis) – 11.246.369 euro
- Jean Marc-Chery (presidente e ad Stm) – 7.218.443 euro
- Carlo Cimbri (presidente, ex dg e ad Unipol) – 6.086.890 euro
- Marco Alverà (ex ad Snam) – 5.940.000 euro
- Claudio Descalzi (ad e dg Eni) – 5.824.000 euro
- Max Gerrit (ad Iveco) – 5.784.778 euro
- Philippe Donnet (ad Generali) – 5.509.793 euro
- Carlo Messina (ad e dg Intesa Sanpaolo) – 4.554.900 euro
- Enrico Vita (ad e dg Amplifon) – 4.178.000 euro
- Francesco Caio (ex ad e dg Saipem) – 4.135.000 euro
- Robert Kunze Concewitz (ad Campari) – 3.827.942 euro
- Benedetto Vigna (ad Ferrari) – 3.780.916 euro
- Pietro Labriola (ad Tim) – 3.607.000 euro
- Andrea Orcel (ad Unicredit) – 3.541.046 euro
- Alberto Nagel (ad Mediobanca) – 3.524.426 euro
- Paolo Bertoluzzo (ad e dg Nexi) – 3.139.000 euro
- Remo Ruffini (presidente e ad Moncler) – 2.775.246 euro
- Fulvio Montipò (presidente e ad Interpump) – 2.731.000 euro
- Francesco Starace (ad e dg Enel) – 2.677.843 euro
- Giovanni Ferigo (ad e dg Inwit) – 2.208.477 euro
- Alessandro Profumo (ad Leonardo) – 1.960.000 euro
- Paolo Gallo (ad Italgas) – 1.919.810 euro
- Giuseppe Castagna (ad Banco Bpm) – 1.832.332 euro
- Robert Koremans (ad Recordati) – 1.806.000 euro
- Stefano Donnarumma (ad e dg Terna) – 1.770.743 euro
- Carlo Rosa (ad e dg Diasorin) – 1.753.923 euro
- Massimo Doris (ad Banca Mediolanum) – 1.730.868 euro
- Piero Montani (ad e dg Bper) – 1.711.000 euro
- Paolo Luigi Merli (ad Erg) – 1.676.967 euro
- Matteo Del Fante (ad e dg Poste Italiane) – 1.607.632 euro
- Massimo Guiati (ad Azimut) – 1.500.000 euro
- Giorgio Medda (ad Azimut) – 1.500.000 euro
- Massimo Battani (amministratore esecutivo Prysmian) – 1.414.656 euro
- Alessandro Foti (ad e dg Fineco) – 1.383.438 euro
- Dirk Beese (ceo Dyckerhoff Buzzi Unicem) – 1.171.246 euro
- Gian Maria Mossa (ad e dg Banca Generali) – 1.053.051 euro
- Renato Mazzoncini (ad e dg A2A) – 1.051.661 euro
- Tommaso Tommasi di Vignano (presidente esecutivo Hera) – 773.242 euro