Nella conferenza stampa fiume della giornata di ieri, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha toccato anche la questione Bari, società di proprietà della stessa FilmAuro al centro di rumors per quanto riguarda un possibile cambio di proprietà. Le parole usate dal numero uno dei partenopei «seconda squadra» non sono piaciute all’ambiente barese e hanno creato un dissidio all’interno della stessa famiglia, visto che il figlio Luigi gestisce la società pugliese da amministratore unico.
Nella serata di ieri, dopo che la conferenza stampa aveva provocato l’intervento del sindaco della città pugliese Antonio Decaro desideroso di sentire delle scuse da parte di De Laurentiis, ecco che a sedare gli animi è intervenuto direttamente Luigi, anche se ha sottolineato la sua contrarietà rispetto alle parole usate dal padre. «E inutile che io ci giri intorno: devo dissociarmi dalle dichiarazioni rilasciate da mio padre, presidente dell’altra squadra della FilmAuro – si legge in un post pubblicato su Instagram -. Così come non sempre un figlio la pensa come il proprio padre, può accadere che due soci non condividano la stessa visione aziendale».
«Voglio credere che le parole di mio padre siano state mal interpretate o che lui stesso non si sia espresso con chiarezza, perché ovviamente non è possibile parlare di Bari e del Bari derubricandole a seconda squadra del gruppo non solo perché non è vero ma, inoltre, non rende giustizia alla storia di questa piazza. In ogni caso che ci sia stato un malinteso o meno, quanto accaduto è la dimostrazione nei fatti della totale autonomia che esiste fra le due realtà aziendali. Perché se il presidente dell’altra squadra del gruppo avesse gestito l’organizzazione del Bari, se sapesse come funziona il nostro settore giovanile, se avesse seguito in prima persona la creazione di questa struttura aziendale vocata a progetti ambiziosi, sicuramente non avrebbe parlato di “seconda squadra”».
«Dall’inizio della mia avventura ho agito autonomamente, con la mia impronta, i miei valori, il mio metodo aziendale: abbiamo strutturato un gruppo di lavoro che ogni giorno si occupa di gestire ogni aspetto della vita del Bari, assumendoci enormi responsabilità verso la città e i tifosi. Una volta avviata la macchina, ho rispettato ogni delega data e ogni ruolo affidato ai professionisti che ho scelto, senza mai abbandonare il Bari, ma costruendo una struttura solida abbastanza da poter essere indipendente e autonoma».
«Siamo arrivati a 90 secondi dalla Serie A, il nostro paradiso, ma siamo caduti e ci siamo fatti male. lo ci sono sempre stato e con fermezza ma senza alzare la voce ho motivato, sostenuto, investito ma, soprattutto, rispettato. E gli investimenti degli ultimi giorni ne sono una ulteriore prova. La mia prima squadra è il Bari e fino a quando sarò qui ne difenderò gli interessi, l’onore e i colori, con onestà intellettuale e morale e con impegno di fronte a chiunque».
Via social è arrivato anche un ulteriore messaggio di Aurelio De Laurentiis: «Il Bari è guidato da mio figlio Luigi De Laurentiis in totale autonomia ed è stato a un passo dalla Serie A solo sette mesi fa. L’obiettivo della proprietà è quello di portarlo più in alto possibile. Se le mie parole hanno offeso i tifosi mi dispiace». L’ultima frase dovrebbe aver accontentato anche il sindaco Decaro, ma le polemiche non si sono placate. Infatti, per la giornata di oggi è prevista una conferenza stampa in merito del gruppo comunale di Fratelli di Italia.