Il calcio europeo sta vivendo un momento di indagini e accuse che attraversano tutte le nazioni, dall’indagine della Premier League sul Manchester City a quella che vede il Barcellona pagare l’ex vicepresidente degli arbitri per 17 anni, fino alle questioni che riguardano la Juventus, dall’inchiesta sulle plusvalenze alla “manovra stipendi” in epoca Covid.
Delle ultime due ha parlato Karl-Heinz Rummenigge, prima calciatore e poi per 30 anni dirigente fino a diventare amministratore delegato del Bayern Monaco (club lasciato nel 2021), oltre che ad lungo presidente dell’ECA, prima di diventarne presidente onorario e lasciare il ruolo ad Andrea Agnelli. Oggi Rummenigge è membro del comitato esecutivo della UEFA come rappresentante proprio della associazione dei club europei.
«Sono totalmente contrario alla Superlega – commenta Rumenigge al Corriere dello Sport -. Non a caso l’idea è venuta a tre club con enormi problemi di liquidità. Puntavano a ottenere ricavi importanti in tempi rapidi. Ora la proposta della Superlega è passata da 20 a 80 squadre, ma il calcio non reggerebbe uno stravolgimento così radicale. Quello che invece bisogna cambiare, e in fretta, è il Fair Play Finanziario, dovrà essere più rigido. I club sono costantemente sotto la pressione dei tifosi e dei media che impongono di spendere e spendere. Ma il calcio è l’unica industria che produce solo perdite. Leggendo cosa aveva combinato la Juve non ci potevo credere, mai sentita una cosa simile in vita mia. La Juve è una società importantissima, di riferimento per il calcio italiano e europeo, si è fatta un clamoroso autogol, sono comunque sicuro che sarà in grado di ricostruirsi. Nei tempi giusti»
Sul Barcellona: «Ho riso leggendo questa notizia. La cosa però non mi stupisce: ogni volta che giocavamo in Spagna avvertivo una strana sensazione. Sono cose inaccettabili che non investono soltanto il torneo nazionale. Anche il tema arbitrale va affrontato con molta serietà. E rispetto».
Sul momento del calcio europeo: «Oggi l’unico campionato vivo è la Premier, l’Inghilterra spende cifre astronomiche e in modo poco intelligente, irrazionale, gli altri Paesi vanno avanti tra sofferenze finanziarie e scandali, ma riescono ugualmente a portare a casa i trofei. Questo vuol dire che gli inglesi commettono errori pazzeschi, il loro è un mercato fuori controllo. II Chelsea a gennaio ha buttato centinaia di milioni per ritrovarsi al decimo posto e con quasi la metà dei punti di chi è in testa: è una cosa assurda. La globalizzazione del mercato ha creato degli scompensi penosi, un tempo esisteva il mercato nazionale, i soldi circolavano all’interno del sistema, le ricchezze venivano distribuite meglio».
Infine, Rummenigge dice la sua anche sul nuovo Mondiale per Club a 32 squadre lanciato da Infantino dal 2025: «Il format del Mondiale per club è superato, produce finali inutili, prive di senso. Un tempo si affrontavano un’europea e una sudamericana. Nel 2021 a Doha trovammo una messicano, quest’anno il Real ha battuto una araba. Le europee esprimono una superiorità che deprime lo spettacolo».
Sul calendario troppo denso di partite: «Si gioca troppo, certo, perché sono aumentati notevolmente gli impegni delle nazionali. Noi giocavamo al massimo 8 partite l’anno con la Germania, oggi hanno qualificazioni europee e mondiali, Nations League e altri tornei sparsi. In questo caso sarebbe utile tornare al passato, razionalizzando il calendario».