Brutte notizie per il Barcellona, che a breve sarà impegnato nel Mondiale per Club: il Tribunale dell’Unione Europea, infatti, ha bocciato la richiesta del club catalano che voleva registrare come marchio comunitario il contorno del suo stemma. I Giudici della Corte di Lussemburgo hanno giustificato questa decisione sottolineando che il marchio, o meglio la forma del celebre scudo blaugrana, non contiene elementi di spicco tali da richiamare l’attenzione dei consumatori sull’origine commerciale dei prodotti e dei servizi oggetto della domanda. Si tratta quindi di una forma semplice e non consente di distinguere i prodotti del Barça da quelli delle altre imprese.
La decisione del Tribunale arriva oggi dopo che nel 2013 il club catalano aveva chiesto all’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (Uami) la registrazione come marchio comunitario di un segno figurativo: si tratta dello stemma per prodotti di carta, capi d’abbigliamento e attività sportive. L’Uami, però, aveva respinto la domanda di registrazione con la motivazione che il segno non era idoneo a richiamare l’attenzione dei consumatori sull’origine commerciale dei prodotti e dei servizi oggetto della domanda.
La situazione tra le parti era poi proseguita nel maggio 2014, quando l’UAMI aveva respinto nuovamente la domanda di registrazione con la motivazione che “il segno non era idoneo a richiamare l’attenzione dei consumatori sull’origine commerciale dei prodotti e dei servizi oggetto della domanda”. Il Barcellona poi ha presentato ricorso, ma nella sentenza di oggi la Corte “conferma che nessuna delle caratteristiche del segno contiene elementi di spicco tali da richiamare l’attenzione dei consumatori. Il marchio richiesto, infatti, sarebbe percepito dai consumatori piuttosto come una forma semplice e non consentirebbe loro di distinguere i prodotti o i servizi del suo titolare da quelli delle altre imprese. Il Tribunale osserva altresì che gli stemmi vengono utilizzati abitualmente in ambito commerciale a fini puramente decorativi, senza rivestire una funzione di marchio. Di conseguenza, il segno in questione non possiede il carattere distintivo richiesto dal regolamento sul marchio comunitario ai fini della sua registrazione. La Corte rileva inoltre che il club non è riuscito a dimostrare che tale segno abbia acquisito un carattere distintivo in seguito all’uso. Alla luce di quanto precede, il Tribunale respinge integralmente il ricorso del Barcellona“.
La decisione della Corte dell’Unione Europea sarà certamente destinata a fare discutere molti appassionati. Periodicamente, infatti, non mancano polemiche da parte dei tifosi in merito a scelte di marketing attuate dagli sponsor che portano a mettere sul mercato maglie che non rispettano i colori tradizionali del club. Ne sono un esempio le terze maglie di quest’anno indossate dalla Juventus, per la prima volta sponsorizzata da Adidas che ha proposto una divisa nera a girocollo con le tre strisce, il logo Adidas, lo stemma del club bianconero con le tre stelle e i bordi delle maniche color oro e dal Milan, che indossa invece una maglia verde e gialla. Di matrice opposta è invece la scelta attuata recentemente dal Le Havre, che ha deciso di autoprodursi le divise da gioco per non sottostare ai condizionamenti dello sponsor tecnico Nike.