Che Jorge Mendes, potentissimo procuratore portoghese, non gradisse il Fair Play Finanziario era cosa intuibile. Lo si poteva capire dalle recenti indiscrezioni dei media inglesi, sui suoi coinvolgimenti in operazioni legate a fondi d’investimento dalla non chiarissima gestione. Ma negli ultimi giorni, per il manager di Cristiano Ronaldo la questione sembra essere diventata di primaria importanza. Basta sentire quanto detto domenica 8 febbraio alla radio spagnola Cadena Ser.
“I tribunali devono fermare il FFP”
Durante il popolare programma “El Larguero”, Mendes è stato protagonista di una lunga intervista. In due ore, il re dei procuratori capace di guadagnare 30 milioni di euro in commissioni nell’ultimo mercato estivo, ha parlato in lungo e in largo della sua vita da agente ricco e famoso. Dagli esordi come proprietario di una videoteca (“Mio fratello mi prestò io soldi per cominciare”) a sogni sul pallone (“Volevo giocare fin da piccolo”). Non solo ricordi, però. In Spagna tutti volevano sapere dello stato d’animo di uno dei suoi assistiti più famosi, dopo la sconfitta nel derby e la chiacchierata festa di compleanno di CR7 dopo la partita. E così, tra una giustificazione e l’altra di Mendes, sono quasi scivolate via alcune dichiarazioni di fuoco di Mendes sul Fair Play Finanziario.
“La maggiore vergogna del calcio è il Fair Play Finanziario, pregiudica molti giocatori. Questo insieme di regole è illegale, i tribunali devono fermarlo”. Una polemica, quella di Mendes, che al momento non ha trovato grande spazio sui media spagnoli. A cominciare da Marca, che al momento ha preferito concentrarsi sulla questione Cristiano Ronaldo. Maggiore eco, in questo senso, hanno avuto le parole di un altro assistito illustre di Mendes, Josè Mourinho, che chiamando in causa il Fair Play Finanziario ha chiesto nei giorni scorsi la revoca dell’ultimo titolo vinto in Premier League dal Manchester City, sanzionato dalla Uefa proprio in ottica FFP.
Uefa a un bivio sul Fair Play?
Le recenti proteste contro il FFP potrebbero indurre la Uefa a vagliare la possibilità di operare alcune modifiche. Come anticipato in esclusiva da Calcioefinanza lo scorso gennaio, sul tavolo di Michel Platini sarebbe arrivato un piano elaborato dall’European Club Association (Eca) per chiedere un ammorbidimento delle regole introdotte nel 2009 (proprio nell’estate in cui Cristiano Ronaldo passò al Real Madrid).
Un cambio che nelle intenzioni dell’Eca non cambierebbe il background etico del FFP, ma che favorirebbe l’ingresso di nuovi investitori, soprattutto non europei, nei capitali dei club del Vecchio Continente. Attualmente, la Uefa non avrebbe intenzione di operare modifiche sostanziali alle proprie regole, ma le recenti uscite di Mourinho e Mendes evidenziano che non tutti sono d’accordo su quanto stabilito dal Governo del calcio.
Mendes e le Tpo
Che Mendes non veda di buon occhio le restrizioni Uefa, è intuibile dai rapporti che lo legano, ad esempio, al potente fondo Doyen. Il caso più clamoroso di questo legame resta quello del passaggio di Falcao dal Porto all’Atletico, quindi al Monaco. “Sono stato coinvolto direttamente e indirettamente nei passaggi all’Atletico Madrid di Courtois, Thiago, Diego Costa, Miranda e Falcao. E sono molto felice, attraverso queste contrattazioni, di aver contribuito alla crescita di questo club”, spiega Mendes a Cadena Ser. Un contributo pagato a caro prezzo dai Colchoneros: quando Radamel Falcao è passato dall’Atletico Madrid al Monaco per 60 milioni di euro, solo 18 sono andati all’Atletico, mentre il resto della torta è finito nelle tasche della Doyen e di Mendes stesso, proprietario del 50% del cartellino del colombiano. Non solo: Mendes sarebbe collegato a Doyen assieme a Peter Kenyon, ex ad di Manchester United e Chelsea.
La polemica di Mendes si inserisce in quella più ampia di Spagna e Portogallo contro l’abolizione delle Tpo. La Commissione Europea ha di recente ricevuto una denuncia nella quale sia la federcalcio spagnola che quella lusitana chiedono il blocco del divieto delle Tpo, deciso dalla Fifa a partire dal prossimo 1 maggio.
Alessandro Oliva