Ieri la UEFA ha deciso di non assegnare a San Siro la finale di Champions League 2026/27. Troppe le variabili legate allo stadio Meazza, e alle sue aree limitrofe, che coinvolgono direttamente, oltre al Comune di Milano, Inter e Milan, senza dimenticare che nel 2027 si terrà la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina.
«La nomina per la finale di Champions League 2027 era stata sospesa in attesa della conferma sull’assenza di lavori allo stadio di San Siro – ha spiegato Giorgio Marchetti, vice segretario generale UEFA –. Purtroppo, l’amministrazione comunale di Milano non è stata in grado di garantire che lo stadio sarebbe stato completamente sgombro e nella configurazione attuale. Di conseguenza, non abbiamo potuto assegnare la finale».
La decisione ha suscitato delusione, dato il prestigio del Meazza come sede di eventi calcistici di alto livello. «Milano è una grande sede e San Siro è uno stadio iconico – ha continuato Marchetti –. È ovvio che non fa piacere non poter procedere, ma l’assegnazione era subordinata alla conferma della disponibilità dello stadio. La finale di Champions è un evento molto importante e non è compatibile con lavori in corso».
In merito all’assegnazione della finale ad un altro stadio italiano (è uscita nelle ultime ore l’opzione Olimpico di Roma), Marchetti ha aperto alla possibilità: «La UEFA riaprirà un processo di candidature nei prossimi giorni. Se l’Italia vorrà partecipare, proponendo una sede compatibile e disponibile nel 2027, potrà farlo. Tuttavia, dobbiamo seguire un processo di candidature formale».
Marchetti ha anche espresso preoccupazione per lo stato degli stadi italiani, un tema che è stato sollevato da più parti. «Sappiamo che ci sono delle cose che devono succedere e speriamo che accadano» ha concluso, sottolineando l’importanza di garantire strutture adeguate per ospitare eventi di tale portata.