Il patron del Torino Urbano Cairo ha celebrato il 19° anno alla guida della società granata. «Sono molto contento che questo anniversario coincida con un ottimo inizio di campionato: che sia di buon auspicio per una stagione molto positiva», le parole del numero uno del club a proposito della ricorrenza, che cade in un momento in cui il rapporto con i tifosi non è sicuramente ai suoi massimi.
In questi anni – come raccontato da Calcio e Finanza nei giorni scorsi – Cairo ha investito 78 milioni di euro nel Torino, con versamenti che si sono interrotti tra il 2013 e il 2021, per poi riprendere negli ultimi due anni (16,5 milioni di euro tra il 2022 e il 2023, come emerge dai dati ufficiali di bilancio del Torino). Ma quanto vale il Toro ora? Quanto potrebbe incassare Cairo in caso di cessione?
Il quotidiano La Repubblica ha provato a fare una stima di questo prezzo, utilizzando alcuni criteri chiave che aiutano ad individuare la cifra corretta per una società di calcio: dalla valutazione della rosa, considerando solo i giocatori di proprietà, ai diritti tv, dalla situazione finanziaria ai risultati sportivi, dalla popolarità del brand al futuro, fino a botteghino e sponsor.
Quanto vale il Torino? Il valore della rosa e i conti del club
Partendo dalla rosa, la valutazione aggiornata del parco calciatori (secondo i dati di Transfermarkt) a 173,23 milioni di euro. E qui emerge il senso di galleggiamento del Torino: cinque anni fa, stagione 2019/ 20, il Toro aveva un valore non poi così dissimile (163 milioni), mentre rispetto ad allora il Bologna è più che raddoppiato, da 129 a quasi 286 milioni. Secondo criterio: i diritti tv. Il Toro ha incassato nella scorsa stagione 47,3 milioni, una cifra in linea con l’ultimo triennio, pur se inferiore al campionato 2022/23 quando il club aveva portato a casa 49,1 milioni di euro.
Ci sono poi gli asset, i beni di proprietà, e qui le note sono dolenti. Cairo affitta il Grande Torino pagando mezzo milione all’anno; il prossimo 30 giugno scadrà la concessione e il Comune vorrà aumentare il canone, mentre la vendita dell’impianto resta un’ipotesi suggestiva ma poco praticabile. Il Fila, invece, è di proprietà della Fondazione Stadio Filadelfia, l’ente pubblico/privato che gestisce il centro e lo affitta al Torino. Infine, il Robaldo, la casa delle giovanili per cui il club nel 2016 si aggiudicò l’area in concessione trentennale ma che resta per ora un cantiere aperto.
Capitolo botteghino: nel 2023, fra abbonamenti e biglietteria, sono arrivati 6,179 milioni, passo avanti rispetto ai 4,479 del 2022. Restando sui conti, le due mega-plusvalenze di Buongiorno e Bellanova miglioreranno sensibilmente il bilancio 2024, dopo che il fatturato 2023 è stato di 101,1 milioni (contro i 112,7 al 31 dicembre 2022), mentre i costi sono calati passando da 117,9 a 109,4 milioni. Tirando le somme, una base di trattativa – secondo La Repubblica – potrebbe aggirarsi intorno ai 200 milioni.