Mentre i legali delle parti portano avanti un botta e risposta fatto di note e dichiarazioni alle agenzie stampa, gli inquirenti di Torino stanno portando avanti le proprie indagini che hanno messo al centro l’eredità, e i relativi conti degli eredi, dell’Avvocato Gianni Agnelli.
Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, la questione principale verte sulla residenza di Marella Caracciolo, moglie dell’Avvocato deceduta nel 2019. Infatti, la mamma di Margherita Agnelli e nonna di John, Lapo e Ginevra Elkann ha sempre dichiarato di risiedere in Svizzera negli ultimi anni della sua vita, ma la questione sollevata da Margherita presuppone che sia stato fatto per evitare di pagare le tasse in Italia. Da qui la contestazione di presunta evasione fiscale che ora gli inquirenti stanno provando a dimostrare con la loro indagine.
Infatti, se fosse provata l’abituale residenza italiana di Marella Caracciolo, sarebbe rimessa in discussione la sua successione “svizzera” a favore degli Elkann. Le carte di un procedimento svizzero, infatti, indicano come la presenza in Italia di Marella Caracciolo non sia così marginale. Ma la difesa di tale presupposto viene sottolineata dal versamento di 300mila franchi annui pagati al signor Hans Spillmann per l’affitto della casa di Lauenen, comune del cantone di Berna, che fu poi acquistata.
Residenza Marella Agnelli – La testimonianza dei nipoti
Nel procedimento civile svizzero al tribunale di Thun, uno di quelli avviati dagli Elkann, le dichiarazioni di John, Lapo e Ginevra riportate in una memoria dei loro avvocati, ricostruiscono vita, viaggi e residenze della nonna a cui erano legatissimi. Per molti anni, prima della morte dell’Avvocato i viaggi di Marella «hanno seguito schemi fissi: trascorreva gennaio e febbraio a St Moritz (dove di norma si univano a lei Gianni Agnelli e altri membri della famiglia). In aprile lei e il marito erano regolarmente a New York e in maggio e giugno soggiornavano insieme in Corsica. In luglio e agosto era a St Moritz. In settembre soggiornava regolarmente e Villar Perosa. In novembre Gianni e Marella si recavano nuovamente a New York. In mezzo si svolgevano viaggi spontanei e soggiorni più brevi in altri luoghi, per esempio Parigi».
Residenza Marella Agnelli – I cambiamenti dopo la morte dell’Avvocato
Abitudini che cambiano a partire dal 2003, anno della morte dell’Avvocato. La dimostrazione sono il passaggio di proprietà alla figlia Margherita delle ville in Corsica e Parigi, con la vedova Agnelli che ha iniziato a frequentare più abitualmente la tenuta Ain Kassimou a Marrakech. Ed ecco il nuovo schema di spostamenti di Marella, raccontato sempre dai tre nipoti: «trascorreva gennaio e febbraio a St Mortiz; marzo e aprile a Marrakech; maggio-giugno in Italia; luglio e agosto tornava a St Moritz» e poi «a settembre il suo luogo di dimora rimaneva Villar Perosa» e «a Natale visitava spesso i fratelli a Roma». Da ciò si deduce che per sei mesi all’anno Marella Caracciolo, almeno tra il 2003 e il 2009, risiedeva in Italia.
Ma non è finita qui. «Dopo la morte del marito, Marella soggiornava un terzo dell’anno in Svizzera, un terzo in Marocco e un terzo in Italia». Schema consueto fino all’embolia che la colpisce a St Moritz nell’ottobre 2009, come raccontano John, Lapo e Ginevra Elkann: «nell’ottobre 2009 subì un’embolia polmonare anche per l’altitudine di St Moritz» che la portò a cercare un’altra casa, ma sempre in Svizzera. Infatti, per un po’ «visse presso il conoscente Lodovico Antinori a Saanen» poi si spostò nel paesino di Lauenen, sempre nella zona di Gstaad dove «prese in locazione per 300mila franchi annui dal signor Hans-Rudolf Spillmann la casa che ribattezzò con il nome del suo cane preferito: Chalet Icy». Alla fine acquistò l’immobile «per un prezzo di 11 milioni di franchi», lo ristrutturò, progettò il giardino e «arredò generosamente la cantina con rarità vinicole di Sotheby’s».
«Era consapevole – si legge nella memoria degli Elkann a Thun – che un cambiamento del domicilio dalla Svizzera all’Italia avrebbe complicato l’esecuzione e l’imposizione del contratto di rinuncia all’eredità in vista della sua morte», cioè il patto successorio con la figlia, vietato in Italia. Quindi la residenza Svizzera era indispensabile. «La determinazione a mantenere il domicilio in Svizzera (anche fiscale: riceveva dalla figlia 583mila euro al mese di vitalizio, ndr) era comprensibile e legittima rispetto all’obiettivo di mantenere l’accordo» concluso con Margherita. Rimane il nodo della durata del suo soggiorno in Svizzera. Sulla sua determinazione si gioca la vera partita dell’eredità.