Nella serata di ieri presso la sede del Comune di San Donato Milanese, è andato in scena un incontro fra il sindaco Francesco Squeri e i cittadini in merito alla possibile costruzione del nuovo stadio del Milan nell’area San Francesco. Terreni che la società Sportlifecity, di proprietà per il 90% del club rossonero, ha acquistato ufficialmente negli scorsi giorni.
L’incontro, che si inserisce nei sei in programma che vedranno protagonisti istituzioni locali e non, si è aperto con l’introduzione del sindaco Squeri e dell’ingegner Domenico Martini, dirigente dell’area di gestione del territorio. È stata ribadita la necessità di un accordo di programma, che darà il via alla fase operativa del progetto. In due anni dovrà essere chiusa e dunque tutti gli approfondimenti sulla fattibilità del piano andranno fatti in questo arco temporale.
Ed ecco il turno dei cittadini, circa 200 quelli presenti, che hanno affrontato vari temi. La domanda ricorrente dei residenti riguardava il perché della scelta di occupare nel complesso 54 ettari di suolo con un “progetto faraonico”. «L’area San Francesco è edificabile dal 1993 – ha spiegato Squeri -. In quella zona c’è già stata una delibera della passata amministrazione, che ha confermato che Sportlifecity può costruire».
«In strada mi fermano tante persone che vogliono lo stadio – ha continuato Squeri -, perché è una grande opportunità di sviluppo per la città. La precedente amministrazione ha vissuto due periodi dove c’era possibilità di costruirlo. Nel 2013, l’Inter si fece avanti con la famiglia Moratti. Poi la questione si è fermata, ma non significa che non ci sia stata la volontà. Come al solito, se uno fa l’amministratore lo stadio può essere un’opportunità, quando si passa all’opposizione cambia la visione. In caso una degli enti non rispetti le promesse? Se le cose stabilite non verranno attuate nell’accordo di programma, in Consiglio comunale si voterà contro al progetto stadio».
Sulla possibilità di un referendum: «In Comune c’è un regolamento. Va formato un Comitato dei garanti e verrà valutata la richiesta, al momento date certe non ne posso dare. Possono servire 7, 8 o 9 mesi, aspettiamo. Non c’è nessun timore di chiedere un parere». Il tema mobilità è invece quello più intricato da risolvere, senza incidere troppo sulla normale viabilità del comune dell’hinterland milanese: «I discorsi su sistema ferroviario e shuttle per potenziare i trasporti sono troppo vaghi? Tutte queste problematiche saranno evidenziate nella definizione dell’accordo di programma, per questo la fase preliminare ha una grande importanza – ha sottolineato l’ingegner Martini -. Serve ad avere degli alert, anche Rete Ferroviaria Italiana sarà della partita e avremo risposte su molti aspetti».
Il tema nuovo stadio Milan verrà riaffrontato a San Donato verso metà febbraio, quando sono previsti una nuova Conferenza dei capigruppo, una riunione della Commissione “Gestione territorio” e una seduta del Consiglio comunale. In quell’occasione, l’assemblea sarà chiamata a prendere atto dell’avvio dell’accordo di programma di competenza regionale.