Serie A, ricavi record nel 2022/23: ma i costi non frenano e i conti restano in rosso

I bilanci dei club nella Serie A: negli ultimi cinque esercizi le società hanno accumulato perdite complessive pari a 3,4 miliardi di euro.

AS Roma Vs FC Internazionale
L’ANALISI SUI BILANCI DEI CLUB
(Photo Andrea Staccioli / Insidefoto)

Qual è lo stato di salute della Serie A a livello economico? Il paziente nel 2022/23 è migliorato, con ricavi che raggiungono un nuovo record e la perdita aggregata che cala ancora ma senza raggiungere i livelli toccati prima della pandemia legata al Covid-19. È questo il dato di trend che emerge dall’analisi di Calcio e Finanza, nei dati raccolti ed elaborati sui bilanci dei club che hanno preso parte al massimo campionato di calcio italiano nelle ultime 5 stagioni.

Il risultato netto aggregato della Serie A nel 2022/2023 è stato negativo per 441 milioni di euro, in miglioramento rispetto al rosso di 998 milioni del 2021/2022: si tratta di un rosso ancora importante, specie se paragonato al risultato della stagione 2018/2019, l’ultima prima delle restrizioni pandemiche, in cui la perdita aggregata era stata di 278 milioni di euro. Tra le squadre in Serie A nel 2022/23, sei hanno chiuso il proprio bilancio in utile e quattordici in rosso: nel 2018/19 erano state sette le società a chiudere l’esercizio con un utile e tredici in perdita, mentre nel 2021/22 solo due club avevano chiuso in utile.

Bilancio Serie A – Il fatturato negli ultimi cinque anni

Dati su cui impatta in maniera significativa anche la crescita del fatturato. I ricavi aggregati dei 20 club di Serie A nella stagione 2022/23 hanno raggiunto quota 3,5 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 3 miliardi del 2021/22 ma anche ai 3,4 miliardi della stagione 2018/19: mai i 20 club avevano registrato ricavi così alti a livello aggregato, considerando che il precedente record era rappresentato appunto dai 3,4 miliardi del 2018/19.

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Nonostante le tre finali nelle coppe europee nel corso del 2022/23, i ricavi da diritti audiovisivi hanno raggiunto quota 1,48 miliardi, rimanendo sostanzialmente stabili nel confronto con il pre-pandemia (+5%, ma +13% rispetto al 2021/22), mentre i ricavi da calciomercato sono stati pari a 694,2 milioni, in calo rispetto al 2018/19 (-22% ma +12% rispetto al 2021/22). A trainare invece la crescita dei ricavi aggregati sono state in particolare le attività commerciali che hanno portato incassi per 755,8 milioni di euro (+23% rispetto al 2018/19 e +20% rispetto al 2021/22) e i ricavi da stadio, che tra il ritorno del pubblico a piena capienza negli stadi e la cavalcata nelle coppe dei vari top club (con incassi record) hanno portato ricavi aggregati da biglietteria e abbonamenti per 401,8 milioni di euro (+43% rispetto al 2018/19 e +90% sul 2021/22, quando però la capienza era ancora ridotta per le limitazioni Covid).

Nel 2022/23 i ricavi da diritti audiovisivi continuano così ad essere la principale fonte di entrata dei club con un incidenza sul fatturato complessivo del 42%, in linea con il 2018/2019. Cresce invece l’incidenza dei ricavi commerciali e da gare a scapito del peso dei ricavi da calciomercato che passano dal 26% del 2018/19 al 20% del 2022/23. Una voce su cui in particolare non si vede ancora l’effetto Arabia Saudita, che ci sarà nei conti dei club legati alla stagione in corso.

Bilancio Serie A – I costi negli ultimi cinque anni

Alla crescita dei ricavi fa da contraltare una crescita ancora più rapida dei costi. Partendo dai costi operativi, che per i 20 club di Serie A nella stagione 2022/23 sono stati pari a 2,87 miliardi di euro: si tratta di una cifra stabile rispetto al 2021/22, ma che rappresenta un incremento del 12% rispetto al 2018/19, quando erano stati pari a 2,57 miliardi. Una crescita trainata in particolar modo dall’aumento dei costi del personale (+8%) e degli altri costi (+24%), con il costo del personale che oltre ad essere una delle voci in maggior crescita resta anche la principale voce di costo per i club, con un’incidenza sui ricavi del 53%: si tratta di un impatto flessione sul 2021/2022 ma in aumento sull’anno benchmark, ovvero il 2018/2019. Resta quindi una certa difficoltà da parte delle società nell’andare a tagliare la spesa sul fronte stipendi, anche durante la pandemia e nonostante i vantaggi fiscali garantiti in questi anni dal Decreto Crescita per quanto riguarda gli stipendi di calciatori e allenatori provenienti dall’estero.

Anche guardando all’EBITDA (ovverosia la differenza tra ricavi e costi operativi,) per i 20 club che hanno preso parte alla Serie A 2022/23 il dato è in miglioramento rispetto al 2021/22, con 681 milioni rispetto ai 167 milioni del 2021/22, ma è in calo rispetto al 2018/19, quando era stato di 835 milioni, con una flessione quindi di circa il 18%.

Restano sostanzialmente stabili invece, rispetto al periodo pre-pandemia, gli ammortamenti e le svalutazioni, l’altra principale voce rilevante tra i costi considerando il peso degli ammortamenti per quanto riguarda le prestazioni sportive dei calciatori. In particolare, nel 2022/23 gli ammortamenti dei calciatori di proprietà dei 20 club di Serie A si sono attestati a 772 milioni contro gli 839 milioni del 2021/22 e i 761 milioni del 2018/19: un segnale anche del ricorso spesso a calciatori a parametro zero (che solo in caso di commissioni impattano a livello di ammortamenti) rispetto alle spese per l’acquisto dei cartellini da altre squadre.

Andando ad analizzare invece l’impatto del costo del personale e delle altre componenti legate ai calciatori (tra ammortamenti e altri oneri di gestione come costi dei prestiti) sui fatturati, i dati sono pressoché stabili rispetto al 2018/19: nei bilanci 2022/23 infatti i costi sono pari al 78% dei ricavi (2,7 miliardi su 3,5 miliardi di fatturato), rispetto al 77% dell’ultima stagione senza impatto del Covid (77%, con 2,6 miliardi di costi rispetto a 3,4 miliardi di ricavi). Il dato invece è in forte calo rispetto al 2021/22, quando l’impatto era addirittura del 98% (2,9 miliardi di costi su 3,0 miliardi di ricavi), andando di fatto a coprire con i soli costi del personale e dei calciatori l’intero fatturato dei club.

Bilancio Serie A – L’evoluzione del risultato netto

Dati che quindi incidono sul risultato operativo (ovverosia la differenza tra ricavi e l’aggregato di costi operativi, ammortamenti e svalutazioni), che per il 2022/23 fa registrare un rosso di 268 milioni rispetto al rosso di 882 milioni del 2021/22 e all’EBIT aggregato negativo di circa 91 milioni nel 2018/19. Per quanto riguarda gli oneri finanziari, la necessità di cassa da parte dei club durante la pandemia ha comportato spesso il ricorso a prestiti bancari e strumenti finanziari in generale (che, come vedremo, impatterà anche a livello di indebitamento), comportando così una crescita degli oneri finanziari rispetto al 2018/19, passando da 93 a 113 milioni: tuttavia, la componente nel 2022/23 ha registrato un leggero calo rispetto al 2021/22, quando erano pari a 117 milioni. Al contrario, complici anche gli utili registrati da un numero maggiore di club, nel 2022/23 sono aumentate le imposte (pari a 59 milioni rispetto al dato sostanzialmente in pareggio aggregato nel 2021/22).

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Il risultato netto aggregato è stato così negativo per circa 441 milioni di euro, rispetto alla perdita di 998 milioni nel 2021/22 e a quella pre-pandemia di 278 milioni nel 2018/19. Complessivamente negli ultimi cinque esercizi i club di Serie A hanno accumulato perdite complessive pari a 3,4 miliardi di euro (683 milioni di euro in media ogni stagione). Perdite che sono state coperte da importanti ricapitalizzazioni da parte dei soci e non solo, considerando anche alcune misure proprio legate alla pandemia (come le norme sulla rivalutazione del marchio e del parco giocatori), che hanno contribuito a mantenere il patrimonio netto aggregato positivo per 455 milioni (556 milioni nel 2018/2019).

Bilancio Serie A – Il trend dell’indebitamento

Infine, rispetto al 2021/22 è diminuito nel 2022/23 l’indebitamento lordo, pari a 4,6 miliardi (-5%), seppur sia comunque più rispetto all’ultima stagione pre-pandemia (4,2 miliardi, una crescita del 6%). La necessità di cassa di cui sopra, come dicevamo, ha impattato anche dal punto di vista del debito, considerando che rispetto al 2018/19 sono cresciuti in particolar modo i debiti verso soci (da 275 a 607 milioni) e quelli finanziari (da 1,4 a 1,6 miliardi).

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Inoltre, in crescita è anche l’indebitamento tributario e verso istituti di previdenza (da 282 a 736 milioni), soprattutto legato alla possibilità concessa dal governo ai club di dilazionare i propri debiti, dopo la sospensione del versamento fiscali durante la pandemia. Per quanto riguarda invece l’indebitamento finanziario netto, dato dalla somma tra i debiti finanziari e le disponibilità liquide, la cifra nei bilanci dei club di Serie A 2022/23 è pari a 1,03 miliardi, in calo rispetto al 2018/19 (1,2 miliardi) grazie all’aumento di liquidità in cassa per le società, passata da 266 a 595 milioni.