Osimhen, la Procura FIGC chiederà gli atti: cosa succede ora per il Napoli

Il club partenopeo fu già giudicato dalla giustizia sportiva a proposito dell’affare Osimhen, ma nuovi elementi potrebbero portare a sanzioni.

Cosa rischia il Napoli
(Foto: Francesco Pecoraro/Getty Images)

L’acquisto di Victor Osimhen da parte del Napoli è tornato sotto la luce dei riflettori. Nella giornata di oggi è arrivata infatti la notizia della chiusura delle indagini da parte della Procura di Roma, con il patron dei partenopei Aurelio De Laurentiis a rischio processo.

Un procedimento nato originariamente nel capoluogo partenopeo e arrivato nella capitale per competenza territoriale, dopo la trasmissione degli atti da parte dei pm napoletani, che riguarda le presunte plusvalenze fittizie intorno all’acquisto del bomber nigeriano nel 2020 dalla squadra francese del Lille per una cifra che superava i 71 milioni di euro. L’inchiesta non riguarda però solo De Laurentiis. Anche la società Napoli risulta coinvolta tanto che la notifica del 415 bis è stata inviata anche agli altri indagati, i membri del Consiglio di amministrazione che era in carica all’epoca dei fatti.

Cosa rischia il Napoli? L’assoluzione del 2022

La prossima settimana la difesa leggerà gli atti e poi sarà lo stesso patron del club partenopeo a dare la sua versione. Ma cosa rischia il Napoli? Cosa succederà ora dopo la chiusura delle indagini? Secondo indiscrezioni il Procuratore della FIGC Giuseppe Chinè chiederà formalmente gli atti di indagine, per capire se ci siano elementi nuovi per riaprire il caso.

Sull’operazione Osimhen, infatti, la giustizia sportiva aveva già avviato accertamenti. Nell’aprile del 2022 è arrivato però il proscioglimento nei confronti sia del club che si è laureato Campione d’Italia che dello stesso De Laurentiis. Al primo round, il Tribunale Federale Nazionale aveva prosciolto i club e gli amministratori deferiti.

L’appello presentato alla Corte Federale d’Appello era stato inoltre respinto e da lì si è arrivati alla richiesta di ricorso per revocazione. In quel caso, però, il Napoli non era stato incluso tra i club deferiti. Questo perché, trattandosi di un ricorso per revocazione, erano necessarie circostanze straordinarie tali da far riaprire il caso. Circostanze che sono emerse invece per la Juventus e che portarono poi alla penalizzazione di 10 punti in campionato.

In quella occasione, al Napoli e al suo presidente Aurelio De Laurentiis furono contestate violazioni degli articoli 4, 6 e 31 del Codice di Giustizia Sportiva. I primi due riguardano rispettivamente il rispetto «delle norme federali e dei principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva» e la responsabilità delle società per l’operato dei dirigenti.

L’articolo 31 è invece incentrato sull’illecito amministrativo: «Costituisce illecito amministrativo la mancata produzione, l’alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parziale, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva, dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche (COVISOC) e dagli altri organi di controllo della Federazione nonché dagli organismi competenti in relazione al rilascio delle licenze UEFA e FIGC, ovvero il fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali. Costituiscono altresì illecito amministrativo i comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica nonché la mancata esecuzione delle decisioni degli organi federali competenti in materia».

Cosa rischia il Napoli? I possibili nuovi elementi

Il fatto che si arrivò a un’assoluzione non significa che non si possa riaprire un “caso Napoli”, cosa che accadrebbe soltanto però nel caso in cui dovessero emergere, dalla indagine della Procura di Roma, nuovi elementi concreti sull’operazione Osimhen. Come sono emersi nel caso della Juventus, con intercettazioni a corredo del quadro accusatorio della Procura di Torino. Infatti soltanto qualora vi fossero novità ritenute “rilevanti” per quanto riguarda le indagini, rispetto ai documenti sui quali la Procura FIGC ha preso la sua decisione nell’aprile 2022, queste potrebbero portare alla riapertura del caso anche in ambito sportivo.

Il Napoli quindi soltanto in questo potrebbe così essere deferito e a quel punto – in base alle violazioni contestate – i partenopei potrebbero anche rischiare una penalizzazione di qualche punto in classifica anche a campionato in corso, una situazione analoga a quella capitata alla Juventus un anno fa. Ai bianconeri furono detratti 10 punti in classifica, ma nel loro caso fu contestato un ricorso sistematico al sistema delle plusvalenze, mentre per il Napoli si tratta di una sola operazione.

La palla passa dunque a Giuseppe Chinè, che dopo aver eventualmente chiesto gli atti li esaminerà per capire se ci siano elementi nuovi che possano portare a una riapertura del caso. Soltanto in questo caso il Napoli rischierebbe nuove sanzioni a livello sportivo, dopo l’assoluzione sulla vicenda arrivata la prima volta nel 2022.