Scaroni: «Se Sala si fosse mosso prima avremmo già costruito lo stadio»

«L’amministrazione poteva dire: Milano avrà il più bel stadio del mondo e abbiamo anche chi lo paga. Oggi invece il sindaco è qui che arranca di cercare di mettere una pezza a questa matassa della Sovrintendenza».

Scaroni Sala San Siro
Paolo Scaroni (Foto: MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

L’assemblea degli azionisti del Milan ha approvato ufficialmente il bilancio del club rossonero, che come anticipato da Calcio e Finanza si è chiuso al 30 giugno 2023 con un utile di 6,1 milioni di euro. Un risultato che non si vedeva dal 2006 e che ha consentito al Milan di portare avanti un mercato fatto di investimenti anche nella sessione di mercato estiva che si è chiusa a settembre.

Intervenendo ai microfoni dei giornalisti, il presidente Paolo Scaroni ha commentato: «Approvato un bilancio consolidato che prevede un utile di 6 milioni, a monte di tutte le operazioni di mercato successive. Risultato ordinario e positivo, con fatturato di più di 400 milioni e che ha generato 78 milioni di cassa, con investimenti per 79 milioni. E’ stato un anno buono, non so quando sia stato l’ultimo anno con gestione ordinaria positiva. Quando sono diventato presidente del Milan avevamo ricavi inferiori a 200 milioni, ora siamo riusciti a raddoppiare. La Champions e la performance nel torneo hanno generato una quota importantissima di ricavi, questo per dire quanto sia importante essere in Champions e fare bene nella competizione. Se non ci siamo non possiamo fare quadrare i conti e nutrire i nostri fan nel mondo».

Scaroni Sala San Siro – Il rammarico del numero uno rossonero

Il numero uno rossonero ha parlato anche del capitolo stadio, con un riferimento alle ultime mosse del sindaco di Milano Giuseppe Sala: «Vedo le parole del sindaco con un certo rammarico. Se queste mosse fossero arrivate anni fa noi lo stadio lo avremmo già costruito. L’amministrazione poteva dire: Milano avrà il più bel stadio del mondo e abbiamo anche chi lo paga. Oggi invece il sindaco è qui che arranca di cercare di mettere una pezza a questa matassa della Sovrintendenza. Finché questo vincolo sta in piedi l’ipotesi San Siro non esiste. Non possiamo intervenire sullo stadio e non possiamo buttarlo giù. Il Milan prosegue sul progetto San Donato, in questo momento stiamo studiando tutte le ipotesi di finanziamento».

Il presidente del club ha poi voluto parlare della protesta di APA Milan, associazione che raccoglie un piccolo gruppo di azionisti e che ha disertato l’assemblea: «RedBird possiede il 99,7% del Milan e le azioni non in mano a RedBird rappresentano lo 0,3%. Ci sono 50 azionisti che sono associati ad APA per un investimento complessivo pari a 23mila euro, lo 0,02% del capitale. Fatta questa premessa, noi trattiamo con gli azionisti in assemblea, ed è qui che dialoghiamo con loro. Se volessimo farlo fuori dall’assemblea dovremmo farlo con tutti, non solo con loro. Se entriamo nel mondo tifosi invece, ben volentieri nei limiti che ci sono dati dalla FIGC possiamo dialogare con loro. Ma mischiare i due ruoli rende la vita complicata».

A proposito dei rinnovi dei contratti, Scaroni spiega che «nell’ambito della sostenibilità vogliamo avere i giocatori migliori, tranquilli e con contratti a lungo termine. Quando approcciamo i rinnovi li osserviamo da questa angolatura. Un grande colpo in attacco? Me lo auguro, poi i risultati economici sono influenzati moltissimo da quelli sportivi. Un Milan che faccia bene in Champions e ci entri anche l’anno prossimo va in questa direzione. Questo consente di guardare al mercato in modo molto diverso e gli obiettivi sportivi condizionano quelli economici e viceversa. Negli ultimi anni ci siamo riusciti, mi auguro che questo continui».

Scaroni tiene inoltre le porte aperte a un ritorno nel club di Zlatan Ibrahimovic, spiegando che «noi abbiamo mostrato grande disponibilità. Poi bisogna che Ibra decida cosa vuole fare “da grande”, ma mi sembra che lui stesso attraversi un momento di riflessione, perché dopo una carriera così è importante che faccia una scelta ragionata, anche capire dove vivere. Quando le avrà fatte saremo contenti di parlarne, aspettiamo lui».

Scaroni Sala San Siro – La capienza del nuovo impianto

Una battuta anche sui diritti televisivi e sull’assegnazione ufficiale a DAZN e Sky anche per le prossime cinque stagioni: «Quello che mi dà preoccupazione sono i diritti internazionali, esiste un mercato negli USA in cui sembra che il calcio inizi a farsi strada. Sui diritti nazionali per organizzare un canale servivano competenze manageriali importanti».

Chiusura dedicata ancora al capitolo stadio, questa volta al tema della capienza: «Fino a 70mila sono due anelli, più di 70mila sono tre anelli. Un anello in più costa molto di più e la partita si vede col cannocchiale. I 70mila sono un po’ al limite massimo, vogliamo fare lo stadio a due anelli. Poche volte a San Siro ci sono più di 70mila spettatori», ha concluso riferendosi probabilmente alle presenze effettive dei tifosi durante le partite (e non al dato dei posti venduti).