Ufficiale, la Serie A resta su DAZN e Sky: assegnati i diritti tv, ecco le cifre

L’assemblea della Lega Serie A ha approvato l’offerta delle due emittenti con 17 voti a favore.

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I loghi di Sky e DAZN (Andrea Staccioli/Insidefoto)

Ufficiale, i diritti tv della Serie A restano a DAZN e Sky: sono stati assegnati alle due emittenti con 17 voti a favore nel corso dell’odierna assemblea della Lega.

Accettata quindi l’offerta delle due emittenti, che hanno messo sul piatto 900 milioni di euro a stagione dal 2024/25 fino alla stagione 2028/29. Cade così l’ipotesi del canale di Lega, con le società che hanno preferito continuare con la coppia DAZN e Sky.

L’offerta di DAZN e Sky da 900 milioni a stagione sarà a partire dal 2024/25 fino al 2028/29, di cui circa 700 milioni dalla piattaforma OTT e altri 200 milioni dalla pay-tv di Comcast, rispetto ai 927,5 milioni di euro del triennio 2021/24. Decade così per ora l’ipotesi del canale di Lega, con le società che hanno preferito proseguire con l’attuale struttura: DAZN trasmetterà 10 partite, con 3 partite che saranno in co-esclusiva. A votare contro le offerte di DAZN e Sky sono state Salernitana e Cagliari, mentre il Napoli è risultato assente uscendo dalla sala al momento del voto.

La Lega Serie A punta tuttavia incassi dai diritti tv pari a 1 miliardo di euro l’anno nei prossimi cinque anni, tra gli incassi dalle televisioni, la quota di revenue sharing e i cosiddetti costi tecnici. Nel dettaglio, come spiegato dall’ad Luigi De Siervo, oltre ai 900 milioni di Dazn (circa 700 milioni annui) e Sky (200 milioni annui), c’è anche una quota di revenue sharing nell’accordo con Dazn che, nell’ipotesi più conservativa, può portare “60 milioni di ricavi aggiuntivi”.

In particolare, infatti, superati i 750 milioni di euro di ricavi dagli abbonati per Dazn, il fatturato extra verrà distribuito al 50% tra la piattaforma e la Lega. Ai quali vanno aggiunti circa 40 milioni di euro di cosiddetti costi tecnici, ovverosia la quota che le emittenti versano alla Lega per la produzione delle partite. “La scelta quindi proietta dei numeri, tra costi tecnici e ricavi, superiore al miliardo medio nei cinque anni”, ha spiegato De Siervo.