Lo shock del caso scommesse che ha coinvolto il calcio italiano ha messo in secondo piano un grande notizia come l’assegnazione all’Italia degli Europei 2032, in partnership con la Turchia, può rappresentare una grande occasione per il nostro Paese per mettere nel mirino una volta per tutta la questione stadi. Un tema che vede l’Italia tra le ultime nazioni in Europa per quanto concerne la modernità degli impianti.
Basti pensare al confronto diretto con la Turchia nostra partner che, a differenza del Belpaese, ha già a praticamente pronte quasi tutte le infrastrutture per ospitare la manifestazione.
La situazione prevede che per il momento i due Paesi hanno presentato una lista di 20 stadi – dieci ciascuno -, dai quali si dovranno scegliere in maniera paritetica i dieci impianti in cui si svolgerà la kermesse: quindi cinque in Italia e cinque in Turchia.
Per quanto concerne gli stadi italiani la lista comprende:
- Roma,
- Milano,
- Torino,
- Napoli,
- Bari,
- Cagliari,
- Verona,
- Genova,
- Bologna
- e Firenze.
Quasi sicuramente di questi, stando alla parole del presidente della FIGC Gabriele Gravina sembrano giù sicuri di essere tra i prescelti Roma (in lizza con Istanbul per la finale della kermesse), Milano e Torino (Juventus Stadium). E siccome è difficile pensare che una città come Napoli possa non essere selezionata, per il quinto posto la gara è tra le restanti sei città. E molto lascia pensare che tanto dipenderà dai nuovi progetti di Bologna e Fiorentina per i propri impianti.
IL TEMA SAN SIRO E L’AIUTO AL COMUNE
Ora al di la di quale sarà la selezione, il nodo più interessante sembra quello di Milano dove la scelta si lega inestricabilmente al destino dello stadio di San Siro. Nella lista presentata dalla FIGC all’UEFA compare il nome del Giuseppe Meazza (ovvero l’impianto attuale) ma va segnalato che la lista non è vincolante tant’è che nelle settimane scorse il Milan si era adoperato perché anche il potenziale nuovo stadio rossonero in quel di San Donato potesse essere preso in considerazione quale impianto nell’area milanese. Infatti la scelta sarà vincolante nell’ottobre 2026 e se tutto andasse secondo i piani del progetto del club di proprietà di Gerry Cardinale – ovvero con via libera ai lavori nel 2025 e prima partita nella stagione 2028/29 – lo stadio di San Donato potrebbe possedere tutti i diritti per essere preso in considerazione.
Questo detto, però è indubbio che l’organizzazione degli Europei all’Italia sembra avere fatto un enorme assist al Comune di Milano e alla giunta Sala che sembrano sempre più terrorizzati all’idea di non avere più un inquilino stabile per San Siro viste le ipotesi di Inter a Rozzano e il Milan a San Donato.
Se dovesse succedere infatti che entrambi i club lasciassero il Meazza, Palazzo Marino perderebbe circa 8 milioni di mancato canone di affitto all’anno, dovendosi inoltre sobbarcare spese per circa 2 milioni per la manutenzione. Insomma una spesa suppletiva nel bilancio intorno ai 10 milioni.
Non a caso in settimana il sindaco Giuseppe Sala ha spiegato che il comune sarebbe valutando il ricorso contro il vincolo della Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano sul secondo anello di San Siro. Vincolo che, secondo i club, rappresenta una sorta di ostacolo insormontabile ad un ammodernamento dell’impianto in chiave moderna, oltre a rendere impossibile la demolizione integrale dello stadio.
Non solo, ma sempre a questo scopo, il sindaco ha inoltre spiegato che il Comune sarebbe disposto ad aiutare in maniera considerevole il club che scegliesse di rimanere al Meazza e di non considerare ormai una partita persa il fatto di trattenere quantomeno uno dei due club nell’impianto di Piazzale Angelo Moratti.
L’IPOTESI RISTRUTTURAZIONE DEL MEAZZA
Sentite queste parole tutti hanno pensato che fosse soprattutto l’Inter la destinataria dei messaggi visto che quest’ultima appare poco più indietro rispetto al Milan sull’ipotesi stadio di proprietà.
Tuttavia, almeno a parole, da Viale della Liberazione, sede del club nerazzurro, l’ipotesi di restare nel vecchio San Siro non sembra percorribile, come ribadito pubblicamente anche dall’ad Alessandro Antonello. Il Meazza, viene visto come inadatto, soprattutto in termini di corporate hospitality, a garantire quegli incassi necessari perché il club possa competere a livello nazionale e internazionale con i grandi colossi europei nella maggiori competizioni continentali, visto che ormai ognuno dei club concorrendo possiede un impianto moderno se non modernissimo.
Le posizioni nerazzurre muterebbero se non venisse posto il vincolo sul Meazza come chiede Sala? Ufficialmente il club ha sempre detto di no. Però va considerato che sinora l’ipotesi di un nuovo impianto nell’area di San Siro era sempre stato un progetto congiunto mentre ora che è calato il gelo tra le due proprietà milanesi – «Suning e RedBird non si parlano», ha spiegato Sala in settimana in consiglio comunale- e quindi bisognerà capire se l’idea di un Meazza solo nerazzurro e con sostegno del comune potrebbe fare mutare idea a Zhang. Si vedrà. Intanto la società ha deciso di accelerare sul progetto per Rozzano, svelando i primi concept di come potrebbe essere il nuovo impianto e spiegando che l’obiettivo è quello di presentare il progetto entro aprile 2024, con l’ipotesi di inaugurare il nuovo stadio nel 2028.
Quel che è sicuro invece è che in qualche modo le istituzioni sportive stanno sostenendo il Meazza a non morire, dando quindi un grande sostegno al Comune di Milano nella sua lotta per poter sfruttare l’impianto odierno e non farlo decadere.
- La FIGC ha ottenuto che la finale di Champions League 2027 o 2028 sarà disputata al Meazza, che pertanto dovrà essere rinnovato per l’evento.
- Non solo ma il glorioso impianto di Piazzale Angelo Moratti sarà anche uno degli principali luoghi delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 visto che ne ospiterà la cerimonia d’apertura e anche per quell’evento sarà tirato a lucido.
- Poi, seguendo un percorso cronologico, dovrebbe giungere EURO 2032 evento nel quale Milano potrebbe aggiudicarsi almeno partite sino i quarti di finale se non una semifinale (al netto delle partite dei gironi).
Quindi tirando le somme sino il 2032 il Meazza godrà probabilmente di sovvenzioni pubbliche per essere tenuto nelle migliori condizioni dinnanzi al mondo. E in questo quadro sarà interessante vedere se il sostegno pubblico, non condividere più l’impianto con le società concittadine e lo stadio rinnovato potranno cambiare qualcosa nelle intenzioni dei due club e nelle loro strategie.