Le coppe europee al via con la chance di avere cinque squadre in Champions. E più pericoli minano il trono di Ceferin

È pronta a ripartire la principale competizione europea per club, tra la minaccia saudita, quella della FIFA e la rivoluzione all’orizzonte con il nuovo format che sarà introdotta nella prossima stagione.

Premi nuova Champions
FOOTBALL AFFAIRS

La grande stagione delle coppe europee che va a iniziare questa settimana avrà il suo culmine giovedì 31 agosto quando a Montecarlo saranno sorteggiati i gironi delle tre principali competizioni continentali: la Champions League, l’Europa League e la Conference League.

Infatti dopo il barrage della qualificazioni (che termineranno il prossimo 30 agosto) la griglia delle squadre partecipanti sarà pronta e le prime partite nella fase a gironi potranno essere disputate tra martedì 19 e giovedì 20 settembre.

Per quanto concerne la Champions League le quattro squadre italiane saranno tutte comprese nelle prime tre fasce. Il Napoli campione d’Italia sarà inserito nella prima, l’Inter vicecampione d’Europa ha i punti necessari per essere collocata nella seconda, mentre Milan e Lazio partiranno in terza.

In teoria una griglia che lascia ben sperare, soprattutto per partenopei e nerazzurri che sulla carta dovrebbero essere tra le prime due squadre più forti del loro girone. Ma attenzione, meglio non dare nulla per scontato sia nel bene che nel male: lo scorso anno l’Inter arrivò sino alla finale di Istanbul nonostante fosse stata inserita inizialmente nel “girone di ferro” con i campioni Germania del Bayern Monaco (che vinsero il girone) e i futuri campioni di Spagna del Barcellona, che però arrivarono dietro ai nerazzurri. Il Napoli, pur partendo dalla terza fascia, squassò il proprio gruppo nel quale erano presenti grandi storiche del calcio europeo quali Liverpool e Ajax, qualificandosi come prima. Mentre la Juventus, che partiva in seconda fascia, non seppe andare oltre il terzo posto davanti soltanto agli israeliani del Maccabi Haifa ma dietro a PSG e Benfica.

Questo per dire che le fasce sono soltanto indicative e probabilmente lo sono ancora di più quest’anno. Nel prossimo sorteggio infatti si troveranno nella prima fascia sono squadre che non sarebbe male pescare quale testa di serie del girone. Tra queste i campioni di Olanda del Feyenoord e non sarebbe nemmeno male avere quale esponente della prima fascia il Benfica o il Siviglia. Al contrario nella quarta, in teoria sede delle squadre più deboli, vi sono ossi duri o anche durissimi come gli inglesi del Newcastle, i tedeschi dell’Union Berlino oppure i francesi del Lens. Insomma la quarta fascia potrebbe riservare cattive sorprese per tutti.

Per quanto riguarda invece le due competizioni minori solitamente la fase a gironi, se non snobbata, non rappresenta un ostacolo insormontabile per le squadre di casa nostra.

L’ULTIMA CHAMPIONS PRIMA DELLA RIVOLUZIONE

In questa sede, al di la di quale sarà l’esito del sorteggio, è però più interessante notare come la stagione europea che va a iniziare sarà molto particolare sotto molti punti di vista.

In primo luogo perché dopo quasi 20 anni sarà orfana dei due giocatori che in questa decenni hanno caratterizzato maggiormente la stagione delle coppe, ovvero Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. Oltre ai molti che hanno raggiunto il portoghese in Arabia Saudita quest’estate tra i quali spiccano un certo Neymar e l’ultimo vincitore del Pallone d’Oro Karim Benzema.

In seconda istanza va fatto notare come questa stagione sarà l’ultima Champions League così come l’abbiamo conosciuta negli anni più recenti. A partire dal 2024/25 infatti prenderà il via il nuovo formato secondo il “modello svizzero”. Nei fatti una nuova competizione nella quale nella prima fase non ci saranno più i gironi ma le squadre faranno tutte classifica comune anche se non tutte si incontreranno: le prime otto accederanno direttamente agli ottavi, mentre le squadre che si piazzeranno dal nono al ventiquattresimo posto disputeranno un turno aggiuntivo ad eliminazione diretta per qualificarsi agli ottavi.

Questa rivoluzione, sebbene entrerà in vigore nella stagione 24/25, ha però un effetto immediato già su quella che va a iniziare. Infatti le prime due federazioni classificate nel ranking UEFA sulla singola annata 23/24 avranno il diritto di portare cinque e non quattro squadre all’edizione 24/25 della Champions League. Nell’ultima annata, l’Italia si era piazzata al secondo posto dietro l’Inghilterra: se riuscisse a replicare anche nella nuova stagione i grandi risultati della scorsa stagione, il nostro campionato porterebbe cinque esponenti in Champions League l’anno prossimo invece di quattro. Non solo, siccome i punti valevoli per il ranking si collezionano in tutte e tre le competizioni sarà meglio per tutti non snobbare le competizioni minori (e in tal senso il rischio eliminazione per la Fiorentina può complicare i piani ma non troppo). Una tendenza, che seppur attenuatasi negli ultimi anni (visti anche i grandi introiti economici che per esempio Fiorentina e Roma hanno ottenuto la passata stagione) resta tuttavia latente in alcune delle nostre società.

MODELLO SVIZZERO COME “RISPOSTA” ALLA SUPERLEGA

In termini più strategici va sottolineato invece come l’introduzione del modello svizzero rappresenti una sorta di risposta da parte della UEFA ai mal di pancia dei club circa l’organizzazione del calcio europeo.

Secondo i piani di Nyon infatti questa formula sarà in grado di garantire ai club maggiori introiti rispetto a quella attuale ed è interessante notare come l’introduzione del modello svizzero fosse stato ideata nel 2020, ovvero prima del tentativo di far partire la Superlega, che venne annunciata nell’aprile 2021. Un particolare che la dice lunga su quanto siano profondi e di lungo tempo i malesseri dei vertici dei principali club europei circa l’organizzazione della competizione più prestigiosa. E probabilmente spiega anche quel tentativo di colpo di Stato attuato nel 2021 che nei fatti è risultato un po’ carbonaro e goffo.

Ora al di là del tema Superlega, di cui si potrebbe discutere a lungo, va detto che l’introduzione del modello svizzero avviene in un momento più che mai cruciale per la Champions League e il suo allure di competizione per club migliore nel mondo.

Nell’appuntamento precedente di questa rubrica si era messo in evidenza come sinora nessuno avesse mai messo in discussione la leadership della Champions League quale torneo internazionale per club più importante del mondo. Se si poteva discutere su quale fosse il campionato nazionale più bello (nei decenni si sono succedute in questo ruolo la Serie A, La Liga e poi ora la Premier) mai vi sono stati dubbi sulla maggiore importanza della massima competizione europea. Perché lei fatti inglobava le migliori squadre dei tornei nazionale più importante nel momento e perché la Libertadores, pur sfornando talenti in maniera massiccia, non ha mai avuto i mezzi economici per trattenere in America Latina i propri campioni.

Ora invece l’emergere della Saudi League sta facendo intravedere all’orizzonte un potenziale competitor con mezzi economici di gran lunga superiori. L’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta, intervenendo in settimana microfoni di Radio Serie A con RDS, ha quantificato in 700 milioni i denari versati dai club sauditi a quelli europei per l’acquisto di almeno una ventina di giocatori.

Ora visto che l’obiettivo non tanto nascosto dei sauditi è quello di arrivare all’organizzazione dei Mondiali 2034 è evidente che se la tendenza continuerà di questo passo, l’UEFA e la Champions League dovranno porsi il problema di come affrontare la questione.

E in questo caso come comportarsi? Tentando di inglobare nella massima manifestazione le squadre saudite in barba a qualsiasi regola geografica? E in questo caso come si modificherebbero gli equilibri tra la confederazione europea e quella asiatica che ovviamente fa leva sulla spinta saudita per migliorare i propri prodotti?

A margine di tutto questo e senza voler entrare nella geopolitica nel senso più alto del termine, va notato che in settimana vi è stato il summit del gruppo di Paesi racchiuso nel gruppo denominato BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), un gruppo di nazioni dal recente sviluppo economico, che per quanto divise al loro interno, hanno tra i loro obiettivi la dedollarizzazione dell’economia globale, ovvero lavorare affinché la moneta statunitense non venga più considerata come l’unico mezzo di scambio di riferimento per le transazioni economiche nel mondo.

E in questo summit è stato deciso che a partire dal 1 gennaio 2024 altre sei nazioni entreranno a fare parte di questo gruppo e tra di loro vi sono pesi massimi del calcio mondiale quali in particolare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Ora è evidente che il calcio è probabilmente l’ultimo dei temi che saranno affrontati in quella sede ma vi è da chiedersi se vi è un ulteriore minaccia all’orizzonte per il calcio così some è stato sinora conosciuto visto che lo sport più popolare nel mondo è sempre stato appannaggio del blocco occidentale sin dai tempi della Guerra Fredda e oltre.

UEFA VS FIFA: IL MONDIALE PER CLUB SFIDA LA CHAMPIONS

Tornando invece all’introduzione del modello svizzero, va notato inoltre che il suo lancio coincide anche con un altro potenziale nuovo competitor della Champions League. Infatti nel 2025, ovvero al termine della prima edizione della coppa con le grandi orecchie con il modello svizzero, prenderà il via il nuovo Mondiale per club con cadenza quadriennale voluto dalla FIFA. Si tratterà di un torneo cui parteciperanno 32 squadre provenienti da tutti i continenti, con i seguenti criteri per qualificarsi:

  • Per le Confederazioni con più di quattro slot (UEFA e CONMEBOL): accesso per i campioni delle quattro edizioni precedenti della competizione principale per club della Confederazione e squadre aggiuntive determinate da una classifica per club basata sullo stesso periodo di quattro anni;
  • Per le Confederazioni con quattro slot (AFC, CAF e Concacaf): accesso per i campioni delle precedenti quattro edizioni della competizione principale per club della Confederazione;
  • Per le Confederazioni con uno slot: accesso per il club con il ranking più alto tra i campioni della massima competizione per club della Confederazione nel quadriennio;
  • Per il paese ospitante: l’accesso per il club che occupa questo slot sarà determinato in una fase successiva.

In termini economici, si tratta di un tentativo della FIFA di espandere i confini dei propri tornei (sinora l’unico redditizio è il Mondiale) e non c’è dubbio che almeno così come si presenta sembra avere un grande fascino. Oltre ad avere le migliori squadre della Libertardores con i loro giovani talenti e il loro blasone, il torneo non avrà nemmeno il problema di vedere come un rivale l’emergere della Saudi League, visti che le migliori squadre asiatiche saranno inglobate in esso.

È vero, questo torneo avrà una cadenza quadriennale e quindi imparagonabile con la Champions League che si svolge ogni stagione, ma è altrettanto vero che qualche esperto di marketing spiega che, in un futuro non tanto lontano, nella valutazione dei club (con il calcio che si sta sempre più espandendo al di fuori dell’Europa) uno dei parametri sportivi più importanti saranno i titoli mondiali e non tanto quelli europei. Specialmente se l’offensiva saudita sul mondo del calcio continuerà ad avere questa intensità.