Resta ancora da capire come verrà allungato l’acronimo, ma l’espansione dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) è ora una certezza. Argentina, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Etiopia e Iran entreranno nel gruppo dal 1° gennaio 2024. Una vittoria per la Cina, che da tempo spingeva sull’allargamento di una piattaforma chiamata a riunire quel cosiddetto Sud globale di cui Xi Jinping si erge a capofila.
Una vittoria anche per la Russia, che può mostrare all’occidente di non essere sola nonostante la guerra in Ucraina e i tumulti interni. L’annuncio è stato dato dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. I nuovi Brics allargati “acquistano” 3mila miliardi di dollari di PIL e arrivano a quota 30mila miliardi, il 36% del PIL globale. Inoltre, con 3,7 miliardi di abitanti, i Brics hanno il 47% della popolazione.
Il salto sul commercio è moderato, ma quello sull’energia è esponenziale. Attualmente, i membri dei Brics rappresentano circa il 20% della produzione globale di petrolio. Proprio l’ingresso dei tre paesi del Medio Oriente, in termini strategici, è quello più rilevante. Xi si è speso sul tema in prima persona, anche durante la sua visita di Stato a Riad dello scorso dicembre.
L’Arabia Saudita compie così un altro importantissimo passo a livello geopolitico, mentre sul fronte calcistico prosegue la sua scalata all’elite del mondo del pallone. L’obiettivo rimane quello di costruire un campionato di alto livello, che faccia concorrenza ai top tornei europei, e di arrivare a organizzare i Mondiali di calcio entro il 20234.