La UEFA non molla la presa: restano i divieti sulle multiproprietà

La Federcalcio europea non ha intenzione di mollare la presa sui divieti per le multiproprietà, anche per una questione “tattica” legata alla Superlega.

UEFA divieto multiproprietà
(Foto: FRANCK FIFE/AFP via Getty Images)

Nelle settimane passate il numero uno della UEFA, Aleksander Ceferin, aveva aperto ala possibilità di vedere le norme sulla multiproprietà. «Dobbiamo parlare di questi regolamenti e vedere cosa fare al riguardo. C’è un crescente interesse per questa multiproprietà. Non dovremmo solo dire di no agli investimenti per la proprietà di più club, ma vedere che tipo di regole abbiamo stabilito in questo caso, perché le regole devono essere rigide».

Quella che sembrava essere un’apertura, alla fine non si è rivelata tale, con il numero uno della Federcalcio europea che ha ribadito in dichiarazioni pubbliche successive di non avere intenzione di allentare le norme sulla multiproprietà che vietano ai club controllati dallo stesso azionista di giocare nella stessa competizione, o in tornei “comunicanti” (a tal proposito, il caso Milan-Tolosa sarà discusso lunedì).

Nell’entourage di Ceferin si sono fatte avanti diverse voci affinché un chiarimento sul tema avvenga in fretta. Perché la UEFA per il momento non ha intenzione di entrare in questo ambito. Sia per questioni etiche, sia perché ciò aprirebbe la porta a inevitabili slittamenti. Ma anche con una considerazione tattica che va oltre il tema del numero di club.

Impegnata in una situazione di stallo con Real Madrid, Barcellona e Juventus, i tre club promotori della Superlega (anche se la Juventus ha annunciato di voler intraprendere un percorso di uscita) l’organismo deve dare la sensazione di difendere con le unghie e con i denti i “valori del calcio”, un mantra che è stato ripetuto a più riprese nel periodo più caldo del lancio del torneo, ad aprile 2021.

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