«Non rinuncio al Milan»: le condizioni di Scaroni per l’Enel

Paolo Scaroni, presidente del Milan e vice di Rotschild Italia, è stato nominato dal governo Meloni come nuovo numero uno di Enel, dopo giorni che hanno visto il suo nome…

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Paolo Scaroni, presidente del Milan e vice di Rotschild Italia, è stato nominato dal governo Meloni come nuovo numero uno di Enel, dopo giorni che hanno visto il suo nome al centro di moltissime voci e trattative fra le forze di maggioranza. Scaroni si è sempre detto disponibile a valutare qualsiasi incarico il governo gli avrebbe proposto a una sola condizione: non avrebbe rinunciato per nulla al mondo alla carica di presidente del Milan.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, già cinqu mesi fa Scaroni aveva dichiarato: «Perché non sono io il ministro dell’Industria? Non me l’hanno mai chiesto. E comunque non avrei accettato perché avrei dovuto rinunciare alla presidenza del Milan. È troppo divertente, è una cosa a cui tengo, una cosa nuova. Posso rinunciare a tutto ma non alla presidenza del Milan». Proprio sulla scorta di queste dichiarazioni, Scaroni ha posto come condizione necessaria una sola cosa: restare presidente dei rossoneri.

La seconda richiesta fatta al governo in tempi non sospetti è stata: «Non voglio fare il presidente a tutti i costi (riferendosi alle partecipate statali, ndr): non mi servono soldi né titoli onorifici. Lo faccio solo se posso dare un contributo di competenze in questo momento storico». Tra le linee Scaroni intendeva che avrebbe rinunciato a un ruolo in Poste Italiane, ma era interessato a uno che gli potesse dare la possibilità di contribuire a un tema importante come la transizione ecologica. Ed ecco Enel.

Scaroni, in Enel, lavorerà a stretto contatto con Flavio Cattaneo, nominato amministratore delegato, noto tifoso dell’Inter in un derby interno che coinvolgerà le due più alte cariche della partecipata. Entrambi possono vantare una buona esperienza in campo finanziario, che servirà, dovendo affrontare, tra i primi, il tema del debito della società pubblica.

A frenare fino all’ultimo istante la candidatura di Scaroni a presidente dell’Enel, soprattutto per volontà della premier Giorgia Meloni, è stato il suo passato all’Eni, dove all’epoca strinse forti rapporti di collaborazione con la Russia di Putin, anche se il manager, nei mesi scorsi, intervista dopo intervista, ha fatto emergere non solo il suo rinnovato interesse per la materia energetica, ma anche la sua posizione sui rapporti con la Russia.

«Tutti li avevamo dai tempi di Enrico Mattei – ha dichiarato Scaroni in varie trasmissioni TV – noi e la Germania soprattutto. Abbiamo sbagliato a legarci con accordi così forti? Forse sì, ma la Russia allora era più affidabile di Libia e Algeria. Solo nel 2014, invadendo la Crimea, ha mostrato una faccia che non conoscevamo».