Il tema della sostenibilità sta attraversando diverse grandi imprese mondiali con i colossi della ristorazione, fra cui molti fast food, che hanno rinunciato alla plastica monouso nei propri ristoranti per sostenere la lotta sulla sostenibilità. E in occasione del 22 aprile, Giornata della Terra, anche la Serie A è pronta a raccogliere questa sfida. Infatti, il sito specializzato Green & Blue del giornalista Riccardo Luna ha lanciato un’iniziativa per far indossare a tutti i capitani della Serie A una fascia speciale per il turno di campionato che si gioca a cavallo della Giornata della Terra.
«È una petizione che condividiamo in pieno – ha dichiarato il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, a La Repubblica -. Abbiamo subito accolto questo suggerimento lanciato dai capitani Calabria, Pessina e Berardi e da Alex Del Piero e quindi ci sarà la fascia da capitano che richiamerà i diversi colori delle gradazioni climatiche. Siamo grati alla petizione anche perché la Lega di Serie A è stata scelta dall’UEFA per un progetto pilota che deve portarci a realizzare tutti gli obiettivi di sostenibilità in vista del 2030».
Il tema della sostenibilità è già stato affrontato da alcune società calcistiche italiane che si sono distinte per iniziative riconosciute in tutto il mondo. Infatti, l’Udinese, nel ranking mondiale della sostenibilità, è stata inserita al quarto posto assoluto, mentre il Milan è rientrato nella top 10. «Su alcuni temi della sostenibilità siamo eccellenti – ha continuato Casini -. I nostri stadi invece fanno fatica se parliamo di efficientamento energetico. Ma già da agosto abbiamo dettato linee sul risparmio dei consumi e stiamo aiutando il passaggio ai led in tutti gli impianti. Tutti i presidenti stanno rispondendo con convinzione. Ha detto bene il ministro Abodi: sono cose da fare a prescindere dalla candidatura dell’Italia per l’Europeo 2032, che è un acceleratore, ma non può essere l’unico motivo per un intervento deciso».
Come in Germania, la Lega sta valutando di inserire la sostenibilità come criterio per l’iscrizione al campionato: «Per le infrastrutture stiamo elaborando proposte per la Federazione. Lo potremo fare anche per l’economia circolare. Le risorse ci sono, ma chiaramente ne vanno trovate di più. Anche perché gli stadi, tranne quattro, sono di proprietà pubblica. Se però lo stadio è progettato per essere usato tutto l’anno e con autoproduzione di energia, gli investitori privati arrivano. C’è riuscita la Juventus, riconvertendo però il vecchio Delle Alpi. E Atalanta, Sassuolo e Udinese sono altri ottimi esempi. Per i trasporti in occasione delle trasferte non escludo che si possa via via andare verso l’abbandono dell’areo per privilegiare il treno. Ma ricordiamoci che una squadra di Serie A ha esigenze di sicurezza per cui un volo spesso è una scelta obbligata».
Il primo passo sarà fatto per la finale di Coppa Italia: «Il contesto da cui si parte è fondamentale: dipende anche dalle infrastrutture con cui si arriva allo stadio. Non è facile in Italia, ma è un obiettivo. Una attenzione all’ambiente si vedrà già per la finale di quest’anno, il 24 maggio a Roma. Per la scorsa Giornata della Terra ad ogni gol corrispondeva un certo numero di alberi piantati. È un’iniziativa che dovremmo rendere permanente. Negli ultimi anni la geografia delle proprietà dei club di A è cambiata molto. Sono entrati i fondi, ci sono proprietà straniere. Gli americani per esempio sono molto sensibili alla sostenibilità e all’inclusione. E anche tutti gli altri stanno facendo molto».