Scaroni: «Diritti tv? Il futuro sembra più grigio del passato»

Il prossimo 31 marzo ci sarà un’altra Assemblea di Lega con diversi temi caldi da affrontare per i 20 club della massima serie italiana, fra cui le ripartizioni diritti audiovisivi, sulla…

Scaroni condizioni presidenza Enel

Il prossimo 31 marzo ci sarà un’altra Assemblea di Lega con diversi temi caldi da affrontare per i 20 club della massima serie italiana, fra cui le ripartizioni diritti audiovisivi, sulla quota abbonamenti e biglietti per le stagioni sportive 2022/2023 e 2023/2024, ed esamineranno le proposte per la realizzazione di un canale radio della Lega Serie A per le stagioni 2022/23, 2023/24 e 2024/25.

Tra le integrazioni ai punti esaminati, inoltre, figura anche il tema dell’Accordo di sponsorizzazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane: rinnovo per la stagione sportiva 2023/24 e le iniziative a favore dell’Ucraina. Ma rimangono sul tavolo due altri grandi argomenti che dovranno essere risolti nelle prossime settimana: il bando dei diritti TV domestici dal 2024 al 2029 e la possibilità di far entrare come socio un fondo o una banca di investimento per dare il via alla media company della Serie A.

Su quest’ultimo punto si è espresso nella serata di martedì, a margine della presentazione della nuova cattedra De Agostini in Corporate Strategy all’UNiversità Bocconi di Milano, il presidente del Milan Paolo Scaroni: «Sono sempre stato favorevole all’entrata dei fondi o di nuovi attori, non tanto per il tema dei soldi, quanto perché potrebbero dare un contributo per una governance saggia nella media company che è quella che dovrà gestire i diritti televisivi».

«È un po’ presto per dire quale soluzione la Lega prenderà – continua il numero uno dei rossoneri -. Iniziamo un processo di valutazione a partire da questo venerdì 31 marzo. Abbiamo la prima riunione dedicata all’analisi dei fondi. Il problema, invece, ce l’abbiamo sui diritti TV, la linfa vitale della Serie A. Non stiamo facendo bene fuori dall’Italia, mentre per quelli domestici abbiamo fatto abbastanza bene, ma il futuro ci sembra più grigio del passato, quindi, dotarci di una governamce efficiente nella media company, secondo me, è un ingrediente chiave per intraprendere un percorso virtuoso nei diritti televisivi».

Sul tema fondi rimangono diverse perplessità, fra cui anche quelle di Gerry Cardinale, proprietario del fondo RedBird che gestisce il Milan, che non vorrebbe concedere una percentuale dei futuri guadagni a una figura esterna al mondo del calcio italiano, convinto che la Serie A abbia un enorme potenziale che possa essere gestito al meglio dagli stessi club. Discorso diverso se entrassero in scena banche di finanziamento che prestassero le risorse alla Lega per sviluppare la propria media company.