Vincoli e politica: il Milan chiede garanzie su La Maura

Il proprietario del fondo statunitense RedBird, Gerry Cardinale, che detiene il controllo del Milan, è pronto a incontrare il sindaco di Milano Giuseppe Sala per parlare approfonditamente dei piani della…

PD contro Milan La Maura
L’Ippodromo La Maura (foto CF - Calcio e Finanza)

Il proprietario del fondo statunitense RedBird, Gerry Cardinale, che detiene il controllo del Milan, è pronto a incontrare il sindaco di Milano Giuseppe Sala per parlare approfonditamente dei piani della società rossonera per quanto riguarda la costruzione di un nuovo stadio.

Come riporta l’edizione milanese de La Repubblica, molto difficilmente il nuovo incontro sarà risolutivo, ma quasi certamente il patron del Milan renderà ufficiale l’intenzione dei rossoneri di procedere con la strada che porta al piano B: l’abbandono del progetto congiunto con l’Inter per il nuovo San Siro e la volontà di costruire un impianto nuovo e in autonomia presso l’area dell’ippodromo La Maura. Inoltre, Cardinale chiederà delle garanzie sui tempi, viste le difficoltà e le lungaggini affrontate per il progetto della Cattedrale in zona San Siro.

Il quotidiano identifica tre possibili richieste da parte di Cardinale a Sala, ma che il primo cittadino del capoluogo lombardo difficilmente potrà garantire così su due piedi e in totale autonomia. La prima, la più difficile, è che non ci siano ostacoli posti di natura politica, né dalla giunta di Palazzo Marino né dal Consiglio comunale. Quest’ultimo, sempre sulla carta, potrebbe essere scavalcato dalla nuova legge sugli stadi che permetterebbe, sempre in linea teorica, la costruzione nell’area verde della Maura.

Ma qui nascono i problemi per il primo cittadino che già nella maggioranza deve affrontare le resistenze, tutt’altro che lascive, da parte dei Verdi, che vengono alimentate anche da qualche esponente dello stesso Partito Democratico e quindi il consenso politico per la costruzione dello stadio rischia di non avere i numeri già in partenza. E così la prima richiesta di Cardinale potrebbe non essere soddisfatta in tempi brevi.

La seconda rassicurazione che Gerry Cardinale chiederà è la ragionevole certezza che non ci siano problemi con il Parco Sud, dove ricadono i prati dell’ippodromo: c’è da fare un accordo di programma ma anche una variante al parco, e il Milan vuole essere sicuro che se il parere dell’ente parco è obbligatorio non sia anche vincolante per il Comune, in caso di verdetto negativo.

Terza condizione per andare avanti sarà la rassicurazione che non ci siano problemi dalla sovrintendenza, perché su una parte del quasi milione di metri quadrati dell’ippodromo c’è un vincolo monumentale messo dal 2004, anche se non sulla pista La Maura. Gerry Cardinale si presenterà con questi tre punti a Palazzo Marino. Per un faccia a faccia che Sala sta aspettando da tre settimane, dal loro primo incontro.

Da allora nessun passo ufficiale in avanti, ma, da quanto filtra e in parte ammesso dallo stesso Sala, molte telefonate fra Casa Milan, con il presidente Scaroni in prima fila, e Palazzo Marino per iniziare a tastare il terreno per un’ipotesi di abbandono per San Siro, che ora, per procedere con La Maura, dovrà essere ufficialmente abbandonato da parte dei rossoneri, come ammesso dallo stesso primo cittadino nella giornata di mercoledì.

Quasi sicuramente, Cardinale non si presenterà con un progetto per l’area La Maura, come invece aveva chiesto Sala per velocizzare il tutto, ma la visita-lampo del patron del fondo statunitense ha l’obiettivo di voltare pagina, e perché no, dimostrare che questa volta si vuole fare in fretta e senza perdere troppo tempo, visto che la società è una sola questa volta.

Questa svolta però non esclude a priori le ipotesi alternative che continueranno a restare sospese sulla trattativa, come la scelta di Sesto San Giovanni dove però i costi delle bonifiche rendono difficilissima l’operazione, o come quella di San Donato. Si torna sempre lì: se Milano non vuole il nuovo stadio dove e come lo vogliono fare le squadre, i club sono pronti ad andare altrove. Con il discorso che vale anche per l’Inter che aspetta la rinuncia ufficiale del Milan per il progetto a San Siro per virare con forza e convinzione verso l’area Cabassi.