Il logo della Lega Serie A (Photo Andrea Staccioli / Insidefoto)

Sul campo della pirateria si sta giocando una vera e propria partita a tennis, un botta e risposta continuo fra i giganti delle telecomunicazioni e i vertici del calcio italiano, con quest’ultimi che accusano le prime di non far abbastanza per contrastare un fenomeno che affligge lo sport nostrano, specialmente il calcio, da anni ormai.

Ad accendere la questione ci ha pensato l’amministratore delegato della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, che dalle colonne del La Repubblica aveva puntato individuato come causa dei mancati investimenti stranieri nel calcio italiano proprio la pirateria e che questa situazione era presente per il mancato impegno delle cosiddette telco di contrastare questo fenomeno.

Non si era fatta mancare la risposta dei giganti delle telecomunicazioni, da Vodafone a TIM passando per Fastweb, Iliad e Wind-Tre, unite nel rispedire al mittente tutte le accuse e a rivendicare i passi in avanti fatti negli ultimi anni nel contrastare il fenomeno della pirateria.

Sempre dalle colonne del La Repubblica, nell’edizione odierna, ecco la contro-risposta della Lega Serie A in una lettera che recita: «Purtroppo l’Italia detiene il triste primato di essere prima al mondo nella pirateria dei contenuti in streaming. Stiamo parlando di un danno all’industria di oltre 4 milioni di euro al giorno, ovvero 1,7 miliardi di euro di perdita di fatturato all’anno per l’economia italiana».

«Apprezzo che gli AD delle sei Telco più importanti in Italia abbiano pubblicamente dichiarato di non voler trarre beneficio dalla piaga della pirateria. Questa attestazione vale moltissimo, considerando che in passato le Telco si opposero ai provvedimenti d’urgenza del Tribunale di Milano di bloccare gli indirizzi usati per la trasmissione illecita delle partite. Fecero reclamo e nuovamente il Tribunale diede ragione alla Lega Serie A, costringendole a dare esecuzione ai blocchi delle IPTV pirata».

«All’estero la situazione è ben diversa. Per esempio in UK le Telco agiscono in giudizio insieme alla Premier League per l’ottenimento di provvedimenti di blocco di trasmissioni pirata. Vista la presa di posizione pubblica delle sei Telco, ora potremo finalmente averle al nostro fianco in questa battaglia esiziale. Oggi, infatti, l’auspicio è che il Governo tuteli la legalità imponendo nel primo decreto legge disponibile alla luce della gravità della situazione un blocco dei siti pirata entro 30 minuti dalla notifica fatta alle Telco, la cui collaborazione è ancora più essenziale».

«È vitale che questo avvenga a breve per non compromettere, in maniera irreparabile, la gara sui diritti che verrà bandita idealmente già ad aprile. Abbiamo bisogno di un’azione politica di supporto che possa aiutarci a delineare un quadro normativo stabile, anche agli occhi degli investitori internazionali. Diversamente dovremmo prendere atto, amaramente, di essere i soli a voler fermare davvero la piaga della pirateria in Italia».

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