Football Affairs, perché la finanza internazionale vuole investire in Serie A

Football Affairs la finanza internazionale investe in Serie A – Per chi ha vissuto – e ricorda bene – la Serie A degli anni ’80 e ancor più degli anni…

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Football Affairs la finanza internazionale investe in Serie A – Per chi ha vissuto – e ricorda bene – la Serie A degli anni ’80 e ancor più degli anni ’90 l’affermazione “abbiamo il campionato di calcio più bello del mondo” non era un dire vuoto di veridicità.

I campioni internazionali tiravano per la giacchetta i propri agenti per finire nella nostra massima serie ed erano almeno una decina, se non di più, i club a poter vantare veri fuoriclasse.

Football Affairs la finanza internazionale investe in Serie A – nostalgia degli anni ’80/’90

Da Maradona a Falcao, da Platini a Van Basten, fino ad arrivare a Ronaldo e Zidane, non c’era un top player che non volesse una maglia con il tricolore appuntato sul petto.

Poi la musica, come è noto, è cambiata, e nell’ultimo decennio in particolare modo, la Serie A è stata sorpassata a destra e a sinistra dalla Liga spagnola e ancor più dalla Premier League inglese, perdendo posizioni nel calcio europeo che conta.

Si è forse raggiunto il punto minimo di appeal per il nostro campionato, come dimostra l’incapacità di arrivare alle fasi finali delle competizioni europee che contano (eccezion fatta per la Roma nella prima edizione di Conference League) ma, questa contingenza tutt’altro che positiva offre anche spiragli di speranza.

Football Affairs la finanza internazionale investe in Serie A – dai top club alle possibili rivelazioni 

Sta infatti crescendo l’interesse e la presenza di investitori stranieri, sia nei top club come Milan o Atalanta, sia in altre società quali Sampdoria e Palermo.
Ma in un campionato non più così competitivo a livello continentale, dove i top player mondiali vengono a giocare ormai a fine carriera e i bilanci societari sono tutt’altro che in terreno positivo, qual è l’interesse di un investitore internazionale?

Insomma, cui prodest investire in Serie A? Forse la nuova forza del nostro campionato è proprio l’aver raggiunto il “punto più basso”, nel quale, ad esempio, i diritti tv valgono un terzo – se non un quarto – di quelli della Premier League e la metà della Liga.

 Il punto minimo è lo scenario nel quale gli investitori, con un processo di managerializzazione delle società, riescano a rendere – nuovamente – appetibile il nostro campionato e dunque generare maggiori introiti così da innescare un circolo virtuoso e aprire una nuova stagione dell’oro.

Il Football Affairs di questa settimana, a cura del direttore Luciano Mondellini, prova a fare chiarezza e indagare gli scenari possibili per la nostra massima Serie, tra un pizzico di nostalgia per il (fu) campionato più bello del mondo e la speranza di vederlo tornare nuovamente agli antichi fasti.

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