Riapertura stadi – “Sarà importante quando sarà possibile, in sicurezza, far tornare la gente allo stadio, come sta accadendo in Inghilterra seppur con numeri ridotti. Stiamo lavorando col Cts per una riapertura il prima possibile anche se ora è ancora troppo presto coi numeri che ci sono”. Sono le parole pronunciate dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, intervenuto durante i Gazzetta Awards.
Ora è troppo presto ma un’orizzonte temporale per la riapertura degli stadi c’è. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, l’obiettivo è marzo. Nelle previsione più ottimistiche la seconda metà di febbraio. Ovviamente tutto dipende dall’andamento della pandemia e dal numero dei contagi, perciò la riapertura ad inizio marzo più che un vero e proprio obiettivo è una speranza.
Sul tema del ritorno dei tifosi allo stadio ha parlato anche Urbano Cairo. «Nel momento in cui ci fossero le garanzie sanitarie, sarebbe importante riavere il pubblico – ha detto il numero uno del Torino. – Le partite senza spettatori sono del tutto diverse, l’incitamento è fondamentale».
In Italia si è deciso di adottare un unico modello, un’unica soluzione, a differenza di quanto fatto in Inghilterra dove il numero di ingressi allo stadio è correlato al livello di emergenza. Come evidenzia il quotidiano sportivo rosa, in Italia l’idea di una riapertura «sparigliata» non ha mai convinto.
Il piano prevede di riportare allo stadio inizialmente poche migliaia di spettatori. Però più dei simbolici mille tifosi di inizio campionato. L’obiettivo è anche quello di studiare nuovi meccanismi per facilitare la ripartenza. La Lega di serie A aveva lavorato su un piano che era stato presentato al Governo e che la violenza della seconda ondata ha reso impraticabile. Si spera di poter riaprire il dossier nelle prossime settimane.
Riapertura stadi: la situazione nel resto d’Europa
Nel resto d’Europa la situazione è molto variegata e dipende chiaramente dalla situazione sanitaria. Durante i match di Champions si sono viste aperture importanti: in Ungheria la Juventus ha affrontato il Ferencvaros spinto dai cori della sua curva, così come la Lazio a San Pietroburgo contro lo Zenit.
Come detto in precedenza in Inghilterra il numero di tifosi che possono entrare allo stadio varia in base al livello di emergenza della zona:
- nelle aree a bassa trasmissione (livello 1, una sorta di zona gialla) allo stadio possono entrare massimo 4.000 fan
- Nelle aree di livello 2, i tifosi ammessi allo stadio sono massimo 2.000.
- Negli stadi in zone di livello 3 non è invece permessa la presenza dei supporters.
In Spagna la situazione è simile all’Italia. In Liga si gioca ancora a porte chiuse. C’è però una situazione curiosa con alcune presenze (molto limitate) negli stadi delle divisioni inferiori, aperture decise dalle regioni.
In Germania la Bundesliga spera di riavere i supporters da gennaio, anche se il lockdown imposto dalla Cancelliera Angela Merkel non è la migliore delle premesse per una riapertura degli stadi. Infine anche in Francia si gioca ancora senza tifosi.