Nba perdite evitate bolla – La bolla NBA rappresenta un modello in tutto il mondo. 96 giorni in cui circa 300 giocatori, più di 1500 persone tra staff, medici, giornalisti, addetti alle pulizie, arbitri, familiari, ospiti, si sono riuniti in un solo luogo con zero casi di positività al Coronavirus.
Un’operazione costata 180 milioni di dollari per l’utilizzo in esclusiva delle strutture di Disneyworld per più di tre mesi (circa 1.8 milioni al giorno). Secondo quanto riportato da Sports Business Daily, a fronte di questa spesa, grazie alla bolla, la National Basketball Association avrebbe evitato perdite pari a 1.5 miliardi, anche se dovrà comunque affrontare una perdita complessiva di circa un miliardo di dollari per la cancellazione di 258 gare di regular-season (senza la ripresa della stagione a Disneyworld, le perdite totali sarebbero state di 2.5 miliardi di dollari).
Il buco più grosso deriva dalla mancata vendita dei biglietti e dalle altre spese sostenute dai tifosi nelle arene durante le partite. Voci che valgono il 40% degli incassi complessivi della NBA, pari a circa 700 milioni di dollari.
Invece, grazie alla bolla e alla conseguente conclusione della stagione, sono stati onorati i contratti televisivi e gli accordi con gli sponsor. Inoltre sono state aggiunte nuove entrate grazie ai 60.000 virtual-fan che hanno riempito i maxischermi a bordocampo e agli sponsor virtuali. Oltre ovviamente ai nuovi sponsor fisici presenti sul parquet: NBA ha inserito le scritte Disneyworld e il grosso logo di YouTubeTV a centrocampo durante le Finals. Tutte queste entrate hanno permesso un contenimento importante delle perdite.
Secondo un report pubblicato da “The Athletic”, le franchigie più colpite sarebbero i Golden State Warriors (6 milioni di perdite), i Los Angeles Lakers (5.6), i New York Knicks (5.2), gli Houston Rockets e i Boston Celtics.
La prossima stagione non partirà prima di gennaio 2021 ma le modalità devono ancora essere definite: la Lega continua a valutare l’ipotesi della creazione di altre bolle sparse per il continente, una soluzione che, però, giocatori e front-office delle franchigie preferirebbero evitare. Si valuta inoltre la possibilità di avere, o meno, i tifosi sugli spalti, un aspetto cruciale per definire l’assetto economico della NBA nel 2021.
Dal punto di vista economico, le perdite affrontate nell’ultima stagione potrebbero frenare la crescita del salary-cap: potrebbe essere mantenuto un tetto salariale a 109,1 milioni evitando di alzarlo a 115 milioni.