Aulas: «Stop a Ligue 1? Il sistema calcio perderà 1,2 miliardi»

La Gazzetta dello Sport ha intervistato il presidente del Lione, Jean-Michel Aulas, il quale ha parlato della decisione di fermare definitivamente il campionato francese, dopo che ieri il governo…

Jean Michel Aulas (Photo credit should read JEAN-PHILIPPE KSIAZEK/AFP/Getty Images)

La Gazzetta dello Sport ha intervistato il presidente del Lione, Jean-Michel Aulas, il quale ha parlato della decisione di fermare definitivamente il campionato francese, dopo che ieri il governo transalpino ha dato il via libera per la riapertura totale, anche dei cinema.

Aulas ha le idee chiare su chi sia il colpevole: «Più del governo, Lega e Federcalcio prima adeguandosi all’indicazione del primo ministro di sospendere la Ligue 1, il 28 aprile, poi chiudendo tutto due giorni dopo. Una vera aberrazione. Anche il Consiglio di Stato ha dimostrato che sono state le istituzioni a fermare il calcio. La situazione è anacronistica con organizzazioni che dipendono dall’Uefa ma che non ne hanno rispettato direttive e orientamenti. È incomprensibile».

Non bastasse, dopo lo stop sono stati autorizzati allenamenti a giugno e amichevoli a luglio. Poi ci saranno le finali delle coppe nazionali, per le quali la Federcalcio spera di poter aver lo stadio pieno. Quindi la colpa secondo il presidente del Lione è da cercare all’interno della Federcalcio francese.

«La UEFA si è mossa bene invitando alla prudenza. Non la Francia. Forse da noi sono prevalsi interessi individuali legati a retrocessioni e posti europei. A pagare alla fine sono i grandi club con perdite del 38% dei ricavi. Il Psg le stima a più di 200 milioni di euro, noi a più di 100. Il sistema calcio, secondo gli organi di controllo, perderà 1,2 miliardi. È drammatico. Forse l’Uefa avrebbe dovuto minacciare sanzioni severe contro chi non avesse rispettato le sue direttive».

Il Lione nel frattempo attende di sapere dove si giocherà il ritorno degli ottavi di Champions con la Juve: «La UEFA deciderà a metà luglio e dipenderà dalle garanzie sanitarie, ma ho fiducia nel lavoro del presidente Andrea Agnelli, anche alla guida dell’Eca. Certo è che visto che dai quarti si gioca su gara secca, poteva essere logico pensare che il Lione fosse già qualificato. Ma siamo per il fair play e accettiamo il ritorno».

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«È inevitabile che la Juve sia super favorita – ha aggiunto Aulas –, ma non perché è più forte, ma perché arriverà in forma, anche se Ronaldo per ora non sembra al top. Noi invece avremo appena ripreso dopo più di tre mesi e mezzo di stop. Cercheremo di prepararci al meglio anche se non sappiamo neppure se riusciremo a disputare qualche amichevole. Nel calcio poi non si sa mai. Lo si è visto all’andata. E per agosto recuperiamo il capitano Depay. Magari però faccio prima un giro a Lourdes».

Chiosa finale sulla Superlega: «È una questione molto politica e difficile. È vero che ci sono club come il Real Madrid che hanno sete di indipendenza, ma preferisco ci si focalizzi sulla riforma della Champions partendo dalla proposta di Agnelli con l’Eca e dell’UEFA. Sperando che la Francia non si metta di traverso, dando il solito cattivo esempio».