Con lo stop prolungato calcio a rischio default

Se l’emergenza coronavirus dovesse protrarsi ulteriormente, rendendo impossibile il completamento dei campionati nazionali e delle coppe europee, con l’assegnazione sul campo dei titoli in palio, tutta l’industria del calcio europeo,…

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Se l’emergenza coronavirus dovesse protrarsi ulteriormente, rendendo impossibile il completamento dei campionati nazionali e delle coppe europee, con l’assegnazione sul campo dei titoli in palio, tutta l’industria del calcio europeo, non solo quella italiana sarebbe a forte rischio dal punto di vista economico.

C’è anche questa motivazione economica, tutt’altro che secondaria, dietro la richiesta delle principali leghe europee alla Uefa di modificare il calendario degli Europei di calcio per avere più tempo per concludere la stagione per club.

«Si sospenda tutto. Si faccia slittare l’Europeo e appena sarà possibile si riprendano campionati nazionali e coppe per club», avrebbe proposto ieri la Lega Serie A ai vertici Uefa, in conference call. Oggi, secondo quanto riferito da Repubblica, i club italiani si riuniranno per trasformare l’idea in un documento.

Se il danno legato alle partite a porte chiuse (30 milioni circa la stima di Calcio e Finanza, precedente alla sospensione della Serie A, relativa a quattro giornate di campionato e alle partite di Champions ed Europa League di Juve, Inter e Roma poi rinviate) poteva essere in parte assorbito, la mancata conclusione dei tornei nazionali e continentali potrebbe avere ripercussioni molto più pesanti, specie sul fronte dei proventi da diritti tv.

Il campionato italiano è chiuso per decreto, la federazione spagnola ha fermato per due settimane la Liga, in Francia e Germania il campionato si gioca a porte chiuse, mentre in Inghilterra, dove mercoledì il Liverpool ha ospitato 3 mila tifosi dell’ Atletico Madrid (la capitale spagnola è una delle città europee dal Covid-19), si valuta il rinvio di una giornata dopo che tre giocatori del Leicester hanno mostrato «sintomi da coronavirus».

Non avere tempo per concludere la stagione e poter dare un vincitore ai vari tornei nazionali e alla coppe europee esporrebbe le leghe nazionali, ma anche la stessa Uefa, a cause di risarcimento da parte dei broadcaster, che perdendo la possibilità di trasmettere partite di campionati e coppe potrebbero decidere di interrompere i pagamenti sui diritti tv acquistati.

Risorse, quelle garantite dalle tv, che molti club, non solo in Italia, hanno già speso e senza i quali sarebbe a forte rischio la loro stessa sopravvivenza.

Secondo uno studio interno della Liga spagnola, riportato da Palco23, la mancata conclusione dei campionati di prima e seconda divisione in Spagna potrebbe generare un danno economico di 678,4 milioni. Di questi, circa 610 milioni riguarderebbero la Liga Santander, la prima divisione calcistica del Paese.

Rispetto ai 610 milioni di danno stimato per la Liga, ben 494 milioni deriverebbero dal mancato incasso della quota di diritti televisivi relativi alle ultime giornate di campionato.

Una situazione pressoché analoga a quella della Serie A e a quella degli altri campionati nazionali e delle coppe, se l’emergenza coronavirus dovesse protrarsi rendendo impossibile la conclusione dei tornei entro il 30 giugno 2020 quando scadono i contratti di molti calciatori.

Proprio il potenziale danno economico, secondo quanto riporta Repubblica, sarà l’argomentazione che le cinque principali leghe nazionali europee (Premier League, Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1), useranno per convincere, nella riunione del 17 marzo prossimo, il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, a posticipare Euro 2020.