Calciatori gay: il coming out è difficile nel calcio dei tabu

Calciatori gay – «Per la legge dei grandi numeri è molto probabile che vi siano più giocatori omosessuali nel calcio professionistico del solo Anton Hysèn, lo svedese che fece coming out nel…

Calciatori gay

Calciatori gay – «Per la legge dei grandi numeri è molto probabile che vi siano più giocatori omosessuali nel calcio professionistico del solo Anton Hysèn, lo svedese che fece coming out nel 2011. Detto questo (e scusatemi se è un luogo comune), chiunque vedesse per la prima volta i giocatori arrivare allo stadio per una partita, sarebbe più che giustificato a pensare che nel calcio sono tutti omosessuali, tanta è l’attenzione che dedicano ai capelli, al vestiario ai lussuosi astucci da bagno. Per non parlare di alcune cose che ho visto tirare fuori da quegli astucci».

Così scriveva in tema di calciatori gay, il “calciatore misterioso“, un calciatore professionista di Premier League, che negli anni scorsi ha curato una rubrica sui segreti del calcio sulle colonne del quotidiano britannico The Guardian.

Nell’omonimo libro (Io sono il calciatore misterioso, Isbn Edizioni), uscito in Italia nel 2013 con prefazione di Gianluca Vialli, attuale capo delegazione della nazionale italiana guidata da Roberto Mancini, il calciatore misterioso si è soffermato ampiamente su uno dei temi più controversi del calcio professionistico moderno: l’omosessualità dei calciatori e la difficoltà per i calciatori gay di fare coming out.

Calciatori gay, i pregiudizi dei tifosi dietro le difficoltà di fare coming out

«Su una cosa siamo tutti d’accordo», si legge nel libro, «ed è che esiste un’ottima ragione per cui i calciatori gay vogliono mantenere il riserbo sul proprio orientamento sessuale: i tifosi. La maggior parte dei tifosi di calcio si limita a sfotto relativamente innocui. Ma l’impressione è che sempre più ad alcuni elementi sia permesso di superare il limite».

«Quindi rivelereste di essere omosessuali sapendo di dover poi viaggiare per tutto il paese e giocare a calcio davanti a decine di migliaia di persone che vi odiano?», si chiede il calciatore misterioso, «Io no. Io me ne resterei negli spogliatoi, profondamente depresso per il fatto che certe componenti di questo nostro straordinario gioco rendono del tutto impensabile per me di far altro che non sia tacere».

Secondo la visione del calciatore misterioso le difficoltà dei calciatori gay di fare coming out dichiarando pubblicamente la propria omosessualità risiederebbero principalmente nel rapporto con i tifosi e non tanto con i compagni di squadra.

Calciatori gay, secondo Evra il problema c’è anche coi compagni di squadra

Secondo l’ex calciatore del Manchester United e della Juventus, Patrice Evra, i calciatori gay fanno fatica a dichiarare il proprio orientamento sessuale non solo per i pregiudizi di molti tifosi, ma anche per evitare problemi con alcuni compagni di squadra.

«Quando ero in Inghilterra», ha affermato Evra in un’intervista a Le Parisien del gennaio 2022, «hanno portato qualcuno a parlare con la squadra dell’omosessualità. Alcuni dei miei colleghi hanno detto “è contro la mia religione, se c’è un omosessuale in questo spogliatoio, lascialo lasciare il club” e altri commenti».

Inoltre, l’ex calciatore francese ha aggiunto: «A quel tempo, dissi, “stai zitto”. Ho giocato con giocatori gay. Faccia a faccia, si sono aperti con me perché hanno paura di parlare diversamente. Ci sono almeno due giocatori per club che sono omosessuali ma nel mondo del calcio, se lo dici, è finita».

Evra: «Ci sono almeno due gay per squadra, ma se parlano per loro è finita»

Calciatori gay: il coming out è difficile nel calcio dei tabu

Qualcosa però si muove, peccato che non succeda in Italia, dove l’ultima volta che si è parlato seriamente della questione è stato per merito dell’attuale tecnico della Nazionale Italiana, Roberto Mancini, che all’epoca allenatore dell’Inter (siamo nel 2016) nel post gara di Napoli-Inter di Coppa Italia, in diretta tv sui canali Rai attaccò il collega Maurizio Sarri (ora allenatore della Juventus) per avergli dato del finocchio.

Il tecnico toscano si giustificò in modo goffo dichiarando che avrebbe potuto anche dargli del democristiano, peggiorando così la situazione.

Nemmeno le dichiarazioni del capitano della nazionale svedese Albin Ekdal – calciatore della Sampdoria – hanno smosso più di tanto l’opinione pubblica italiana, con un video e delle parole che sono sembrate passare quasi in sordina, dove lo svedese denunciava una situazione terribile, dove “i gay nel calcio hanno paura di dichiararsi”.

Ekdal: «I gay nel calcio hanno paura di dichiararsi»

Dello stesso avviso anche l’ex calciatore tedesco Thomas Hitzlsperger, che in Italia ha vestito la maglia della Lazio, che dopo il coming-out ha spiegato ad un quotidiano tedesco come mai avesse deciso di esporsi unicamente una volta appese le scarpette al chiodo: “Immaginatevi i discorsi in uno spogliatoio, e certe battute sull’omosessualità. Anche questo ti impedisce di fare coming out, la paura della reazione dei tuoi compagni”.

La tragica storia del primo calciatore che si è dichiarato gay

Il primo calciatore gay ad avere il coraggio e il senso di libertà di dichiarare al mondo intero la propria omosessualità senza paura fu il calciatore Justin Soni Fashanu che ha avuto una lunghissima carriera giocando con squadre come il Norwich City, Manchester City,  West Ham e nel grande Notthingham Forrest di Brian Clough, che non esitò a chiamarlo pubblicamente finocchio davanti a tutto lo spogliatoio, rimproverando a Justin le frequentazioni di gay bar e locali notturni frequentati da omosessuali.

Un coraggio che gli costò carissimo e che purtroppo finì in modo drammatico. Siamo nel 1990 quando con il suo coming out divenne il primo calciatore professionista a dichiararsi pubblicamente gay.

Decisione che venne accolta con molta ostilità sia dal mondo sportivo che della comunità di neri inglesi, al punto che i tabloid britannici titolarono questa decisione come “un affronto alla comunità nera, un danno d’immagine patetico e imperdonabile”.

Una scelta che ebbe un effetto disastroso anche sulla vita privata di Justin, dove perfino il fratelo John, anch’essi calciatore, decise di rinnegarlo pubblicamente.

Nonostante nel 1997 finì al 99º posto nella classifica dei Top 500 tra gli eroi gay e lesbiche su The Pink Paper, dopo quelle dichiarazioni, nonostante il trasferimento in Canada nel tentativo di cambiare aria, le cose non andarono meglio. Con un’accusa di stupro e una fuga in Inghilterra, la storia di Justin Fashanu terminerà con un suicidio.

La mattina del 3 maggio 1998 venne trovato impiccato in un garage di Londra, con un biglietto di addio in cui scrisse queste parole:

«Desidero dichiarare che non ho mai e poi mai stuprato quel giovane. Sì, abbiamo avuto un rapporto basato sul consenso reciproco, dopodiché la mattina lui mi ha chiesto denaro. Quando io ho risposto “no”, mi ha detto: “Aspetta e vedrai”. Sperò che il Gesù che amo mi accolga: troverò la pace, infine.»

Il coming out di Carolina Morace e della moglie Nicola Jane Williams

Tra le personalità del calcio italiano ad aver dichiarato pubblicamente la propria omosessualità c’è Carolina Morace, ex calciatrice e allenatrice, inserita tra le «Leggende del calcio» del Golden Foot Award, ha deciso di raccontare la propria storia nel libro (scritto con la giornalista Alessia Tarquinio) “Fuori dagli schemi” edito da Piemme.

L’uscita del libro è stata anticipata da un’intervista di Morace al Corriere della Sera, in cui l’ex allenatrice del Milan femminile ha raccontato di essersi sposata (per due volte) con l’ex calciatrice australiana Nicola Jane Williams.

Nell’intervista al Corriere Morace si è soffermata anche sul tema dell’omosessualità nel calcio maschile.

«Il mondo del calcio è pieno di pregiudizi e di omofobia», ha spiegato Morace, «Non biasimo chi non fa coming out. Per molti uomini il non farlo è una forma di protezione. Credo che sia giusto farlo quando si è pronti, quando si è sicuri di poter togliere la maschera e non rimetterla più».

L’elenco dei calciatori che si sono dichiarati pubblicamente gay

  • Justin Fashanu nel 1990
  • Thomas Hitzlsperger nel 2014
  • Anton Hysén nel 2011
  • Robbie Rogers nel 2013
  • Olivier Rouyer nel 2008
  • David Testo nel 2011
  • Matt Pacifici nel 2019
  • Colin Martin nel 2018
  • Andy Brennan nel 2019

Spesso per via del tabù e il mondo maschilista che impera nel calcio, questi coming-out sono avvenuti sulla via del ritiro, ma in tanti altri casi, come nel disgraziato caso di Fashanu, sono arrivati a carriera in corso.

Il secondo calciatore gay a fare coming out

Il caso più eclattante è quello di Anton Hysén, che nonostante non possiamo definirlo come calciatore memorabile per ciò che ha fatto sul rettangolo di gioco, possiamo ammirarlo per il suo coraggio.

Nel marzo del 2011, mentre giocava nella terza divisione svedese, ha affermato di essere gay, continuando la sua carriera fino al 2013. Bisogna ammettere che tutta questa popolarità – la notizia fu ripresa anche dal Daily Mail, dopo essere uscita sulla rivista svedese di calcio OFFSIDE – non giovò moltissimo alla sua carriera. Da Wikipedia sembra essersi trasferito dopo 2 anni dal coming out al Myrtle Beach Mutiny e successivamente al Torslanda (dove attualmente milita), club di cui è difficile trovare maggiori informazioni.

Nel mondo dello sport, extra-calcio, le proprie preferenze sessuali, fortunatemente, non sembrano un problema.

Gli sportivi che hanno affermato di essere gay

  • Il pugile donna Nicola Adams
  • La giocatrice di basket Sue Bird
  • Il giocatore di pallavolo JP Calderon
  • La sprinter Dutee Chand
  • Il giocatore di basket Jason Collins
  • La boxer Parinya Charoenphol
  • L’atleta di arti marziali Fallon Fox
  • Il pattinatore Jorik Hendrickx
  • La sciatrice Barbara Jezersek
  • La tennista Billie Jean King
  • Il nuotatore Dominik Koll
  • L’atleta di altetica leggera Andreas Krieger
  • La giocatrice di Hockey su ghiaccio Charline Labonté
  • Il tuffatore Greg Louganis e il collega Matthew Mitcham
  • La giocatrice di pallamano Katja Nyberg
  • Il giocatore di football Ryan O’Callaghan e l collega Michael Sam
  • La sciatrice alpina Anja Parson
  • La giocatrice di basket Diana Taurasi
  • Il giocatore di rugby Gareth Thomas
  • Il nuotatore Ian Thorpe
  • La giocatrice di rugby Louisa Wall
  • La pattinatrice Johnny Weir
  • Il lottatore professionista Darren Young
  • L’ex calciatrice e allenatrice Carolina Morace

Le donne del calcio sono avanti: calciatrici gay dichiarate lesbiche

Ci sono storie bellissime che hanno a che fare anche con il calcio (femminile, però!).

La storia di Megan Anna Rapinoe che per difendere con spalle larghe il suo diritto a dichiararsi gay, ha lottato anche a colpi di tweet niente meno che con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che in occasione degli ultimi mondiali di calcio femminili vinti dagli Stati Uniti, ha aspramente criticato la calciatrice di Redding, nonostante gli USA stessero per alzare per la seconda volta consecutivamente la Coppa del Mondo (prima in Canada nel 2015 e l’anno scorso, in Francia).

L’altra vicenda meravigliosa è una storia d’amore, quella tra Magdalena Eriksson e Pernille Harder. Una è difensore del Chelsea, di cui è capitano e milita nella nazionale svedese, l’altra è attaccante del Wolfsburg e milita nella nazionale danese, di cui è anche capitano.

Magdalena e Parnille sono compagne nella vita, ma nell’ultimo mondiale si sono affrontate come avversarie e il gesto che ha commosso il mondo intero è stato quando la Svezia, con Danimarca già eliminata, ha sconfittto il Canada qualificandosi ai quarti di finale, e Pernille (capitano della Danimarca) ha indossato la maglia della nazionale svedese ed è scesa sul campo per complimentarsi, con tanto di bacio, con la sua fidanzata.

Immaginate tutto questo nel calcio maschile e riflettete su quanto possiamo imparare dalle donne, dal loro coraggio e dalla loro ricerca di libertà.