Intimidazioni a Shaqiri: non convocato per Stella Rossa-Liverpool

Situazione curiosa in casa Liverpool. Per la prossima gara di Champions League contro la Stella Rossa il tecnico dei Reds Jurgen Klopp ha infatti deciso di non convocare Xherdan Shaqiri,…

Xherdan Shaqiri

Situazione curiosa in casa Liverpool. Per la prossima gara di Champions League contro la Stella Rossa il tecnico dei Reds Jurgen Klopp ha infatti deciso di non convocare Xherdan Shaqiri, per «evitare distrazioni», che potrebbero essere causate dal fatto che il giocatore sia di nazionalità albanese.

Per capire il perché di questa scelta è necessario però fare un passo indietro. Shaqiri, di origini kosovaro-albanesi (ma naturalizzato svizzero), ha segnato quest’estate il gol vittoria nella gara vinta dalla Svizzera contro la Serbia: il match era valido per la fase a gironi del Mondiale di Russia 2018.

La rete del definitivo 2-1 è stata celebrata dal calciatore con un gesto che richiamava l’aquila presente sulla bandiera albanese. Una provocazione nei confronti dei tifosi e dei giocatori serbi che la FIFA ha sanzionato con una multa di 10.000 franchi svizzeri (poco più di 8.700 euro).

La Serbia da sempre si rifiuta di riconoscere l’indipendenza della sua ex provincia del Kosovo, che tra i suoi 2,2 milioni di abitanti conta per la maggior parte persone di origine albanese. Da qui nasce la provocazione del calciatore, che martedì sera si sarebbe dovuto recare proprio in Serbia, a Belgrado, per l’incontro con la Stella Rossa. Ma il Liverpool ha preferito evitare qualsiasi tipo di distrazione: «Abbiamo ascoltato e letto le speculazioni sulla vicenda, e abbiamo discusso del tipo di accoglienza che Shaq avrebbe ricevuto», ha spiegato il tecnico Jurgen Klopp. «Anche se non abbiamo idea di cosa succederebbe, vogliamo andare lì e concentrarci al 100% sul calcio e non pensare a nient’altro».

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Shaqiri aveva già parlato il mese scorso dell’accoglienza che avrebbe potuto ricevere a Belgrado: «Ho già vissuto l’esperienza durante la Coppa del Mondo, quindi so che non posso gestire questo problema. Non si tratta di politica, si tratta di calcio. Non mi preoccupo di nulla e vado a giocare», aveva detto il centrocampista.