Nuovo libro Marco Bellinazzo – Il calcio come soft power, come strumento di influenza attraverso cui i governi delle grandi potenze, come la Russia, la Cina, i Paesi del Golfo o gli Stati Uniti, stanno cercando di affermare i propri interessi sullo scacchiere internazionale.
Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 Ore noto per essere un esperto delle tematiche economiche del calcio e dello sport, dopo il successo di “Goal Economy”, in cui ha raccontato come il gioco più bello del mondo si sia ormai trasformato in un business miliardario, torna in libreria con un nuovo lavoro intitolato “I veri padroni del calcio”.
Il libro, edito da Feltrinelli e in uscita il 18 maggio, ha come sottotitolo “Così il potere e la finanza hanno conquistato il calcio mondiale. L’analisi, rispetto a Goal Economy, passa dunque al “piano superiore”.
In “I veri padroni del calcio” Bellinazzo racconta i giochi di potere, i flussi di denaro e gli scandali che si nascondono dietro il calcio globale. Ma soprattutto ricostruisce il filo rosso che lega eventi tra loro apparentemente scollegati, ma che appartengono invece a questo nuovo “Grande gioco” tra potenze per affermare i propri interessi e la propria egemonia.
Tante le questioni affrontate nel volume: quali sono i reali interessi dei potenti della Terra sul calcio? Perché nel XXI secolo Russia, Paesi del Golfo, Usa e Cina si sono lanciati alla conquista del Football mondiale spodestando il vetusto e forse troppo autoreferenziale governo di Blatter e Platini?

Perché la Fifa del nuovo presidente Infantino ha appena rilanciato in Bahrein l’allargamento del Mondiale a 48 squadre, concedendo più posti ad Asia, Africa e Nordamerica? Con quali obiettivi e quali strategie Putin, lo sceicco del Qatar al-Thani, l’amministrazione Usa di Obama prima e di Trump oggi e il presidente cinese Xi Jinping hanno posto le basi per una “pax calcistica” spartendosi, dal 2018 al 2030, le prossime quattro edizioni del Mondiale?
La diplomazia calcistica, in questi anni, è andata sempre più intrecciandosi alle vicende belliche che hanno funestato lo scacchiere geopolitico, dall’Ucraina alla Siria, tra gli attacchi dell’Isis ai santuari del calcio e la stadium diplomacy messa in atto da Cina e Saudi Aramco nel Golfo per estendere i propri domini.
E così, muovendosi con disinvoltura tra le indagini dell’Fbi e i Panama papers, lo scandalo doping e gli hackeraggi russi, l’hooliganismo politico-militare e le battaglie sul prezzo del petrolio, la primavera araba e le manovre del Sultano Erdogan, le rivendicazioni del Kosovo o del Kurdistan, Bellinazzo compie un viaggio inedito dentro le trame di eventi apparentemente distanti tra loro in un percorso che riconnette il calcio alle istanze ultime del potere. Perché come scrive l’autore, “sulla scia della globalizzazione, il football è diventato elemento essenziale della politica; e per molti aspetti un’ideologia. O perlomeno una moderna versione dell’ideologia che racchiude in sé un sempre più definito armamentario culturale, economico e sociale.
E se dal calcio non deriveranno mai imperi o rivolgimenti istituzionali, è altrettanto vero che il predominio sul football, nondimeno che il controllo della religione, del petrolio, del web o della finanza, può rivelarsi fondamentale per la formazione degli imperi contemporanei o per dirigere e consolidare regimi”.