Figurine Panini, quanto pesano sui ricavi Mondiali e Europei di calcio

Le figurine Panini rimangono un mito nonostante gli anni e le abitudini che cambiano, anche grazie alla capacità di adattarsi dell’azienda che nel tempo ha aumentato sempre più la propria…

Germania Argentina Finale Mondiali Brasile 2014 (Insidefoto.com)

Le figurine Panini rimangono un mito nonostante gli anni e le abitudini che cambiano, anche grazie alla capacità di adattarsi dell’azienda che nel tempo ha aumentato sempre più la propria presenza online.

Quel che colpisce maggiormente, tuttavia, pur senza stupire visto che la dinamica è abbastanza comprensibile, è l’incidenza che di anno in anno porta l’azienda ad un saliscendi nei fatturati legato pesantemente ai grandi tornei internazionali.

Nel 2015 (qui il pezzo di CF – calcioefinanza.it sul bilancio del gruppo), il Gruppo Panini ha un fatturato superiore a 522 milioni di euro, con distribuzione in più di 120 paesi e un organico maggiore di 1000 dipendenti, 450 dei quali in Italia.

Negli anni dispari (senza campionati europei e mondiali) il fatturato, come nel 2015, supera i 500 milioni. Negli anni con gli Europei supera i 600 e arriva e sorpassa i 700 negli anni dei Mondiali. Come ad esempio, CF – calcioefinanza.it aveva registrato nel 2014.

Tutto inizia – come ricorda oggi La Repubblica nell’inserto Affari e Finanzanel 1954 con la fondazione della società di distribuzione di giornali dei fratelli Giuseppe, Umberto, Franco e Benito Panini, che già nel 1945 avevano acquistato un’edicola a fianco del duomo di Modena.

Il primo album è quello del campionato 1961-62. Nel 1972 – 73 c’è la prima collezione Calciatori con tutte le figurine auto – adesive. Si calcola che la Panini diffonda 5 miliardi di figurine all’anno. In Italia produce 30 collezioni all’anno, 400 in 120 Paesi di tutto il mondo. I collezionisti attivi in Italia sono 1,2 – 1,5 milioni, 90% maschi.

In questi anni molti sono stati i cambi di proprietà.

Nel 1988 l’azienda viene acquistata dal gruppo inglese Maxwell che impone cambiamenti gestionali e un manager australiano. L’azienda vive momenti di pesante crisi. Nel novembre 1991 Robert Maxwell viene trovato morto nel mare di Tenerife. Un incidente sul quale rimangono ombre e dubbi.

Nel 1992 la Panini torna italiana, con Investitori Associati e De Agostini ma due anni dopo lo scambio continua, con l’acquisto da parte del gruppo americano Marvel. Cinque anni ancora e in via Po torna il Tricolore, con l’arrivo della Fineldo spa di Vittorio Merloni e con quote di proprietà al Senior management del gruppo.

Passano diciassette anni e nel 2016 Fineldo esce dal capitale di Panini. Il nuovo proprietario e ad è Aldo Hugo Sallustro, italo argentino, che già era amministratore delegato con i Merloni. Stabile il management italiano.