Il Genoa rimane la nota dolente all’interno dei bilanci di Fingiochi, la cassaforte di Enrico Preziosi. Nel documento contabile della società – come riporta Businessinsider nell’edizione italiana in un articolo a firma di Carlotta Scozzari – si legge che il Genoa “deve proseguire il proprio piano di riequilibrio economico. Qualora ciò non avvenisse, la società sarebbe esposta al rischio legato alle fidejussioni rilasciate nell’interesse della partecipata”.
Come si legge tra le righe dei conti di Fingiochi, alla fine del 2015 (anche in questo caso ultimo bilancio disponibile), anno in cui la squadra si è posizionata al sesto posto del campionato italiano, il Genoa ha presentato una perdita netta di esercizio pari a 10,5 milioni, con un patrimonio netto negativo per 8,8 milioni.
Una perdita coperta nei primi mesi del 2016 grazie alle importanti plusvalenze realizzate nel corso della campagna invernale di calciomercato.
Nel frattempo a gennaio è saltata una assemblea straordinaria degli azionisti che avrebbe dovuto “chiamare un aumento di capitale”. dopo che le perdite avevano ridotto il capitale sotto il minimo legale.
Ma Fingiochi e la Fondazione Genoa (25%) non si sono presentate, anche perchè le cessioni di Pavoletti e Rincon potrebbero aver chiuso il disavanzo risolvendo il problema. Non si è quindi concretizzato l’acquisto da parte di Preziosi della quota di minoranza, come annunciato.
Fingiochi detiene la partecipazione nella Giochi Preziosi (29,31% dopo l’ingresso di Michael Lee, prima era al 42%).
Giochi Preziosi ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2015 con un fatturato in crescita a 901 milioni e un indebitamento finanziario netto in discesa a 82 milioni, che alla fine dello stesso anno risultava ulteriormente ridimensionato a 57 milioni.
Una situazione che secondo Fingiochi può continuare ad operare in normali condizioni di funzionamento, avendo superato il momento di crisi.
Per questo il valore di iscrizione della partecipazione rimane iscritta secondo il valore rivalutato (dicembre 2014) a 25 milioni, contribuendo all’utile di quell’esercizio di 6,25 milioni.
Nel 2015 i profitti messi a segno da Fingiochi sono stati maggiori di quelli del 2014, pari a 19,62 milioni. Il risultato in questo caso è stato conseguito grazie a proventi straordinari (30,64 mln).
Di questi 28 milioni derivano “dalla liberazione del fondo rischi accantonato in precedenti esercizi a seguito delle sentenze favorevoli emesse dalla Corte di Cassazione”.
Il riferimento è all’esito positivo, risalente all’agosto del 2016, del contenzioso tributario prendente presso la Cassazione, che – spiega il bilancio di Fingiochi – in caso di soccombenza avrebbe avuto impatti sulla continuità aziendale”.
Proprio per attendere l’esito della sentenza della Cassazione è stata posticipata a gennaio del 2017 l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio del 2015. Il rinvio è giustificato anche dalle negoziazioni con le banche sulla ristrutturazione del debito di Fingiochi, che a fine 2015 presentava una esposizione con gli istituti di credito pari complessivamente a quasi 39 milioni.
In occasione dell’assise del 17 gennaio, il presidente di Fingiochi, Enrico Preziosi, ha fatto sapere che a ottobre è stato raggiunto un accordo per il riscadenziamento (evidentemente più in là nel tempo) dell’esposizione con Intesa Sanpaolo, con cui è in piedi un finanziamento da poco più di 10 milioni, mentre “proseguono positivamente le trattative con Banca Carige finalizzate al raggiungimento di un accordo che contempli anche i rapporti di debito con le società partecipate”.
Non c’è ragione di dubitare che le trattative stiano davvero procedendo “positivamente” ma giova ricordare che già il bilancio del 2014 di Fingiochi riferiva di colloqui con la banca genovese, con cui presenta una esposizione da 27,8 milioni, proprio finalizzati a rinegoziare il debito a condizioni più vantaggiose per Preziosi.