La Bundesliga valorizza tutto il calcio tedesco e i piccoli crescono più dei grandi

Il campionato tedesco è in questi giorni al centro di numerose novità che è giusto vedere nel loro insieme per delineare quello che sarà il modello di sviluppo del calcio…

Sami Khedira, Gonzalo Higuain e Paulo Dybala festeggiano una vittoria della Juventus (Insidefoto)

Il campionato tedesco è in questi giorni al centro di numerose novità che è giusto vedere nel loro insieme per delineare quello che sarà il modello di sviluppo del calcio tedesco nei prossimi anni.

Ieri, innanzitutto, è stato presentato il rebranding dei campionati.

La Bundesliga e la II.Bundesliga avranno infatti un nuovo logo. E dall’anno prossimo sarà introdotto anche il logo autonomo della lega calcio tedesca (DFL).

Le motivazioni di questo intervento accendono la luce sulle reali prospettive che la Lega si è voluta dare. Le parole sono inequivocabili, DFL punta a un rapporto più chiaro nelle sue relazioni con i fans, con i media e gli sponsor. In questo modo si attua ulteriormente anche un’operazione di rafforzamento rafforzare ulteriormente il profilo verso la concorrenza.

Ma l’operazione non è la sola, e CF – calcioefinanza.it sta seguendo con interesse ogni passo.

La prima è stata l’approvazione della distribuzione dei diritti tv, che hanno recentemente superato la barra del miliardo di euro, secondo un nuovo metodo decisamente rivoluzionario che vedrà la partecipazione di tutti i club delle due serie per un totale di 36 squadre beneficiate dal nuovo accordo.

La più grande rappresenta il 70% del totale incassato e terrà conto della classifica degli ultimi due anni in Bundesliga e Bundesliga 2. Mentre il primo club riceverà l’1,69%, l’ultimo avrà lo 0,75%. (qui il meccanismo nel dettaglio)

La partenza sarà prevista nella prossima stagione, darà valori più bilanciati, terrà conto di un vero e proprio ranking nazionale, ed avrà altri vantaggi.

  • manterrà un grande equilibrio tra le squadre che riceveranno di più e quelle che riceveranno meno
  • essendo basata sui risultati pluriennali di due categorie non ci sarà l’impatto eccessivamente premiante del salto di categoria ma nemmeno quello penalizzante della retrocessione
  • eviterà l’adozione di paracadute (che sono comunque dei palliativi perchè non evitano la perdita di fatturato conseguente alla retrocessione)

Non è un caso se il Bayern Monaco e la DFL sono ai ferri corti. Evidente che l’interessi dei bavaresi al momento è proprio quello di vedersi premiati con un incremento dei diritti tv (che non ci sarà) in modo da andare ad avvicinare i grandi club europei.

Va ricordato in tal senso che il Bayern, secondo nei ricavi commerciali e quinto per quelli da stadio a livello europeo, non figura nemmeno nelle prime 10 posizioni per quanto riguarda i diritti tv (l’ultima Deloitte Money league parlava chiaro in tal senso attribuendo “solo” 106 milioni all’anno ai bavaresi).

Ma questo non conta. Volendo operare per il bene comune la DFL fin qui ha tirato dritto. E la scelta di rebranding è arrivata per dare forza ad un altro interessante risultato.

Recentemente, secondo i dati diffusi dalla società tedesca “PR Marketing” i club di serie A hanno visto crescere il loro merchandising di 17 milioni nello scorso anno raggiungendo il livello recordo di 243 milioni di euro.

Rispetto alla stagione precedente si tratta di un +7,5% in valore e di un 8% in più in termini di volumi.

La tendenza per i risultati cumulativi era prevedibile soprattutto grazie alla crescita dei top club, Borussia Dortmund e Bayern di Monaco, ma c’è molto di più.

La crescita non si limita ai club d’elite ma si è verificata anche in Seconda divisione. I risultati dei piccoli infatti sono risultati infatti percentualmente più significativi degli altri.

In 2. Bundesliga infatti i ricavi da merchandising hanno raggiunto i 31,3 milioni di euro per la stagione 2015-2016, con un incremento del 17,6% (€ 3,8 milioni) rispetto alla stagione precedente. La terza divisione invece ha fatto registrare 9 milioni di ricavi da merchandising.

Il rebranding, in tal senso, punterà a rafforzare la crescita, che è stata significativa, ma come segnala sempre PR Marketing è stata la percentuale più bassa degli ultimi anni.

Tempo, insomma, di investire in immagine, per un calcio che – lo ricordiamo – da tempo ha scelto una linea decisamente autarchica per quanto riguarda le proprietà, non permettendo a proprietà straniere di avere quote di controllo dei club.

La DFL ha scelto, per continuare a stare a pieno titolo tra le big 5 il movimento tedesco dovrà prevedere più omogeneità di crescita e diventare il campionato più competitivo del mondo, dopo l’invidiabile record che ne fa al momento quello calcistico con più presenze allo stadio.