Stadio di proprietà, nuovi sponsor e quotazione in borsa. Sono questi i capisaldi del piano industriale attraverso cui Sino-Europe Sports Investment, la cordata cinese in procinto di acquistare il Milan, intende rilanciare il club rossonero dal punto di vista economico e sportivo. Lo rivela il quotidiano La Repubblica in un dettagliato articolo a firma dei giornalisti Enrico Currò e Luca Pagni.
In attesa del closing, fissato per la metà di novembre, in tempo per il primo derby cinese del 20 con l’Inter di Suning, una rappresentanza degli investitori del fondo capeggiato dall’imprenditore Yonghong Li e da Haixia Capital (col governo di Pechino tra gli azionisti) sarà a metà ottobre ad Arcore, per presentare a Silvio Berlusconi sia una parte dei soci non ancora resi noti sia il dettaglio del progetto.
Milan, business plan Sino-Europe: focus sui ricavi commerciali
Progetto che – scrive Repubblica – sarà basato sulla penetrazione commerciale del brand Milan in Asia come traino degli investimenti per la squadra.
In quest’ottica Sino-Europe avrebbe già individuato in Cina gli sponsor e le reti di vendita. L’obiettivo, indicato nel piano, è quello di raddoppiare in poco tempo i ricavi commerciali della società rossonera, che negli ultimi anni si sono attestati in un range compreso tra i 70 e gli 80 milioni di euro (leggi la classifica dei ricavi commerciali della Serie A).
L’aumento dei ricavi commerciali dovrebbe passare anche attraverso nuove sponsorizzazioni: grande distribuzione e auto i settori più monitorati. Il brand rossonero sarà a disposizione delle aziende partner in Cina dove il Milan è tra i 5 club più popolari con Manchester United, Real, Barcellona e Bayern, con una platea potenziale di ben oltre 100 milioni di tifosi.
In questo modo in pochi anni Sino.Europe mira a raddoppiare il fatturato e a superare i 500 milioni, come rivelato da Bloomberg nelle scorse settimane.
Milan, business plan Sino-Europe: lo stadio
Scartata la condivisione di San Siro con l’Inter – secondo Repubblica – i vertici di Sino-Europe avrebbero in mente di puntare su un nuovo stadio da 60 mila spettatori o di avere il monopolio del Meazza, da ristrutturare e ammodernare, nel caso in cui l’Inter decidesse di realizzare un proprio impianto di proprietà.
Milan, business plan Sino-Europe: il mercato
Dal punto di vista sportivo il primo nodo è il prossimo mercato. In Cina il Milan autarchico non ha nomi di richiamo, a parte Bacca corteggiato dal Psg. Gli investitori vorrebbero subito un fuoriclasse per promuovere il marchio. Non li stuzzicano né Fabregas, né Isco, ma è complicato convincere uno tra i primi 20 del mondo a non giocare nemmeno l’Europa League.
I vertici di Sino Europe, in compenso, apprezzano il profilo di Montella: giovane, ambizioso, preparato. Salvo sfracelli, partirà da lui l’assalto alla Champions, dopo un mercato estivo di primo piano.
Milan, business plan Sino-Europe: la nuova governance
Quanto al riassetto societario, affidato a Fassone che ha indicato il capo osservatore dell’Inter Mirabelli come ds, è calda la questione Maldini. Dovrebbe sciogliersi il rapporto con Galliani, malgrado il presidente di Mediaset Confalonieri a Milan Tv non avalli le voci su Galliani destinato alle tv di Fininvest: «Per lui molti top club farebbero carte false. Spero che nel nuovo Milan ci sia un posto».