C’è anche Marina Berlusconi nella classifica di Fortune delle 50 donne più potenti al mondo al di fuori degli Stati Uniti. La figlia di Silvio e presidente di Fininvest e Mondadori si è posizionata, riporta la rivista statunitense, al 49° posto nel 2016. L’altra italiana è Ornella Barra (co-direttore operativo di Walgreens Boots Alliance), al decimo posto.
Un anno difficile per Marina Berlusconi, che è comunque presente nella classifica ininterrottamente dal 2001. Il magazine racconta che per la cinquantenne numero uno dell’impero del padre è stato un “anno difficile”, spiegando che “sta facendo fatica a consolidare l’impero di famiglia nei media e nell’intrattenimento e allo stesso tempo sta affrontando la competizione crescente” data dalle realtà digitali emergenti.
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Fortune inoltre ricorda la diatriba con la francese Vivendi, uno scontro che prosegue anche in questi giorni dopo che l’azienda di Bollorè si è tirata indietro dall’affare riguardo Mediaset Premium: «Il suo è un capitalismo cannibalesco, noi siamo veri imprenditori», aveva attaccato la Berlusconi in una lettera al Corriere della Sera.
Ora, prosegue Fortune, Marina è concentrata sulla riduzione del debito del gruppo, un conglomerato che fattura 5 miliardi di dollari l’anno. Prima mossa in questo senso è l’affare con la cordata cinese per la cessione del Milan, “il club di calcio gravoso che il padre comprò nel 1986″ e per cui Fininvest è pronta ad intascare un assegno da 750 milioni di euro, dopo che gli investitori asiatici hanno già versato i primi 100 sotto forma di caparra.
Una cessione che, secondo la figlia di Silvio “avrà un impatto molto positivo: da una parte i 740 milioni andarnno a migliorare ulteriormente una situazione finanziaria già invidiabile, dall’altra, non dovremo più far fronte a esborsi che avevano ormai raggiunto picchi di 100-150 milioni annui”, come ha dichiarato lo scorso agosto a Il Sole 24 Ore.