Un modo per capire, dati alla mano, quanto vale un campionato è quello di provare a fare una valutazione del mercato delle sponsorship di maglia.
In questo senso, la Premier League si conferma come il campionato più ricco e attrattivo per le aziende che cercano visibilità. In questa breve analisi vedremo a quanto ammonta tale valore ed il confronto con la nostra Serie A.
In Premier League tutti hanno un main sponsor
In Premier League tutti hanno uno sponsor. Il riferimento in questi caso è al main sponsor, cioè a quello principale e che come tale ha uno spazio adeguato sulla maglia da gioco. Non è una cosa da poco, se consideriamo che ad esempio in Italia ai nastri di partenza erano sei le squadre senza un main sponsor.
Detto questo, guardiamo quanto vale il mercato totale in questa stagione: 286,5 milioni di euro, cifra che risulta dall’incrocio dei dati in nostro possesso con quelli dello studio di settore a cura di Sporting Intelligence. Si tratta di un dato che riguarda le squadre ai nastri di partenza del campionato. Lo specifichiamo perché accade non di rado che un club, soprattutto di fascia alta, possa rimodulare il contratto esistente. Il riferimento in questo caso specifico è al Manchester City, da mesi in odore di rinnovo faraonico con Etihad.
Le quattro fasce di sponsorship
A proposito di fascia alta, si può notare come esista una grossa frazione tra i club più forti e il resto della compagnia. Anzi, sarebbe più corretto parlare di quattro fasce specifiche. Nella prima, la più esclusiva, ci sono le irraggiungibili (finora) Manchester United e Chelsea. La prima può contare sul contratto più ricco di tutti, quello da 60 milioni di euro con Chevrolet, al quale segue quello nuovo del Chelsea con Yokohama per 55 milioni di euro.
Poi c’è una seconda fascia, che vede Arsenal (38 milioni da Emirates), City (25 da Ethiad), Liverpool (25 da Standard Chartered) e Tottenham (Aia, 22 milioni). In questa fascia ci sono tutti quei club che possono lottare per il titolo e che, per effetto dei nuovi contratti che hanno allontanato i due club di prima fascia, potrebbero vedere rivisti i propri contratti.
Quindi c’è una terza fascia, composta da nove squadre di medio livello anche sul campo, molte con un passato importante: Newcastle, West Ham, Aston Villa, Everton, Sunderland, Crystal Palace, Stoke Swansea. I loro ricavi si stagliano in un range tra gli 8,2 e i 4 milioni di euro. Quindi l’ultima fascia, la quarta, tra gli 1,5 e il milione di euro del neopromosso Bournemouth.
Se il Sassuolo prende quanto il Tottenham
In Serie A, il valore totale degli sponsor di maglia della serie A in questa stagione 2015/16 ammonta a 92,15 milioni di euro. Per calcolare il valore relativo alla Serie A, abbiamo incrociato i dati forniti dall’annuale studio di Sport Economy “Jersey Sponsor Index” con i dati in nostro possesso e tratti dai bilanci societari dei vari club. La classifica comprende i tre tipi di sponsorship in Serie A:main sponsor, il secondo sponsor e quello retro (cioè dietro la maglia).
A comandare la classifica non ci sono grandi del nostro campionato, ma il Sassuolo: la squadra emiliana può contare su un assegno annuale da 22 milioni firmato Mapei, società che detiene anche i naming rights dello stadio (gestito tramite la Mapei Stadium Srl, altra società della galassia Mapei). Seguono la Juventus con Jeep e il Milan con Emirates, entrambe con 17 milioni di euro. Entrambe prevedono, oltre a tale floor, un tetto di bonus massimo di 3 milioni di euro.
La questione della sponsorship del Sassuolo ha colpito molti nostri lettori, perciò è giusto fare alcune precisazioni. In particolare, sui soldi che Squinzi mette nel club. Il Sassuolo non è di Squinzi che a sua volta ha la Mapei, ma la squadra è direttamente della Mapei. L’azienda risulta infatti essere socio unico dell’Us Sassuolo Calcio srl e, come testimonia anche questo estratto dal bilancio dei neroverdi, può decidere di riversare nel club la cifra che ritiene più adeguata nella forma di sponsorship e che può essere quindi anche superiore di quelle di Juventus o Inter, se lo ritiene opportuno.
Sulla questione Fair Play Finanziario, lo scenario prevede innanzitutto che il Sassuolo si qualifichi in Europa. Solo in quel caso dovrebbe scattare l’eventuale indagine sul Fair Value, cioè sull’equo valore della sponsorship, che non è detto venga ricalcolata dalla Uefa: parliamo pur sempre di cifre meno ingenti di quelle che hanno coinvolto Psg e Manchester City negli anni passati.