Tpo Doyen – A Madrid, la Liga spagnola e portoghese si sono riunite per un seminario. Tema: come rendere il calcio iberico più sostenibile e competitivo. Ospite d’eccezione: Nelio Lucas. Ovvero, il gestore del fondo d’investimento più chiacchierato degli ultimi tempi: Doyen.
Prima di lasciare spazio agli altri interventi, Lucas ha spiegato come Doyen ha contribuito ai successi del calcio sia spagnolo che portoghese, puntando il dito sull’eccessiva distanza economica con la Premier League e, di conseguenza, dimostrando che la presenza di tale fondo nel calcio serve a livellare quella distanza e migliorare la competitività del pallone europeo, senza intaccarne la trasparenza. Il tutto senza risparmiare attacchi di una certa portata verso quelle istituzioni come Uefa e Fifa che vogliono ridurne il raggio d’azione nel calcio.
Tpo Doyen: “Grazie a noi alcune squadre hanno vinto tanto”
Dati alla mano, Lucas spiega che il divario tra il calcio iberico e quello inglese, portato ad esempio come il più forte economicamente, sia troppo alto. Escludendo di fatto club come il Real Madrid, che è quello che avendo più ricavi di più al mondo (oltre 500 milioni di introiti nel 2014) non ha bisogno di finanziamenti, la distanza c’è. Basta guardare i dati di Football Money League, analizzati anche da Calcio&Finanza.
“Esiste una grande divisione e le istituzioni che fanno? Anziché assottigliarla, creano il Fair Play Finanziario. Se ho venti euro nel portafoglio non ne spendo venticinque, questo è chiaro. Ma dizionario alla mano, Fair in inglese vuole dire giusto. Allora, è giusto far vincere sempre le stesse squadre?“, chiede Lucas. Prendiamo quattro esempi di altrettante squadre che hanno firmato contratti con Doyen. Il Porto ha vinto l’Europa League, la Champions e l’Intercontinentale. Il Siviglia ha vinto due Europa League. L’Atletico Madrid anche, oltre all’Europa League ed è andato vicinissimo a vincere la Champions. Il Benfica è riuscito ad arrivare fino ai quarti di Champions e ha fatto le ultime due finali di Europa League”. E poi, Lucas ricorda che “da qui (Spagna e Portogallo, ndr) grazie a questa forma d’investimento sono passati giocatori come Hulk, Falcao, Mangala”. L’ultimo è stato ceduto proprio in Inghilterra, al City.
“Il vero schiavismo è far costruire stadi in Qatar a 50 gradi”
Quindi Doyen uguale equilibrio, secondo Lucas: “In Brasile, dove Doyen è fortemente presente, non lavoriamo con pochi ma con quasi tutti i club: questo comporta una proporzione migliore, infatti ogni anno il risultato finale del campionato è una sorpresa”. Poi, l’affondo: “Ci accusano di schiavismo, di influenzare il match fixing e di poca trasparenza nelle operazioni. Schiavitù è non pagare in maniera adeguata. La vera schiavitù è far costruire stadi in Qatar sotto 50 gradi, con la gente che muore. Sulle scommesse: perché nessuno si lamenta del fatto che Bwin abbia sponsorizzato la Champions League? Inoltre, riguardo la trasparenza, dico che siamo registrati in Inghilterra, Spagna, Italia: le nostre operazioni possono essere controllate”.