Le italiane in corsa tra Champions ed Europa League sono ben tre. Non male, rispetto agli anni scorsi. In attesa di sapere come andranno i quarti sul campo, una sfida l’abbiamo già vinta: quella dei ricavi.
Juventus-Monaco: dominio bianconero
Sulla Juventus, Calcio&Finanza in questi mesi si è spesso soffermata. Dai numeri forniti da Deloitte alle stime di Twice Research o di Banca Imi sui prossimi ricavi. L’Europa, di fatto, sorride ai bianconeri. Non solo perchè hanno centrato l’accesso ai quarti di Champions, dopo che lo scorso anno era scattata l’eliminazione ai gironi sotto l’insolita neve di Istanbul. Ma anche perchè i ricavi di questa stagione possono davvero arrivare a 300 milioni. La base di partenza dei bianconeri è già buona: 279,4 i milioni di ricavi realizzati nel 2014. Con la partecipazione alla Champions, tra premi Uefa e market pool, si può arrivare a 300 milioni già alla fine di questa stagione, anticipando di fatto le stime di Imi che voleva il raggiungimento di questa cifra nel 2016. Ipotizzando l’eliminazione della Juve al prossimo turno, la partecipazione alla Champions League 2014/15 dovrebbe portare nelle casse del club circa 72,95 milioni di euro. Andasse in semifinale, solo il premio per il passaggio del turno porterebbe nelle casse della Juventus altri 4,9 milioni, facendo salire il fatturato a 293,29 milioni. Con altri 3 milioni circa di incassi al botteghino si arriverebbe a 296,29 milioni.
Per il Monaco, il discorso è ben diverso. Il club monegasco, a differenza della Juventus, è finito sotto indagine da parte della Uefa, in ottica FFP. Il club, qualificandosi alla Champions, è entrato di diritto nelle maglie degli ispettori di Platini, che hanno voluti vederci chiaro su alcuni aspetti relativi al bilancio. In particolare, ad interessare la Uefa è il contratto stipulato con l’agenzia di marketing Aim (che lavora anche con Real Madrid, Bayern Monaco e la stessa Uefa). Un accordo da 140 milioni di euro, che in sostanza corrisponde ai ricavi del club: il contratto prevede che Aim si occupi delle strategie di marketing del club, in cambio dei ricavi del club da stadio, hospitality, sponsor e Champions. Con un effetto immediato: bilanciare le perdite da 80 milioni, portandole a un attivo di 40. Un’operazione che “puzza” di Psg-Ente turismo Qatar.
Napoli-Wolfsburg: ai ricavi vince De Laurentiis
Il Napoli è il 16° club in Europa per ricavi con 164,8 milioni di euro incamerati nel 2013/14: un aumento rispetto ai 116 milioni della stagione precedente. La torta azzurra degli introiti è composta, come da “tradizione” in Italia, per la maggior parte da diritti tv: il 65% (107,1 milioni) dei ricavi è legata al broadcasting. Il commerciale porta 36,8 milioni di euro dei ricavi, mentre il botteghino è il secondo più basso della Football Money League di Deloitte dopo l’Inter: 17 milioni di euro. Senza la Champions, il Napoli potrebbe vedere il monte ricavi abbassarsi alla fine di questa stagione.
Il Wolfsburg spesso è indicato come club modello, visto lo stadio e i risultati buoni degli ultimi anni, che comprendono anche una Bundesliga vinta nel 2009. Nella Wolkswagen Arena il club gioca dal 2002 e per costruirlo sono stati spesi 53 milioni di euro. Quest’anno, però, gli ispettori della Uefa hanno messo il club sotto indagine. Certo, i 38 milioni di saldo negativo hanno pesato sul mercato, benché dietro ci sia un gruppo forte come Wolkswagen da 200 milioni di euro di fatturato. Ma il club non ha altissimi ricavi: 20 dalla maglia, 2,5 dai naming rights dello stadio, circa 30 dai diritti tv.
La Fiorentina fa viola la Dinamo Kiev
Al netto del player trading, la Fiorentina ha generato ricavi per 83 milioni di euro. Di certo, ad aiutare il club ci hanno pensato le pesanti cessioni, come sempre: tra quelle dello scorso anno di Liaijc e Jovetic, che hanno fruttato 31,6 milioni di euro, tanto quanto quella di Cuardado quest’anno al Chelsea, il saldo positivo del mercato di quest’anno è arrivato a 27 milioni di eruo. Ricavi totali che grazie all’Europa potrebbero arrivare quasi a 100 milioni, ma solo in caso di vittoria dell’Europa League, che vale circa 14 milioni do soli premi Uefa. A dare una mano arriverà anche il contratto con Le Coq, dal prossimo anno: 5 stagioni a 2,5 milioni all’anno. Ma il salto di qualità arriverà solo con la Champions.
La Dinamo Kiev è fanalino di coda. Complice la difficile situazione ucraina, il club che fu di Shevchenko non ha grandi ricavi: parliamo di non più di 20 milioni di euro tra saldo del mercato, sponsor e stadio. Ma la squadra ha un tesoro nella propria rosa. Alcuni giocatori come Yarmolenko, che vale 22 milioni, possono dare ossigeno alle casse del club.