La lotteria del calciomercato e il jackpot delle superstar

Che cosa determina il prezzo dei calciatori nell’ambito delle trattative del calciomercato? Il dibattito delle recenti settimane sui casi di Cristiano Ronaldo…

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Che cosa determina il prezzo dei calciatori nell’ambito delle trattative del calciomercato? Il dibattito delle recenti settimane sui casi di Cristiano Ronaldo e Gigio Donnarumma sono rappresentativi delle ultime sessioni di calciomercato caratterizzate da un andamento a tratti schizofrenico con accelerazioni repentine nelle quotazioni dei calciatori senza un apparente legame preciso con le performance la produttività reale per il club.

Il crescente fenomeno delle “Superstar”, che caratterizza le valutazioni astronomiche per le performance straordinarie di pochi atleti e manager, non basta da solo a giustificare alcune valutazioni sensazionali e certi ingaggi inspiegabilmente alti.  I più ricorrono all’idea, che circola ormai da anni, di una bolla speculativa. D’altra parte negli ultimi vent’anni i prezzi dei calciatori sono aumentati vertiginosamente, mentre nello stesso periodo le società di calcio si sono fortemente indebitate e solo pochissime di esse hanno sviluppato ricavi capaci di sostenere efficacemente gli investimenti richiesti dal calciomercato per competere a livelli alti. Ma se siamo in presenza di una bolla speculativa, diventa fondamentale capire cosa la alimenta e quali sono i rischi ad essa collegati.

Che cosa determina il prezzo dei calciatori, il meccanismo delle opzioni

Una possibile chiave di lettura ce la offre il meccanismo di funzionamento delle cosiddette “opzioni”. Un’opzione è uno strumento contrattuale che offre a chi lo possiede la facoltà, ma non l’obbligo, di acquistare un bene (sottostante) a un prezzo predeterminato (strike) entro un certo periodo di tempo. In altre parole, fisso un prezzo oggi, ma acquisto il bene domani soltanto se il suo valore è cresciuto nel frattempo tanto da superare il prezzo fissato. Oggi si vendono e si comprano opzioni finanziarie praticamente in ogni mercato e industria. E molte transazioni, anche nel calcio, soprattutto dopo la famosa sentenza Bosman, hanno finito per assumere le caratteristiche tipiche delle opzioni. Ma come funziona l’opzione nel calcio?

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Gianluigi Donnarumma (foto Insidefoto)

Semplice. Per ogni calciatore sotto contratto, in qualsiasi momento ma tipicamente nella seconda metà della durata contrattuale, un club può decidere di rinnovare il contratto estendendolo per un certo periodo. Ciò avviene solitamente per quei calciatori che hanno performato particolarmente bene e per i quali, in virtù di ciò e dell’aspettativa di crescita futura, il club è disponibile a pagare un salario più alto di quello attuale. In pratica, la squadra decide di ristornare al calciatore una parte del suo valore futuro. E questa non è altro che la tipica struttura di un’opzione, dove il sottostante è il maggior valore del calciatore e lo strike è l’incremento di salario da pagargli perché accetti il rinnovo.

Insomma al club può convenire alzare il salario per ottenere in cambio un rinnovo da cui guadagnerà un valore maggiore. Ma come si quantifica questo valore? Semplice, esso sarà composto dai profitti attesi dallo sfruttamento per un periodo più lungo delle prestazioni sportive dell’atleta (come quota parte del totale di diritti tv, premi, merchandising, e ticketing che il club incasserà nel periodo del contratto), dalla mancata spesa per un rimpiazzo adeguato che il club dovrebbe comprare se lasciasse scadere il contratto senza rinnovarlo, e dal possibile prezzo di vendita futuro del calciatore a un altro club prima della fine del contratto.

La valutazione di Mbappé secondo Playratings
La valutazione di Mbappé secondo Playratings

Quindi, considerando il contratto con un calciatore alla stregua di un’opzione, esso non è più valorizzato soltanto dall’aspettativa dei cash flow futuri del club, ma, come mostra una famosa equazione che è valsa un premio Nobel (l’equazione di Black e Scholes), soprattutto dalla variabilità del valore di mercato futuro del calciatore, ossia dalla imprevedibile potenzialità delle sue prestazioni.

Che cosa determina il prezzo dei calciatori, il mercato come una lotteria

In altre parole, comprare i diritti alle prestazioni di un calciatore equivale oggi per un club all’acquisto di un biglietto di una lotteria che ad ogni sessione di calcio mercato estrae un prezzo per il suo cartellino. Il club vince la lotteria se questo prezzo è maggiore di quello che ha pagato per acquistarlo. In questa particolare “lotteria delle opzioni” però, invece di vendere il calciatore e incassare la vincita, il club può anche scegliere di tenere in tasca il biglietto (rinnovando, se necessario, il contratto del calciatore) e attendere la prossima estrazione nella speranza che il premio cresca.

Il valore del premio di una lotteria cosiffatta dipende dalla possibile oscillazione straordinaria del prezzo verso l’alto (il cosiddetto “upside” o lato positivo dell’incertezza). Parliamo del jackpot che la squadra vince nel caso in cui il calciatore realizzi una prestazione eccezionale. E a tal fine l’età del calciatore gioca un ruolo importante trattandosi di un’aspettativa sugli anni futuri.

In modo analogo, il rischio (il cosiddetto “downside” o lato negativo dell’incertezza) che il club decide di correre tenendo il biglietto in tasca in attesa di una futura vincita maggiore è legato ad eventi spesso imprevedibili, e tuttavia possibili o addirittura probabili: è se il giocatore s’infortuna? se la prestazione cala sensibilmente? Anche qui conta l’età, perché se il calciatore è giovane il rischio è ridotto dalla resistenza fisica, dal potenziale inespresso e dal prezzo basso pagato per acquistarlo.

Ad ogni modo il downside non può essere maggiore del prezzo pagato per acquistare il calciatore. Ed è proprio questo limite alle perdite, accoppiato con l’aspettativa del jackpot, a determinare una fondamentale asimmetria del valore di opzione che induce, in certo modo, i club ad esser sempre più avventurosi nelle transazioni. Comprare un calciatore oggi, equivale spesso a fare una scommessa per cui si può vincere un valore molto grande, mentre si può perdere solo il prezzo pagato. E questo è ancor più vero per i giovani talenti come Donnarumma e Mbappè.

Che cosa determina il prezzo dei calciatori, le similitudini con il mercato delle start-up

Questa tendenza, dei club verso comportamenti da ludopatici del calciomercato risulta peraltro in linea con le tendenze economiche dei nostri giorni. Infatti, mentre la teoria economica tradizionale supponeva che l’incertezza deprimesse il valore di un bene capitale, la teoria moderna congettura che avvenga l’opposto, e che il prezzo che si è disposti a pagare per un diritto a ricevere pagamenti futuri sia tanto più elevato quanto maggiore è l’incertezza sulle prospettive di reddito del bene capitale sottostante. Un buon esempio di questa tendenza lo si ritrova anche nelle vertiginose e spesso inspiegabili quotazioni di borsa delle digital company che quasi mai rispecchiano il cash flow corrente.

Più in generale, anche se non spiega tutto, la natura aleatoria delle performance nei contratti per lo sfruttamento dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori ha conseguenze rilevanti non solo per i meccanismi alla base del calcio mercato ma per l’intera struttura economica dell’industria del calcio e per la sostenibilità del sistema attuale.

Infatti, grazie al meccanismo della lotteria delle opzioni, calciatori, manager e agenti finiscono per ricevere, sulla fiducia, attraverso la valutazione del mercato, un premio tanto maggiore, quanto maggiore appare il potenziale del calciatore. Potenziale che i club cercano di desumere dai segni precoci dei più giovani e dalle performance in crescendo di Superstar e Rising star.

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Federico Bernardeschi, (Foto: Insidefoto.com)

E qui può sorgere il problema. Perché il valore dei profitti realizzati nel futuro, eccetto che per pochissimi vincitori della lotteria delle opzioni, tenderà nella gran parte dei casi ad essere minore dei prezzi pagati sulla fiducia, proprio perché questi ultimi sono stati anticipati sulla base della potenzialità di raggiungere i valori più alti della distribuzione dei risultati futuri e non, come sarebbe nel caso di un mercato normale, dei loro valori medi.

Pertanto, il tasso di rendimento medio del capitale umano aggregato del settore (calciatori, allenatori, procuratori ecc.) è destinato a diminuire. Così come è destinato ad aumentare il divario tra i rendimenti economici minimi e massimi realizzati. Ovvero aumenterà la distanza tra i giocatori che non hanno corrisposto alle aspettative di tipo speculativo (le “scommesse”) e quei pochi che hanno invece realizzato il jackpot. La conseguenza inevitabile di tutto ciò è che la concentrazione dei guadagni si accentuerà progressivamente su pochi calciatori, manager e procuratori, rafforzando ulteriormente la dittatura delle Superstar sul sistema calcio.

Che cosa determina il prezzo dei calciatori, i rischi per l’industria del calcio

In altre parole, la lotteria del calciomercato sta evolvendo verso premi eccezionali, un po’ come è avvenuto, nel campo delle lotterie vere e proprie con il passaggio dai giochi di tipo tradizionale (come il lotto) a quelli con i “maxi-jackpot” come il Supernalotto. Questa tendenza alimenta anche una sorta di sindrome ludopatica negli attori di mercato. Essa sta già producendo effetti negativi per l’industria del calcio, per i professionisti e soprattutto per gli appassionati, perché al divario economico crescente corrisponde inevitabilmente un divario crescente dei successi sportivi che si vanno concentrando sempre di più.

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Gianni Infantino presidente della FIFA (Insidefoto)

Ma fino a quando può reggere questo sistema? C’è un rischio reale che la bolla finisca per esplodere? Ovvero, ci sarà sempre qualcuno disposto a pagare il jackpot? Finora il jackpot crescente, oltre che dalla riduzione del numero dei possibili vincitori (i pochi club Superstar), è stato finanziato dall’espansione del fatturato, risultato in definitiva di una audience sempre più ampia, della moltiplicazione degli eventi (Superleghe e tornei stagionali) e dell’ingresso nel mercato di nuovi capitali (tra cui magnati russi e principi arabi). Questa crescita tuttavia non può andare avanti indefinitamente e, una volta finita o anche solo rallentata, potrebbe far sgonfiare la “bolla” e far entrare in crisi l’intera industria del calcio.