Tra algoritmi e XG, il fenomeno Moneyball è sempre più dentro anche il mondo del calcio. La storia degli Oakland Athletics di baseball e del modello statistico che li ha portati a combattere con corazzate in MLB nonostante budget decisamente inferiori, raccontata in un libro e poi in un film, ha segnato una sorta di spartiacque nello sport per quanto riguarda l’utilizzo di dati e statistiche. Un elemento che negli ultimi anni si è sviluppato anche nel calcio, seppur ancora in maniera inferiore rispetto a quanto avviene negli sport Usa, ma che ha portato ad esempio la Figc a scegliere un algoritmo per stilare le classifiche in caso di nuovo stop per l’emergenza Coronavirus.
“Il mondo dello sport, in questo senso ha seguito il processo di cui la finanza è stata pioniera. Si è passati dalla valutazione per esperienza o per sensazione del manager a un processo quantitativo e qualitativo, che usa i dati per mettere i manager nella condizione di prendere scelte ragionate” spiega Vincenzo Cuscito, Senior Investment Consultant di Moneyfarm.
I dati sono al centro anche della decisione della Federcalcio di utilizzare una formula per definire le classifiche in caso di sospensione definitiva dei campionati. Una formula che, nella prima versione, non era di così facile intuizione e che si è voluto semplificare tenendo in considerazione i soli punti ottenuti e la proiezione della media punti in casa e in trasferta sulle partite rimanenti: PT + (MPc x NPc) + (MPt x NPt), ovverosia Punti + (Media punti in casa x partite casalinghe da giocare) + (Media punti in trasferta x partite in trasferta da giocare).
Ma, allargando il discorso, nel mondo del calcio termini come XG, Match analysis e simili sono ormai entrati quasi nel glossario comune. E i dati vengono sempre più spesso utilizzati dagli allenatori per capire come comportarsi e come far muovere la squadra in campo. Tanto che la Serie A, per il girone di ritorno, ha fornito a tutti i tecnici un tablet con un programma di match analysis in contemporanea: un’intelligenza artificiale che elabora i dati delle squadre in campo e fornisce indicazioni immediate.
Nel test, durante Juve-Milan del girone d’andata, sul tablet comparivano messaggi come “Giocando stretti vanno in difficoltà”, “sfruttiamo di più Pjanic”, “troppo spazio a Çalhanoglu”. Informazioni inoltre personalizzabili in base al proprio stile di gioco.
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Certo, nel calcio resta una forte dose di incertezza. Qualcuno l’ha indicata addirittura al 50%: quante volte abbiamo visto anche grandi campioni sbagliare gol a porta vuota? E una parte di allenatori, forse anche per questo, tende a rifiutare anche la tecnologia. “Conta l’occhio del tecnico”, il pensiero di Massimiliano Allegri in un’intervista a Repubblica. “Da gennaio (scorso, ndr) metteranno i tablet a disposizione della panchina. Saprai quali sono i percorsi di campo più frequentati. Per fare cosa? Per riassumere in una frase quello che ho già visto. Il calcio è un campo, non un universo. Le cose si trovano, si toccano, non importa essere troppo elettronici”.
D’altronde la chiave sta proprio nell’integrazione tra processi quantitativi e qualitativi, come sostiene anche Vincenzo Cuscito: “Come in un campionato, investire sui mercati finanziari è un’attività di reazione perché bisogna prevedere cosa faranno tutti gli altri e per fare ciò è necessario analizzare la realtà attraverso i dati, osservare i numeri e trasformarli in trend. Questo non esaurisce però il nostro ruolo, i trend devono poi passare al vaglio degli esperti che portano il loro bagaglio unico di competenze”.
Nonostante le resistenze, tuttavia, i dati stanno assumendo un ruolo sempre più importante. E da numeri puramente quantitativi (ad esempio i km percorsi dai giocatori in campo) il tentativo è di trasformarli anche in valori qualitativi (per quanto tempo i giocatori scattano, per quanto tempo mantengono una andatura media), in modo tale che questi dati possano essere riutilizzati dagli allenatori per calibrare le strategie, prima in allenamento (pochi km percorsi potrebbe anche voler dire una preparazione atletica deficitaria) ma anche in partita: avere a disposizione i dati del baricentro medio della squadra in maniera istantanea potrebbe aiutare anche nella decisione di far salire o meno la linea difensiva.
“E’ finito il tempo delle analisi e valutazioni basate solamente sulle sensazioni. Le attività che hanno come obiettivo la massimizzazione della performance, come il calcio e la finanza, stanno aprendo la strada a una rivoluzione che riguarderà sempre più settori. Per esempio oggi grazie alle tecnologie digitali e algoritmiche riusciamo a ottenere con un processo semplice e interamente online uno screening completo dell’investitore che valuta i suoi obiettivi e il suo profilo. Questo permette ai nostri consulenti di offrire su ampia scala una consulenza di qualità, libera da bias comportamentali” conclude Vincenzo Cuscito.
Moneyfarm è una società di Gestione del risparmio scelta da oltre 40.000 investitori in Europa. Grazie al suo sistema innovativo e altamente tecnologico è stata nominata miglior consulente finanziario indipendente in Italia per cinque anni consecutivi.