Commisso: «Non vendo la Fiorentina. Stadio? Servono tempi certi e idee chiare»

Il patron del club toscano ha voluto fare chiarezza sulla situazione societaria. Preoccupazione sul progetto di riqualificazione del Franchi.

Commisso cessione Fiorentina
Rocco Commisso (Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images)

La Fiorentina sta vivendo il periodo più complicato della gestione Rocco Commisso e della sua storia recente, con un avvio di campionato disastroso e lo spettro di una retrocessione che avrebbe del clamoroso. Il patron dei viola non intende comunque vendere il club, e in un’intervista rilasciata a La Nazione ha voluto fare chiarezza. 

«Queste voci non fanno altro che destabilizzare ulteriormente l’ambiente quando, invece, ci vorrebbe una grande compattezza da parte di tutti. Se avessi ragionato in questa maniera ogni volta che mi sono trovato in difficoltà con una mia azienda, oggi Mediacom non rappresenterebbe l’eccellenza che è! Tutte le aziende attraversano momenti di difficoltà ma la lungimiranza di chi guida una società sta proprio nel trarre insegnamento dai momenti bui per poter uscirne più forti. Io non ho mai mollato in nessuna delle mie attività e a maggior ragione non lo farò adesso», ha esordito Commisso.  

«Lo ribadisco ancora, perché evidentemente non è chiaro a tutti. La società è gestita da persone in cui ho piena fiducia. Insieme a me, mia moglie Catherine e mio figlio Giuseppe forniscono un supporto costante e rimangono in contatto regolare con il direttore generale Alessandro Ferrari, nostro principale punto di riferimento a Firenze. Poi c’è il ds Roberto Goretti, che è stato promosso internamente, come faccio sempre con le persone che mi dimostrano qualità. E anche Valentino Angeloni che si occupa del settore giovanile con ottimi risultati, sia sportivi che a livello di talenti che stanno crescendo al Viola Park», ha aggiunto.  

Sull’ipotesi di decisioni drastiche, Commisso ha detto che «noi siamo sempre in costante contatto, resto aggiornato ogni giorno attraverso il dg Ferrari e il team di management. Viviamo una situazione difficile e dobbiamo uscirne in ogni modo, non possiamo permettere che la Fiorentina vada giù. Siamo tutti responsabili e tutti devono sentirsi responsabili. La responsabilità è condivisa da tutti: la società, i giocatori e tutte le persone che lavorano intorno alla squadra. In ogni caso i calciatori devono capire che anche loro sono responsabili, che devono metterci tutto il loro contributo e la loro dedizione, sempre».  

Capitolo stadio. Commisso è visibilmente contrariato dalla situazione: «Purtroppo la situazione dello stadio ci sta penalizzando, è indubbio. I tempi si stanno allungando e giocare con metà dei nostri tifosi è un danno per tutti. Il club rimane in costante contatto con il comune e con la sindaca Sara Funaro, che sta facendo di tutto per migliorare una situazione che era partita malissimo e sotto i peggiori auspici con l’amministrazione precedente. Speriamo che si possa trovare una situazione condivisa ma, come ho sempre detto, c’è bisogno di tempi certi e anche di idee chiare su come poter intervenire e gestire il tutto».  

Infine, un pensiero per i tifosi: «Dobbiamo solo chiedere scusa per quanto accaduto a Reggio Emilia. Avevamo chiesto ai tifosi di seguirci in massa, anche in trasferta. Si sono presentati in quattromila, riempiendo di fatto lo stadio. Chilometri, sacrifici, passione pura. E noi non abbiamo risposto come dovevamo. Una situazione che mi ha rattristato tantissimo: i nostri tifosi hanno capito benissimo il momento, hanno scelto di mettere da parte i malumori più profondi per sostenerci e aiutare la squadra a risollevarsi in classifica. Non parlo di chi ha minacciato i nostri giocatori: certi soggetti non possono definirsi tifosi e come club ci siamo subito attivati con le autorità per perseguire chi si macchia di questi atti vergognosi e indegni».