Il fondo CVC Capital Partners sta esplorando un possibile acquisto della quota di Vivendi in Telecom Italia, aprendo potenzialmente la strada a un’acquisizione della più grande compagnia di telecomunicazioni italiana.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, la società di private equity (in passato molto vicina a un ingresso nella Serie A di calcio) ha avviato colloqui preliminari con Vivendi per acquistare la sua partecipazione del 24% nelle azioni ordinarie dell’operatore italiano. La quota è attualmente valutata circa 1 miliardo di euro, secondo i dati raccolti dalla stessa Bloomberg.
Lunedì, le azioni di Telecom Italia sono aumentate fino al 6,6%. Il titolo ha chiuso la giornata con un incremento del 5,7% a Milano, raggiungendo il livello più alto da marzo e portando la capitalizzazione di mercato dell’azienda a circa 6,1 miliardi di euro.
Un accordo di successo renderebbe CVC il maggiore azionista dell’operatore. La società di buyout potrebbe in seguito tentare un’acquisizione completa di Telecom Italia e cercare di smembrare l’azienda. Oltre al core business wireless in Italia, Telecom Italia possiede altre attività, tra cui una divisione di servizi aziendali e un’unità quotata in Brasile.
CVC ha in passato valutato altre operazioni su asset di proprietà di Telecom Italia. Nel 2022, la società italiana ha respinto un’offerta non vincolante di CVC per una quota di minoranza nella sua nuova divisione di servizi aziendali. Tale offerta valutava l’attività 6 miliardi di euro, un valore giudicato troppo basso dall’operatore.
Qualsiasi acquisizione avrebbe probabilmente bisogno del via libera del governo italiano, che detiene una quota in Telecom Italia tramite Cassa Depositi e Prestiti e dispone di poteri di veto (il cosiddetto Golden Power) sulle acquisizioni da parte di acquirenti stranieri.
Secondo gli analisti di Equita, «l’indiscrezione è plausibile. Lo scenario che appare più probabile a nostro avviso è che CVC possa essere interessata ad acquisire la quota di Vivendi, senza un completo take over. L’operazione potrebbe avere a nostro avviso il supporto del governo, che deve dare l’approvazione ai fini Golden Power. In questo scenario, pensiamo che rimanga valida l’idea che TIM possa procedere poi con una conversione delle risparmio per rimuovere un ostacolo alle operazioni straordinarie e semplificare la struttura del capitale».
«Nel complesso quindi le voci speculative emerse ieri sostengono il titolo TIM, ma meno il premio delle risparmio rispetto alle ordinarie». Non solo, «ieri sera Reuters ha poi riportato che la Corte d’Appello di Roma ha posticipato la decisione in merito alla richiesta di sospensiva del pagamento di circa € 1bn del canone 1998, dando modo alle parti di individuare una soluzione negoziata prima della nuova udienza fissata per il 20 gennaio 2025».
«Il messaggio ci sembra molto positivo per TIM, in quanto ci pare suggerire lo spazio per un settlement extra-giudiziario. Se l’eventuale settlement fosse raggiunto nel 1Q25, si tratterebbe in particolare di una notizia positiva per le risparmio, in quanto il capital gain registrato a inizio 2025 a nostro avviso sarebbe in grado di dare alta visibilità al ritorno all’utile netto per le azioni di risparmio». Da qui il consiglio “buy” (comprare, ndr) sulle azioni di TIM da parte degli analisti.