Credit Agricole sfida Unicredit e sale al 15% di Banco Bpm

Nella serata di ieri la banca francese ha inviato la richiesta alle autorità competenti per salire nell’azionariato fino al 19,9%.

Banco Bpm difesa UniCredit
(Image credit: Depositphotos)

Credit Agricole è salita al 15,1% del capitale sociale di Banco Bpm. Mossa comunicata nella serata di ieri dall’amministratore delegato della banca francese, Philippe Brassac al presidente del gruppo italiano Giuseppe Castagna.

Acquistata quindi una quota del 5,2%, Credit Agricole ha poi specificato di non volere lanciare un’offerta pubblica di acquisto sulle azioni di Banco Bpm, anche se ha già richiesto alla autorità preposte di salire nell’azionariato fino al 19,9%. L’istituto francese, come si legge nella sua nota ufficiale, ritiene «l’operazione coerente con la strategia di investitore e partner di lungo periodo del Banco Bpm: rafforza le solide partnership industriali nel consumer finance e nelle assicurazioni danni, protezione della persona e protezione dei creditori», e sottolinea l’apprezzamento per le «qualità intrinseche del Banco Bpm, ossia un solido business franchise con prospettive finanziarie positive».

Inoltre, tale operazione è «coerente con la strategia di investitore e partner di lungo periodo e rafforza le solide partnership industriali nel consumer finance e nelle assicurazioni danni, protezione della persona e protezione dei creditori, e sottolinea l’apprezzamento di Crédit Agricole per le qualità intrinseche del Banco Bpm, ossia un solido business franchise con prospettive finanziarie positive».

Una sfida aperta quindi con Unicredit, che si sta preparando a lanciare un’opa per le azioni Bpm. Infatti, alla fine della settimana prossima, scadono i 20 giorni indicati da Unicredit per presentare la documentazione alla Consob. In questa ottica, secondo gli osservatori, l’iniziativa di Credit Agricole, secondo numerosi osservatori, sarebbe di carattere difensivo, considerato che i tempi della partita saranno lunghi e che una quota di certa consistenza consentirebbe a Parigi di avere un maggior potere contrattuale in una trattativa con Unicredit.

Un mosaico che però ha ancora tempo per potersi comporre definitivamente, visto che per l’avvio dell’Opa bisognerà attendere tutte le autorizzazioni delle autorità di vigilanza, che arriveranno non prima di fine marzo 2025. Unicredit, con il deposito della documentazione alla Consob, presenterà le istanze per le autorizzazioni a BCE, Banca d’Italia e Ivass, con le decisioni che arriveranno entro 60 giorni lavorativi. C’è da affrontare anche il Golden Power e l’antitrust. L’operazione, stima il gruppo, sarà completata entro giugno 2025, con la piena integrazione completata entro approssimativamente i 12 mesi successivi.

(Image credit: Depositphotos)