Un Torino senza Urbano Cairo. Ormai una condizione che sembra quasi naturale per quello che è da lunedì scorso il presidente più longevo nella lunghissima storia del club granata.
«Se mi chiedessero di scommettere un euro sulla mia presenza qui anche tra 12 mesi, non lo scommetterei», le parole di Cairo, riporta dall’edizione odierna del La Stampa, in quello che sembra a tutti gli effetti uno sfogo personale di un presidente che si vede a fine corsa in quel club raccolto da una situazione difficile nel 2005. Un tema, quello della possibile cessione, di cui si era parlato anche su Calcio e Finanza.
È poi una convinzione del patron granata che allo stato attuale delle cose per raggiungere la tanto sperata autosostenibilità l’unica strada è quella di avere la giusta intuizione sportiva per far fruttare nel modo migliore quei calciatori che in futuro rappresenteranno un vero e proprio tesoretto. Un po’ come quello fatto dall’Atalanta grazie al lavoro di Gian Piero Gasperini.
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Una condizione di lavoro che a Torino si è vista per alcuni anni con un altro Gian Piero, quel Ventura che insieme al direttore sportivo Gianluca Petrachi stavano costruendo una formazione che poteva puntare a entrare regolarmente in Europa. Ma poi la chiamata della FIGC per Ventura e il compito, fallito miseramente, di rialzare la Nazionale dopo la debacle del 2014.
«Se investire 100 milioni fosse garanzia di successo, li metterei – aggiunge Cairo –. Ne ho già messi 72 di tasca mia, Pianelli ha vinto lo scudetto con 5 miliardi, 12 milioni di ora. E quando sono arrivato, ho fatto un aumento di capitale da 10 milioni».
I Friedkin ne hanno spesi 10 volte tanto e la Roma è tutt’altro che una squadra solida ed è già al terzo allenatore stagionale. «Vero – ammette Cairo che però aggiunge –. Il Bologna ci è arrivato davanti cinque volte, ma sette è rimasto dietro con Saputo che ha investito 300 milioni. E Berlusconi ha vinto la maggior parte dei suoi titoli all’inizio della lunga presidenza: 16 dall’86 al ’94, 13 dal ’94 al 2017. Il calcio, il suo sistema, la sua sostenibilità sono temi che hanno avuto, e hanno, un impatto diverso, molto, negli ultimi tempi, l’avvento dei diritti televisivi ha fatto saltare il banco». Un banco che potrebbe non vedere più Cairo fra i giocatori.