Tutto ruota intorno alla Dicembre. Non parliamo del mese invernale, ma del fulcro del potere in casa Agnelli-Elkann. La Dicembre Società Semplice è infatti la storica cassaforte di famiglia, attraverso cui l’avvocato Gianni Agnelli controllava l’impero e attraverso cui oggi John Elkann controlla, attraverso anche la Giovanni Agnelli Bv, la maggioranza di Exor, la holding che è azionista di maggioranza tra le altre di Juventus, Ferrari e Stellantis.
Una società che è tornata al centro delle cronache negli ultimi tempi, dopo l’indagine della Procura di Torino sul tema dell’eredità Agnelli, dopo l’esposto da parte di Margherita Agnelli, figlia di Gianni e madre di John Elkann. In particolare, infatti, Margherita ha puntato il dito fin dall’inizio sul testamento di sua madre Marella Caracciolo, moglie di Gianni, ritenendo illegittimo il passaggio delle quote della Dicembre ai tre figli che la stessa Margherita (che nel 2004, in base ad un accorto transattivo, aveva rinunciato già all’eredità paterna in cambio di 1,3 miliardi di euro) ha avuto con Elkann, ovverosia John, Lapo e Ginevra, prima di risposarsi con Serge De Pahlen da cui ha avuto altri cinque figli.
Ma cos’è la Dicembre e cosa gestisce? La società era inizialmente controllata da Gianni Agnelli, che iniziò a far entrare il nipote John Elkann con una quota già nel 1996, quando aveva solo 20 anni, incoronandolo di fatto tre anni dopo dopo aver fatto scrivere nello statuto che in caso di sua morte o interdizione tutti i poteri sarebbero passati a John. Dopo la scomparsa sia dell’avvocato che della moglie Marella, in base al testamento di quest’ultima la società è passata nelle mani dei tre eredi Elkann. Secondo gli ultimi dati ufficiali, il capitale sociale di 103 milioni euro è così suddiviso:
- John Philip Elkann: 61,8 milioni di euro (pari al 60%);
- Lapo Edovard Elkann: 20,6 milioni di euro (pari al 20%);
- Ginevra Elkann: 20,6 milioni di euro (pari al 20%).
Patrimonio John Elkann: cosa fa la Dicembre
Cosa fa nello specifico la Dicembre? L’oggetto sociale è chiaro: «Gestione della partecipazione nella Giovanni Agnelli Bv». Nello statuto, inoltre, si legge che «la società, esclusa ogni attività di carattere commerciale ed imprenditoriale, ha per oggetto l’attività di gestione della partecipazione nella Giovanni Agnelli Bv, con sede in Amsterdam (Paesi Bassi). Essa potrà conseguentemente compiere tutte le operazioni mobiliari, immobiliari e finanziarie ritenute necessarie o semplicemente utili per il raggiungimento dello scopo sociale, quali in via meramente esemplificativa e non tassativa l’acquisto di titoli e valori mobiliari in genere, la stipulazione e l’accollo di mutui, la concessione di garanzie reali e personali, la stipulazione di contratti in conto corrente, la locazione di cassette e armadi di sicurezza», conclude lo statuto.
Una società che deve restare in famiglia, in base sempre a quanto si legge nei documenti: «Le quote potranno essere cedute, anche a titolo gratuito, solamente ad altri soci o discendenti consanguinei del socio cedente. Negli altri casi potranno essere cedute solo a possessori di azioni ordinarie della Giovanni Agnelli Bv. esperita la seguente procedura di offerta in prelazione, se la cessione avviene a qualsiasi titolo oneroso».
Come da volontà dell’avvocato Gianni Agnelli, oltre alla maggioranza anche i poteri sono in mano a John Elkann: «La firma sociale e la legale rappresentanza della società di fronte ai terzi ed in giudizio ed i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione e di disposizione senza eccezione alcuna spettano singolarmente al socio signor John Elkann». Non solo, perché anche per la modifica dei patti sociali o per la cessioni di quote serve il via libera di Elkann, visto che «è in ogni caso necessario il consenso della maggioranza del capitale ed inoltre di un socio fra i signori Ginevra Elkann e Lapo Elkann», con quest’ultimo che tra l’altro nel marzo 2020 ha nominato suo procuratore l’attuale presidente della Juventus Gianluca Ferrero, storico commercialista di famiglia (tra gli indagati, insieme allo stesso John Elkann, nell’indagine della procura di Torino), su operazioni che riguardano tra gli altri beni immobili, operazioni con le banche, operazioni legati a titoli e società, eredità e rappresentanza in generale.
Quanto vale la Dicembre? Come riportato nei mesi scorsi da MF – Milano Finanza, c’è una stima precisa che indica il valore della società. In una perizia di 75 pagine datata 2 marzo 2022 il commercialista milanese e docente allo Sda Bocconi Fabrizio Redaelli, incaricato da Margherita di attribuire un valore al patrimonio della madre: secondo la stima, la Dicembre nel 2019 valeva più di 4,6 miliardi di euro.
Patrimonio John Elkann: così controlla l’impero
Come fa quindi John Elkann, partendo dalla Dicembre, a controllare la galassia degli Agnelli-Elkann? Gli investimenti della dinastia vengono attraverso la Giovanni Agnelli Bv, la cassaforte di famiglia. Una società che ha come unico investimento quello in Exor (con una quota del 53,6% e diritti di voto per l’86,3%) e in cui possono entrare solo i discendenti di uno dei vari rami della dinastia Agnelli-Elkann-Nasi discendenti dal Senatore Giovanni Agnelli (tra i fondatori della Fiat) da cui prende il nome.
John Elkann e la sua Dicembre nei mesi scorsi saliti a un soffio dal 40% della scatola olandese a fronte di una importante discesa di Andrea Agnelli, che da secondo azionista della cassaforte di famiglia con quasi il 12%, è sceso sotto la soglia del 9%. Il controllo della Dicembre sulla società olandese era al 36% nel 2016 e ora è passato al 39,7%. Una quota rilevante che permette ad Elkann di avere una posizione unica come singolo azionista sul veicolo di Amsterdam a cui fa capo il 53% di Exor e l’80% dei diritti di voto. Secondo le ultime stime, la valutazione della Giovanni Agnelli Bv “interna” è pari a circa 10 miliardi di euro: il 40% circa nelle mani della Dicembre ha un valore di 4 miliardi di euro.
Per incrementare la sua quota, la Dicembre ha comprato dagli eredi di Umberto Agnelli. A inizio 2023 la quota nelle mani di Andrea era dell’11,85%, un pacchetto che faceva del cugino di John Elkann il secondo azionista della cassaforte di famiglia. Oggi, il peso del ramo è sceso all’8,9%. Dunque, Andrea Agnelli ha fatto cassa per il 2,95%, azioni che sono state ricomprate dalla Dicembre per un valore pari a circa 300 milioni di euro.
Non soltanto la Dicembre. All’interno della Giovanni Agnelli Bv si sono registrate recentemente piccole limature anche per gli altri rami famigliari. Il ramo dei discendenti di Umberto Agnelli diventa terzo socio dietro Maria Sole e la Dicembre. Il ramo di Maria Sole è più o meno stabile passando dall’11,63% all’11,2%, così come quello di Giovanni Nasi che resta fermo all’8,7%. Di seguito, tutte le quote:
- Dicembre (John Elkann e eredi Giovanni Agnelli) – 39,7%
- Ramo Maria Sole Agnelli – 11,2%
- Ramo Umberto Agnelli (Andrea Agnelli e Anna Agnelli) – 8,9%
- Ramo Giovanni Nasi – 8,7%
- Ramo Laura Nasi-Camerana – 6%
- Ramo Cristiana Agnelli – 5,05%
- Ramo Susanna Agnelli – 4,7%
- Ramo Clara Nasi-Ferrero di Ventimiglia – 3,4%
- Ramo Emanuele Nasi – 2,5%
- Ramo Clara Agnelli – 0,28%
- Azioni proprie – 8,2%
La Giovanni Agnelli Bv e gli investimenti di Exor
Come detto, la Giovanni Agnelli Bv ha come unico investimento quello in Exor. La holding, guidata da John Elkann che è il CEO, negli ultimi anni ha diversificato i suoi investimenti, puntando in particolare su moda, tecnologia e salute (ultimo investimento corposo in Philips), accanto alle controllate storiche come Juventus, Ferrari e Stellantis (nata dalla fusione tra FCA, ex Fiat, e Peugeot), passando anche da CNH e Iveco, oltre alle startup e agli investimenti attraverso Lingotto e Ventures.