Estendere alla costruzione di nuovi stadi o alla ristrutturazione di vecchi le agevolazioni previste per le Zes – Zone economiche speciali, con procedure semplificate che permettano il rilascio dei permessi entro 45 giorni, la possibilità di nominare un commissario per sveltire l’iter.
E poi importanti agevolazioni fiscali, con un credito d’imposta fissato al 30% per gli investimenti privati innalzabile fino al 40% per progetti di eccellenza in chiave di sostenibilità. Sono le principali linee guida della riforma della normativa per la costruzione o ristrutturazione degli impianti sportivi, contenuta in un disegno di legge a prima firma del senatore di Forza Italia, Mario Occhiuto, e che verrà depositata in Senato nei prossimi giorni.
A presentare la proposta in una conferenza stampa nella Sala Capitolare del Senato, alla presenza del ministro dello Sport, Andrea Abodi, sono stati oltre al proponente Occhiuto, componente del Comitato ristretto sulla riforma del calcio, sono stati il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, il presidente della VII commissione di Palazzo Madama, Roberto Marti, il senatore e presidente della Lazio, Claudio Lotito, il presidente dell’Istituto del Credito Sportivo, Beniamino Quintieri, l’AD di Sport e Salute, Diego Nepi Molineris e l’architetto Giovanni Polazzi, di Studio Archea.
Secondo il ReportCalcio 2021 della FIGC in Italia ci sono circa 24.139 campi da calcio omologati, ha sottolineato Occhiuto, «con un numero significativo di impianti calcistici che versa in condizioni di degrado, strutture fatiscenti, manto erboso inadeguato e servizi insufficienti. La rete degli stadi italiani è obsoleta, con un’età media di 61 anni per gli impianti di Serie A e 63 anni per quelli di Serie B, inoltre il 93% degli stadi italiani è di proprietà pubblica».
Questo ha sottolineato il senatore di Forza Italia, «rappresenta un elemento critico in un’ottica di valorizzazione e rigenerazione degli impianti sportivi, ad oggi inadeguati ad ospitare eventi futuri come gli Europei del 2032».
L’obiettivo della riforma, ha spiegato Occhiuto, è quello di «rivedere il concetto di stadio come luogo d’incontro per ampliarne offerta e utilizzo, ed è importante che sia di proprietà dei club». Tra le novità proposte «un masterplan integrato per rendere prassi urbanistica la rigenerazione di interi quartieri, e poi procedure semplificate, le stesse delle Zes, con permessi e nulla osta entro 45 giorni o 60 in caso ritardi, prevedendo anche una procedura straordinaria con la nomina di un commissario entro 15 giorni per completare l’iter».
Nel DDL poi si prevede «l’obbligo di concorsi di progettazione internazionali con l’istituzione di una commissione di professionisti, l’accesso a un credito d’imposta fissato al 30% per gli investimenti privati che viene aumentato al 40% per progetti sostenibili certificati Leed o Breeam, con l’istituzione di un fondo nazionale». Infine, ha concluso Occhiuto, «un catalogo nazionale degli stadi tenuto da Sport e Salute con tutti i nuovi e vecchi impianti, per un migliore monitoraggio del patrimonio e una gestione efficiente e trasparente».